(Stefano Rossi) – Non vorrei passare tra quelli che criticano scienziati, giuristi, medici, tecnici vari con proposte assurde, senza nemmeno avere competenze in materia, ma quando ho sentito Mattarella consigliare, ai valorosi e coraggiosi della Flotilla, di non proseguire oltre, mi sono indignato.

Ha detto, poco fa: “Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza”.

Cioè, colui che dovrebbe ricordare le convenzioni internazionali e il diritto della navigazione, in acque internazionali, a chi li calpesta, si piega, si prostra davanti a tanta barbarie pur di non irritare “l’alleato” Israele.

Essere così, pavidi, passivi, eunuchi d’intelletto, quando il diritto viene calpestato come fosse una calata di Alani, Unni e Vandali, è la fine di ogni speranza per chi crede ancora nei Principi di libertà e pacifismo.

E’ troppo facile parlare di pace dall’alto di uno scranno dorato; più difficile alzare la testa con dignità e dare coraggio ai giovani che solcano il Mediterraneo, sia pure per una impresa impossibile, e ammonire l’orco famelico che calpesta ogni diritto umano.

Per secoli la migliore gioventù ha rischiato la vita per un valido ideale.

Ora, non c’è più dignità nella politica; c’è solo retorica e inutilità.

Poi ci lamentiamo che i giovani non credono più a niente.