Previsioni funeste. I quotidiani parlano di conflitto globale come se fosse un videogioco: Nato sconfitta in 5 giorni, bunker pronti e tutti i feriti sul treno per Parigi

(di Lorenzo Giarelli – ilfattoquotidiano.it) – La terza guerra mondiale rischia di essere la più classica delle profezie che si autoavverano. Non mancano presupposti e focolai, ma a forza di considerarla inevitabile (per volere del nemico, naturalmente) si trascurano le strade alternative e si prepara il terreno per il peggio. A poco serve che ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani abbia dato qualche rassicurazione (“Non credo che Putin voglia la guerra, vuole piuttosto dimostrare la sua forza, vuole provocare”). Neanche a dirlo, in Italia questa operazione passa da un’opinione pubblica – grandi giornali in testa – che ormai normalizza il conflitto mondiale parlandone come si parla di un videogioco, tra simulazioni del risultato e scenari apocalittici (bunker antiatomici in città, hub europeo dei feriti di guerra…) fatti passare per imminenti e talvolta persino glamour.
Guerra Lampo.
Per capire di cosa parliamo occorre qualche esempio. Ieri Repubblica ha tenuto a lungo in home page un articolo inquietante: “Così la Nato può perdere la terza guerra mondiale in cinque giorni”. Il quotidiano riprende l’analisi di un generale britannico, Sir Richard Shirreff, il quale “immagina l’inizio dell’attacco della Russia alla Nato il 3 novembre 2025, alle 2 del pomeriggio”. Ma attenzione a organizzare le agende: fuso orario “della Lituania”. Shirreff elabora un dettagliatissimo scenario secondo cui la Russia si muove ovviamente “su indicazione di Pechino”, che nelle stesse ore “per tenere impegnati gli Occidentali” attacca Taiwan. Certo, “a Putin questo ruolo subalterno non piacerà”, ma qualche sacrificio sarà pure necessario. D’altra parte così facendo in poche ore la Russia conquista i Paesi Baltici e la Nato sta a guardare. Shirreff non chiarisce se a quel punto le truppe di Mosca si accontenteranno o sfonderanno fino a Lisbona, ma non importa, perché la Nato “è di fatto disintegrata”. Quel che Putin non è riuscito a fare in tre anni in Ucraina riesce in cinque giorni con tutta la Nato, senza neanche scomodare l’atomica.
Nuova Sarajevo.
Il Corriere non vuole essere da meno, ma si affida ad altri aruspici. Nel pezzo si butta lì che “in realtà gli analisti militari occidentali sono piuttosto scettici sugli scenari di un’invasione russa su vasta scala dell’Europa”, ma le altre 5 mila battute descrivono, appunto, questo scenario ritenuto improbabile con un titolo degno di Shirreff: “Il treno da Mosca a Kaliningrad potrebbe far scattare la scintilla: gli scenari possibili di una guerra nei Paesi Baltici”.
Al Corriere tocca ammettere che, secondo le simulazioni Nato, “la Russia avrebbe potuto occupare la Lettonia in tre giorni e avanzare verso la Lituania, ma i battaglioni Nato avrebbero stretto ai fianchi l’esercito russo sconfiggendolo”. Ma pare che col riarmo europeo le cose siano persino migliorate. Per i russi. E dunque “un possibile casus belli è il treno passeggeri Mosca-Kaliningrad”, nella semi-enclave tra Lituania e Polonia.
Al riparo.
Per chi volesse cautelarsi, è di nuovo Repubblica a fornire un suggerimento prezioso e in fondo cool. Il numero di settembre del mensile Door, inserto del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, mostra in copertina una sorta di botola aperta in mezzo a una radura. Il titolo, a cui l’immagine si riferisce, è “Il mondo di sotto”. Trattasi di un viaggio appassionante “tra distopia e realtà, dai bunker in costruzione a quelli raccontati da film e serie”: “In questo numero Door racconta le stanze di chi si prepara all’apocalisse”.
Guai a pensare a luoghi lugubri e ansiogeni, Repubblica ci aveva già insegnato (3 aprile 2025) che c’è “un record di richieste per farsi costruire ricoveri in casa”, e “l’Italia scopre il fascino del bunker”. Quelle passioni che arrivano un po’ tardi, tipo il burraco e le parole crociate senza schema, ma che poi rapiscono. E infatti Door ci informa su varie leccornie, tipo “bunker a 5 stelle extra lusso”.
Parigi, mon hopital.
Peccato solo che da dentro i bunker ci sarà il rischio di perdersi ciò che delinea Francesco Verderami sul Corriere. Con un’Europa in guerra, l’Unione si sta già adoperando per “uniformare le linee ferroviarie” per favorire “lo spostamento di persone e merci”. Il vecchio Tav Torino-Lione avrebbe così nuova urgenza, perché la Francia potrebbe diventare “la base” in cui “ospitare “feriti da combattimento”.
Un comodo ospedale unico europeo (degno del miglior Bertolaso) dove far arrivare i feriti, naturalmente in treno.
pensa alla salute.
Quella della sanità bellica è una teoria che ha preso piede da un po’. Pure il Sole 24 Ore ha sostenuto: “Anche l’Italia lavora a un piano per gli ospedali in caso di attacco militare”. AdnKronos rilancia: “Fino a 250 soldati al giorno: i piani di Francia e Germania (e Italia) per accogliere i feriti di guerra”.
Cina armata.
Guido Olimpio, firma degli esteri del Corriere, si allarma per carro armato postato sui social: “Nuovo corazzato cinese – ha scritto ricondividendo l’immagine – Niente torretta, cannoni laterali. Come prima guerra mondiale”. Peccato che poco dopo l’autore dell’immagine, tale Andrei_bt, abbia dovuto specificare che si trattava di un fake, nel senso che il carro armato era tratto da un videogioco e lui si è “sorpreso che qualcuno lo abbia potuto considerare reale”. Un omaggio involontario a quella puntata di Piazzapulita di qualche anno fa, quando Corrado Formigli imbastì un dibattito in studio mostrando l’immagine di un bunker che però era tratta da un videogioco.
Balle in serie.
Sono giorni in cui va così. “Ecco perché una guerra totale è ora possibile”, ammonisce il Tempo. Una decina di giorni fa è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a evocare la vigilia della Prima guerra mondiale, quando “l’imprudenza dei comportamenti” provocò “conseguenze” anche se “non scientemente volute”, un po’ come oggi: “Siamo in un crinale”.
I giornali si adeguano al clima. Sono stati molto più frettolosi di quelli stranieri nell’attribuire l’incidente dei droni in Polonia a un attacco russo (ipotesi che, come spiegato ieri dal Fatto, non è la più accreditata dai nostri Servizi) e in generale non si trova la stessa enfasi sui venti di guerra sulle prime pagine straniere. È stato il giornale polacco Rzeczpospolita a rivelare che probabilmente la casa colpita non era stata centrata da un drone russo, ma da un missile polacco. Per non dire delle terribili “interferenze russe sui gps” che avevano messo in pericolo l’aereo di Ursula von der Leyen (teoria poi smentita da più parti, ma i nostri giornali avevano già titolato sulla “Guerra fredda dei jet”).
Ieri è stato il turno del “cyber-attacco contro gli aeroporti europei” e naturalmente il pensiero è andato alla Russia. Tocca sperare che la Nato riesca a prendere tempo: Trenitalia deve ancora preparare i treni speciali per Parigi.
l’informazione fa solo l’animale da soma per gli industriali delle armi.
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beh in fondo ci avevano avvisati https://youtube.com/shorts/zHb1UGhr9b4?si=_wBie9Yd0PFKV2On
Ora aggiungono che in 5 giorni di guerra lampo saremo fottuti, meno male con una bottiglietta d’acqua a disposizione, secondo direttiva Ue, già al terzo giorno sarei stata in grossa difficoltà…..
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Mieli non è nuovo alle cagate dette anche davanti a Montanari. 10:00.
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Una cosa che accomuna tutti questi imbratta carte e i loro ispiratori politici è che sono convinti che in quella ipotetica guerra loro non ci andranno a combattere e a rimetterci le penne come è successo invece alle decine di inviati in medioriente. Quelli che la guerra la debbono conoscere per mestiere, i generali, dicono all’ unisono che non vi sono ragioni plausibili che inducano a pensare che la Russia ci voglia attaccare . D’altro canto se secondo gli stessi giornali e tg maen stream ci raccontano di un esercito di Putin impantanato da tre anni in Donbass come possono immaginare che ci distrugga in un battibaleno? Ma non importa, da Bruxelles le disposizioni sono quelle e bisogna continuare a raccontare frittole fino allo sfinimento non dei russi ma nostro.
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I Mieli, i Galli della Loggia, i Cazzullo, i Panebianco, etc., pur non essendosi mai candidati a niente / eletti da nessuno, si sentono classe dirigente, élite, “consiglieri del sovrano”: la mentalità è quella. Pertanto non solo sono convinti (purtroppo – questo va detto – a ragione) che una guerra non dovrebbero andare a combatterla loro, ma trovano anche assolutamente normale dare indicazioni affinché vi vengano mandati gli altri, gli “inferiori”…
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Corriere delle sera= un covo di pessimi giornalisti e di venduti, da tanti anni oramai.
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