Perché Giorgia Meloni parla di una “campagna d’odio” di Alessandro Orsini contro di lei? Perché Giovanni Donzelli e Meloni attaccano questa rubrica? Ecco la risposta: Meloni […]

(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – Perché Giorgia Meloni parla di una “campagna d’odio” di Alessandro Orsini contro di lei? Perché Giovanni Donzelli e Meloni attaccano questa rubrica? Ecco la risposta: Meloni ricorre al vittimismo per nascondere i fatti di seguito elencati.
Il 28 ottobre 2023, Meloni si è rifiutata di votare in favore di una tregua umanitaria all’Onu per interrompere lo sterminio dei palestinesi a Gaza. In quell’occasione, Meloni ha dichiarato, per bocca dell’ambasciatore italiano all’Onu: “Sempre solidali con Israele. La sicurezza d’Israele non è negoziabile”. E quella dei palestinesi? Il 12 dicembre 2023, Meloni si è rifiutata, per la seconda volta in due mesi, di votare una risoluzione per il cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza all’Assemblea generale dell’Onu, sempre in solidarietà con Netanyahu. Meloni ha dato a Netanyahu, a sterminio in corso, le seguenti armi: bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce e altre munizioni, proiettili e loro parti, per un valore di 730.869,5 euro a dicembre 2023, quasi raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024. Nel 2024, Meloni ha anche acquistato armi da Netanyahu per 154 milioni di euro, rafforzando la macchina bellica d’Israele. Il 26 gennaio 2024, quando la Corte internazionale di giustizia dell’Onu ha avviato il processo per genocidio contro Israele, Meloni si è schierata dalla parte di Netanyahu contro i palestinesi. Meloni ha attaccato e delegittimato tutti i magistrati che indagano sui crimini d’Israele a Gaza. Il 19 maggio 2024, quando il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha chiesto un mandato d’arresto contro Netanyahu, Meloni, per bocca di Tajani, ha definito la richiesta “del tutto inaccettabile”. Il 13 gennaio 2025, Tajani, quando i morti a Gaza erano 40.000, ha dichiarato a Rai3: “Israele non ha commesso alcun crimine di guerra”. Il 19 settembre 2024, Meloni si è rifiutata di votare in favore di una risoluzione Onu che chiede a Israele di porre fine all’occupazione dei territori palestinesi in solidarietà con Netanyahu. Nel MeD9 a Cipro dell’11 ottobre 2024, Meloni ha impedito l’inserimento di un brano contro la vendita di armi a Israele – richiesto da Macron e Sánchez – nella nota con cui Francia, Italia e Spagna hanno condannato l’attacco israeliano contro Unifil in Libano. Nel suo discorso del 15 ottobre 2024 alla Camera dei deputati, Meloni ha dichiarato di continuare a fornire assistenza militare a Netanyahu. Il 21 novembre 2024, quando la Corte penale internazionale ha spiccato il mandato di cattura contro Netanyahu, Meloni si è affrettata ad attaccare la Corte delegittimando i suoi giudici per bocca di Tajani. Secondo Meloni, il mandato di cattura è l’atto politico fazioso di un gruppo di giudici che vuole attaccare ingiustamente Netanyahu. Meloni ha poi deciso di non rispettare l’ordine di cattura. Il 20 dicembre 2024, Netanyahu ha dilaniato con le bombe dodici membri di una famiglia palestinese a Jabalia, tra cui sette bambini, nella parte settentrionale della Striscia di Gaza.
Due giorni dopo, il 22 dicembre, Giorgia Meloni ha inviato Crosetto a Tel Aviv per stringere le mani del ministro della Difesa israeliano Katz e ribadire il sostegno del governo italiano al governo Netanyahu. Meloni usa i porti italiani per consentire l’attracco alle navi che trasportano armi a Netanyahu, come è accaduto il 18 settembre scorso a Ravenna. Dal 7 ottobre 2023 a oggi, Meloni ha consentito l’atterraggio in Italia a 18 aerei israeliani, come dichiarato da Giorgio Sili al Parlamento, sottosegretario agli Esteri. Gli italiani sono scesi in piazza per protestare contro questi fatti, informati anche da questa rubrica.
Orsini ricorda i fatti contro le chiacchere e la propaganda.
Ma è voce semi-isolata, la Grancassa è tutta dalla parte della bugiarda dispensatrice di prebende ai giornalai.
"Mi piace"Piace a 4 people
Anche se ora sembra una voce isolata, sta comunque creando una documentazione dei fatti che prima o poi tornerà utile. La storia ci insegna che la verità ha una sua forza intrinseca, oltre a considerare che in certi momenti storici sono proprio queste voci a tenere accesa la fiamma della verità quando tutti gli altri rimangono silenti, contrastando i giornalai che sparano c@zzate a tutto andare.
"Mi piace"Piace a 3 people
"Mi piace"Piace a 3 people
"Mi piace"
Ma a quanti nostri connazionali importa della vita dei palestinesi ? Io temi che non vi sia tutta questa solidarietà o immedesimazione se i sondaggi danno questa signora al 30 %. Cinismo ? Forse o menefreghismo . Sta di certo che se gli dici di andare a combattere in Ucraina ti rispondono dii no, ma li sono chiamati in causa in prima persona . Però non hanno niente da ridire sul fatto che questo governo manda armi e finanziamento Zelenski.
"Mi piace""Mi piace"
Moltissime persone in Italia la pensano esattamente come gli israeliani: sono tutti terroristi e i bambini lo diventeranno.
Sicuramente questo genere di persone votano FDI e Lega.
sono convinto sia così.
"Mi piace""Mi piace"
Ma più del sostegno a Netanyahu che è pur sempre il leader dei tanto (una volta) odiati ebrei della osannata “Difesa della razza” di fascista memoria – rivista il cui capo redattore era l’ancor oggi ammirato e celebrato Giorgio Almirante – vale l’alleanza senza se e senza ma con gli Usa, il baluardo dell’anticomunismo. Tanto più che solo con la completa subordinazione all’impero a stelle&strisce la fanciulla poteva assurgere a capo del governo. Senza questa completa sudditanza – qualsiasi fosse il governo (Dem o repubblicano) – il cappio dello stato non le avrebbe certo conferito l’incarico di formare il governo. Così come rifiutò il nome di Paolo Savona quale ministro dell’economia nel Conte1 perché una volta aveva espresso un dubbio sulla moneta unica europea.
Quindi l’origine della difesa di Netanyahu e di stampo filo americano, visto che Israele è l’avamposto in medio oriente del Pentagono.
In altre parole, alla Melona interessa solo una cosa: la cadrega di premier a qualsiasi costo o alleanza possibili, persino col demonio se questo è utile al suo progetto di potere, peraltro di uoma sola al comando.
Ce n’è abbastanza perché Travaglio si decida di dedicarle un editoriale a due pagine… per la felicità di Caboni.
Augh, ho detto!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Alessando Volpi
Il governo italiano si dichiara contrario al riconoscimento dello Stato palestinese perché avrebbe un governo, guidato da Hamas, che è un’organizzazione terroristica, e, d’altra parte, aggiungono Meloni e i suoi ministri, non è possibile riconoscere uno Stato senza governo. Proprio quest’ultima motivazione è decisamente sbagliata. Gli oltre 150 Stati che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina lo hanno fatto per due ragioni fondamentali. La prima è costituita dalla volontà di fermare la totale cancellazione della popolazione palestinese: senza la definizione di uno Stato palestinese, i palestinesi sono una massa inerme che può essere rimossa dalla storia attraverso uno sterminio sistematico, per trasformare poi quelle terre in un’amministrazione legata ad Israele e agli Stati Uniti, liberi di procedere a grandi speculazioni immobiliari, ad affari legati all’energia e alla creazione della più volte perseguita ipotesi del “grande Israele”. La seconda ragione si lega alla ferma intenzione di riconoscere il principio della autoderminazione libera del popolo palestinese che sarà chiamato a scegliersi, in modo democratico, il proprio governo. Senza il riconoscimento di uno Stato palestinese, dunque, vengono definitivamente distrutte la possibilità di esistenza e di autodeterminazione dei palestinesi, al di là dei formalismi giuridici che legano l’esistenza di uno Stato ad un governo. Chi continua a praticare il rifiuto del riconoscimento dello Stato palestinese è favorevole a rendere impraticabile uno dei pochissimi strumenti per impedire un genocidio definitivo.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Legge 9 ottobre 1967, n. 962.
Prevenzione e repressione del delitto di genocidio
(G.U. 30 ottobre 1967, n. 272).
Art. 1. Atti diretti a commettere genocidio.
Chiunque, al fine di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso come tale, commette atti diretti a cagionare lesioni personali gravi a persone appartenenti al gruppo, è punito con la reclusione da dieci a diciotto anni.
Chiunque, al fine di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso come tale, commette atti diretti a cagionare la morte o lesioni personali gravissime a persone appartenenti al gruppo, è punito con la reclusione da ventiquattro a trenta anni. La stessa pena si applica a chi, allo stesso fine, sottopone persone appartenenti al gruppo a condizioni di vita tali da determinare la distruzione fisica, totale o parziale del gruppo stesso.
Art. 2. Deportazione a fine di genocidio.
Chi, al fine indicato nel precedente articolo, deporta persone appartenenti ad un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, è punito con la reclusione da quindici a ventiquattro anni.
Art. 3. Circostanza aggravante.
Se da alcuno dei fatti preveduti negli articoli precedenti, deriva la morte di una o più persone, si applica la pena dell’ergastolo.
Art. 4. Atti diretti a commettere genocidio mediante limitazione delle nascite.
Chiunque impone o attua misure tendenti ad impedire o a limitare le nascite in seno ad un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, allo scopo di distruggere in tutto o in parte il gruppo stesso, è punito con la reclusione da dodici a ventuno anni.
Art. 5. Atti diretti a commettere genocidio mediante sottrazione di minori.
Chiunque, al fine indicato nell’articolo precedente, sottrae minori degli anni quattordici appartenenti ad un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, per trasferirli ad un gruppo diverso, è punito con la reclusione da dodici a ventuno anni.
Art. 6. Imposizione di marchi o segni distintivi.
Chiunque costringe persone appartenenti ad un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, a portare marchi o segni distintivi indicanti l’appartenenza al gruppo stesso è punito, per ciò solo, con la reclusione da quattro a dieci anni.
Ove il fatto sia stato commesso al fine di predisporre la distruzione totale o parziale del gruppo, si applica la reclusione da dodici a ventuno anni.
Art. 7. Accordo per commettere genocidio.
Qualora più persone si accordino allo scopo di commettere uno dei delitti preveduti negli articoli da 1 a 5 e nel secondo comma dell’art. 6 della presente legge, e il delitto non è commesso, ciascuna di esse è punibile, per il solo fatto dell’accordo, con la reclusione da uno a sei anni.
Qualora più persone si accordino allo scopo di commettere il delitto preveduto nel primo comma dell’art. 6 della presente legge, e il delitto non è commesso, ciascuna di esse è punibile, per il solo fatto dell’accordo, con la reclusione da tre mesi a un anno.
Per i promotori la pena è aumentata.
Art. 8. Pubblica istigazione e apologia.
Chiunque pubblicamente istiga a commettere alcuno dei delitti preveduti negli articoli da 1 a 5, è punito, per il solo fatto della istigazione, con la reclusione da tre a dodici anni.
La stessa pena si applica a chiunque pubblicamente fa l’apologia di alcuno dei delitti preveduti nel comma precedente.
Art. 9. Competenza per materia.
La cognizione dei delitti, consumati o tentati, preveduti nella presente legge appartiene alla Corte d’assise.
La legge scritta da Aldo Moro e tuttora vigente non consente a nessuno in Italia di provare nemmeno a sognare di trovare una qualunque giustificazione a quanto lo stato d’Israele sta facendo a Gaza, anzi obbliga la nostra Repubblica a perseguire i fautori di un genocidio su tutto l’orbe terracqueo. Le apologie del reato orribile (non è genocidio, ecc. ecc) o la sua istigazionene (Israele si sta difendendo, ecc. ecc.) commesse quotidianamente da giornalisti servi e dai loro padroni governanti, possono però già essere denunciate da noi tutti, con un semplice esposto da presentare in procura.
"Mi piace"Piace a 3 people
ottimo! purtroppo quei tre beoti che se la ridono di gusto non la leggono, non sono tra le letture indicate dal kkk usa
"Mi piace"Piace a 1 persona
Se rimarrà memoria dei palestinesi prima o poi chiederanno conto all’Italia della complicità in questo secondo genocidio. E non ce la caveremo come ce la siamo cavata per il primo.
Se invece si perderà memoria dei palestinesi, i figli dei nostri figli andranno in vacanza a Gaza-Riviera.
"Mi piace""Mi piace"