
(di Michele Serra – repubblica.it) – Come si usa dire, l’esodo dei gazawi da Gaza (equivale a dire: dei romani da Roma, dei parigini da Parigi, degli scozzesi dalla Scozia, eccetera) è biblico. Le immagini sono terrificanti e immense, sembrano quelle di un kolossal, la sabbia, le rovine, il mare, e in mezzo la fiumana scura di un popolo povero e impoverito dalla solitudine, e piagato dai lutti, che va non si sa dove con le sue poche cose residue, le sue memorie e i suoi stracci.
Esodo. Vi dice qualcosa, la parola esodo? Agli ebrei dice moltissimo, è l’Antico Testamento, è la fuga dall’Egitto, è il fulcro emotivo, culturale e identitario di quella parte di persone ebree che si riconoscono in una tradizione, in una religione, in una cultura, infine in una Nazione: Israele. Ma oggi il Faraone è Netanyahu, e l’esodo, la disgrazia, la persecuzione sono a carico di un popolo che appartiene a un’altra delle tre religioni di Abramo, ammesso che basti, questa decrepita e forse ormai insopportabile catalogazione degli esseri umani, a definirli una per una, uno per uno, persona per persona, nella disperata fila in cerca di scampo.
Tentiamo una sintesi — per quanto rischiosa. Perché ci sono momenti così complicati che una sintesi è necessaria e forse persino doverosa. Il vero scandalo, agli occhi del mondo, ciò che sconvolge e perfino terrorizza, è che il più perseguitato dei popoli, il più braccato e fuggiasco, è diventato — nella sua parte divenuta nazione — il persecutore. Molti ebrei, nel mondo e anche in Israele, capiscono questo scandalo, e lo patiscono. A quelli che non lo colgono, agli ebrei e ai non ebrei ai quali sfugge di quali dimensioni, morali, politiche, storiche sia la catastrofe di Gaza, non si sa più cosa dire. Se non che l’Esodo non è solo il loro. È quello di tutti.
Anni fa lessi un libro dove si immaginava un’europa dove il nazismo non venne sconfitto. Raccontava della grandezza dei monumenti nazisti dove tutto doveva essere il più maestoso e il tempo che cancellava anche la memoria dei morti.
Ho il terrore che questo avvenga per davvero a Gaza. Ricostruiranno tutto più bello e grande di prima e di quel popolo ucciso o disperso ci si dimenticherà. I nuovi libri di storia riscritti dai vincitori nazisti occidentali motiveranno e poi cancelleranno sempre di più e sempre meglio il come e il perchè sono stati “gentilmente” allontanati. i figli dei nostri figli ascolteranno i racconti di noi vecchi e ci diranno di tacere le nostre farneticazioni. Dei gazawi si racconterà forse in qualche romanzo ma tra 100 anni sarà più un mito che una realtà.
D’altronde esistono anche i negazionisti della shoah.
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