(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Il lettore Giampiero Roberto (abbonato sostenitore del “Fatto”) ci segnala che nell’articolo “La resa delle élites americane”, apparso sul periodico Usa “The Atlantic”, Adam Serwer scrive quanto segue: “Uno dopo l’altro, i leader americani, apparentemente devoti ai principi di libertà di parola, giusto processo, democrazia e uguaglianza, hanno abbandonato questi ideali quando sono stati minacciati dall’amministrazione Trump. Questi atti di codardia a cascata da parte delle persone meglio posizionate per resistere alle prese di potere autoritarie di Trump hanno fatto apparire Trump esponenzialmente più potente di quanto non sia in realtà, indebolendo la forza di altri che avrebbero potuto trovare il coraggio di opporsi. Tutte queste persone potenti che cercano di salvare la pelle hanno di fatto moltiplicato gli attacchi di Trump al governo costituzionale, alimentando un falso senso di inevitabilità e invincibilità”. Parole che trasmettono un senso profondo di solitudine e che, a proposito dello strapotere di Trump, ritroviamo nell’appello lanciato da Bruce Springsteen su “Time”: ” Abbiamo bisogno disperato di un partito alternativo, oppure che i dem trovino qualcuno in grado di parlare alla nazione”. Occorre qualcuno non solo disposto a subire la vendetta del tiranno e dei suoi complici ma che abbia soprattutto il coraggio di riconoscere la valanga di errori che ha seppellito i democratici, travolti dalla loro stessa cieca alterigia prima ancora che dalla prepotenza Maga. È quanto ha raccontato ad Aldo Cazzullo il regista Luca Guadagnino nella intervista al “Corriere della Sera” di venerdì scorso: “Già nel 2016 lo dicevo ai miei amici liberal, colti, cosmopoliti: Trump vincerà. Loro sorridevano: impossibile. E Hillary definiva i suoi elettori ‘deplorevoli’. Quando viene messo in atto questo disprezzo da parte delle élites, il popolo guarda alla risposta che gli arriva da coloro che sembrano riconoscere la sua esistenza”. Caro Giampiero, hai ragione a segnalare le analisi impietose su coloro che oltre ad avere condotto al tracollo la propria parte politica hanno contribuito, per supponenza e inettitudine, a gettare una grande nazione in un incubo quotidiano. Una lezione che dovrebbe servire ai nostri democratici (fatte le dovute proporzioni) per cercare, possibilmente, di non ripetere gli stessi sbagli. Per battere la destra serve assai poco deplorare in continuazione il livello basso di una classe di governo improvvisata. Questo, ormai, lo sanno pure i muri. Meno che mai è utile un’opposizione che si limiti a “insorgere” (verbo dominante e insulso nel tg unificato) ogniqualvolta il governo fa o non fa qualcosa: a queste insurrezioni verbali (e verbose) le persone quasi non fanno più caso. Così come invocato dal Boss (quello buono) forse alla variegata e disunita opposizione al governo Meloni manca una voce molto più forte e chiara in grado di parlare alla nazione a nome degli alleati e con un progetto credibile. Vasto programma.