(Giancarlo Selmi) – È il nuovo mantra delle destre: le sinistre istigano all’odio. Pensiamoci un attimo. Sentire lamentazioni di meloni e compagnia, carta igienica giornalistica inclusa, sul presunto odio istigato dai loro avversari politici, equivale a sentire lo strangolatore di Soho lamentarsi degli eccessivi strangolamenti. Non ci devono neppure provare.

La destra senza odio non esiste. Il loro appeal politico, per intero, si basa esclusivamente sulla individuazione di nemici. Abbiamo passato gli ultimi terribili tre anni a sapere chi fosse il nemico di turno. La loro comunicazione è basata tutta su questo. Cose elementari per menti elementari. Ma l’intera storia politica di meloni & co. si basa su questo. E per sapere cosa vuol dire istigare all’odio basta leggere i titoli di Libero, del Giornale e del Tempo.

Gli immigrati, i centri sociali, gli studenti universitari in tenda e in lotta per la casa, i rave party, Saviano, Murgia, Giuseppe Conte, i no tav, Speranza, gli attivisti di “ultima generazione”, chi manifesta per Gaza, la Sumud Flotilla, gli omosessuali, la comunità LGBT, gli italiani di pelle non bianca, le madri dei bambini morti in mare, i percettori del reddito di cittadinanza, ma sono solo alcuni dei casi, sono stati e continuano a essere, oggetto di rivoltanti campagne mediatiche di odio e incentivanti l’odio.

Lo stesso Kirk era un suprematista bianco e l’odio era la sua arma propagandistica più forte. Nessuno può gioire per la morte di una persona, però Kirk spargeva odio a piene mani ed era fra i massimi sostenitori delle armi a tutti. È stato vittima del suo stesso agire e della sua ideologia armamentista. Permettere a un malato di mente l’uso, legale, di un fucile di precisione non è il massimo della vita.

E permettere a salviettini di parlare di odio, dopo una vita passata odiando e facendo odiare, è la stessa cosa che affidargli una lezione all’università sull’intelligenza e sulle magnifiche potenzialità del cervello. Non si può. Punto.