La presidente del Consiglio parla ai giovani FdI: “Minacce crescenti dai sedicenti antifascisti” e evoca le Br. “Io invece mossa dall’amore”

(di Lorenzo De Cicco – repubblica.it) – ROMA – Dopo avere sostenuto davanti ai giovani di FdI, tesi bizzarra, che il grosso delle televisioni e della stampa italiana le sia ostile (lei che controlla la Rai, si gode le lodi delle trasmissioni Mediaset, ha Angelucci del gruppo Angelucci, tre quotidiani in dote, nella sua maggioranza parlamentare), Giorgia Meloni appare all’ora di pranzo su Rai Uno, a Domenica In, prima puntata, per dialogare con Mara Venier sulla cucina italiana. A una settimana dalle elezioni nelle Marche, prima tappa delle regionali d’autunno.
L’occasione è un evento pensato dai ministri Francesco Lollobrigida e Alessandro Giuli, in asse con l’Anci, “il pranzo della domenica”, per tirare la volata alla candidatura della cucina italiana come patrimonio dell’Unesco. La premier si attovaglia a favore di camera accanto a Sabrina Ferilli e Paolo Bonolis. C’è pure il sindaco di Roma, il dem Roberto Gualtieri, mentre supervisiona la scena il sottosegretario al Mic (molto operativo sulle questioni tivvù) Gianmarco Mazzi. Collegata con la “zia Mara”, tenendo il microfono in mano come un’inviata Rai, racconta: «Passavo il pranzo della domenica con i nonni, era legato alle pastarelle». Più che di diplomazia, la premier parla di diplomatici nel senso delle paste. L’opposizione attacca e il sindacato dei giornalisti di destra Unirai ricorda: «Anche Gentiloni e Conte andarono nella stessa trasmissione», anni addietro. «Polemica sul nulla», interviene Meloni in serata replicando alle accuse: «Lontani i tempi in cui il premier Pd si faceva intervistare per 45 minuti», dice con riferimento proprio a Gentiloni.
La comparsata sull’ammiraglia della tv di Stato avviene in una domenica in cui a destra si gareggia a chi è più kirkiano, nel senso di Charlie Kirk. Con tempistica ben studiata, prima che Matteo Salvini parli sul pratone di Pontida per omaggiare l’influencer Maga, la premier comizia su un altro prato, al laghetto dell’Eur di Roma, alla festa dei giovani di Fratelli d’Italia.
Discorso tutto incentrato sul presunto clima d’odio che si respirerebbe pure qui, nel Belpaese, e sull’attivista trumpiano. Prima della premier – che colpaccio, avranno pensato i ragazzi della fiamma – appare Lorenzo Caccialupi, il giovane che in un inglese un po’ sgangherato aveva dialogato con l’idolo dei Maga. Virale, dopo il brutale e sconvolgente omicidio in Utah.
È una Meloni in formato ultra berlusconiano, che si dice mossa «sempre dall’amore e non dall’odio», che attacca la stampa e la sinistra rea a suo dire di «pensare che la vita di chi la pensa diversamente vale meno». «Non commiseratevi», dice ai giovani di FdI, mentre si commisera per gli attacchi subiti. In un continuo alzare i toni, cita pure le Br («Non avevamo paura quando potevi essere ammazzato a colpi di chiave inglese per un tema sulle Brigate rosse e non abbiamo paura oggi») e se la prende di nuovo con i «sedicenti antifascisti» ricordando ancora il post social di un semi-sconosciuto collettivo di studenti contro Kirk. «Una minaccia di morte», mentre «le minacce si moltiplicano». E fuori «c’è la tempesta». Davanti ai militanti della sua giovanile, dopo l’omaggio al giudice Livatino nell’anniversario della morte, con la promessa di «rafforzare» la legislazione antimafia, Meloni esalta le riforme di scuola e università operate dal suo governo. L’istruzione, è la tesi, va liberata «dalla gabbia asfissiante» della sinistra, dai «disastri del ‘68». Cita lo sgombero del Leoncavallo e promette un piano casa per i giovani, «per avere prezzi calmierati».
Soprattutto, alla sua Gioventù nazionale rivolge parole al miele, un anno dopo l’inchiesta di Fanpage sui saluti romani e i cori antisemiti. «Siete uno spettacolo, hanno tentato di sporcarvi, di dipingervi come mostri, volevano colpire me in malafede», la blindatura. Poco prima della mezza, a ridosso del derby Roma-Lazio, Meloni conclude: «C’è una partita importante, non voglio fare la fine di Fantozzi, con la corazzata Potëmkin e le radioline». E per chi non si sintonizza sull’Olimpico, c’è sempre Domenica In.
Oh, poverinaaaa! Patetica e imbarazzante, tanto più che con quel ghigno di rivalsa stampato su quel faccione tondo nessuno prova realmente pena per costei. Non risulta che glielo abbia prescritto il dottore di “buttarsi” in politica, né che alcun indovino le abbia mai predetto che così avrebbe avuto un futuro radioso da star dello spettacolo. Ha comunque fatto un bel pacco di quattrini coi quali s’è pure comprata il villino, si accontenti e ringrazi che gli spazientiti non la buttino giù a calcioni nel Q-lone per aver fatto più danni della grandine, visto che ha ampiamente dimostrato di essere una persona profondamente incapace di gestire qualsiasi situazione politica in maniera degna. Finché si nascondeva tra le gonne di nonno Scilvio bofonchiando, si poteva anche non esserne certi (ai più svegli comunque non sfuggiva la sua inadeguatezza neanche allora), ma da quando è uscita dalla tana urlando con la voce rauca dicendo battute da bar di periferia, ha tolto ogni dubbio circa la sua totale mancanza di capacità, anche in ragione del circo di sgangherati che si è costruita attorno per sentirsi più al sicuro. Non si lagni e lasci il “posto” a chi è più capace di lei (cioè chiunque, escluso il PD…) 😅
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@ Cekko….👏👏👏👏👏👏
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Gne,gnee,gnee,gneeeeee…. e ,,, gneeeeee…..gnèèèèèèèèèèèèè… pora stella.
Così si rafforzano le falsità e si può tranquillamente chiudere l’informazione e tenere sempre aperta quella del regime….come una volta!
Ma già gli italiani hanno la memoria corta… hanno dimenticato il “Popolo d’Italia con l asservimento dell’Avanti, il Corriere ….
Ora però vengono pagati e quindi maggiore è l ‘asservimento al regime che si sta istaurando…. piano piano con riforme e marchette!
Si sveglieranno gli Italiani;spariti gli anziani ….sarà più facile!
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aggiungo ,tanto per non smentire come l’infoirmazione vada nella vecchia destinazione… “il secolo d’Italia” la testata finisce come …”il popolo d’Italia”,,,coincidenza o la voglia di non dimenticare il “passato”?
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Eh, speriamo, ma non ne son sicuro. “Spariti gli anziani”, quelli che una volta erano giovani diventano anziani a loro volta, e così cala la voglia (e la possibilità) di cambiare le cose. D’altra parte, a una certa età, ci si inizia a render conto di avere già dato e che sia ben l’ora che a “fare” ci pensino le generazioni successive, e allora… taaac, la frittata l’è fatta. 😕
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Aggiunga pure un 80% di cittadini comuni!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
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