(Dott Paolo Caruso) – Le dittature sono oggi delle avanzate “democrature” e i dittatori “autocrati”. Anche in Europa c’ è una ventata reazionaria. In Ungheria con una forma consolidata di democratura imposta dall’ autocrate Orban e in Italia con il governo Meloni che tende ad avviare riforme autoritarie tendenti a mortificare l’ indipendenza della magistratura, a ridurre l’ efficacia dell’ azione, a criminalizzare il dissenso e a imbavagliare l’ informazione. Innegabile la sua appartenenza a quel mondo della destra estrema a cui appartengono altri movimenti europei come gli spagnoli di Vox. Il mondo gira a destra, regalo della “globalizzazione” degli inizi del Millennio. Se ne è accorto Trump e ha messo i dazi. Per Lui tutti nel mondo gli sono debitori. Non aveva previsto il tapino che un altro polo, antitetico a Lui e a causa sua, si veniva a costituire. Pechino fu passerella di autocrati e di eserciti in parata militare, armati fino ai denti. Assenti gli Europei e Trump. Uno schiaffo al Tycoon e ai suoi alleati. XiJinpin e Putin parlarono di longevità politica e di stabilizzazione di alleanze. Rimanere ancora in sella al potere dei rispettivi Paesi è per loro una priorità. Il mito di Wolfgang Goethe circa l’immortalità di Faust, che vendette l’anima al diavolo in cambio della immortalità, non si risolse a lieto fine, non avendo chiesto anche l’eterna giovinezza. Ma i nostri paladini dell’ autocrazia mondiale avranno pensato anche a questo. Insomma il detto “alla morte non c’è rimedio” non ha più senso per loro Vedranno, come dalla sponda di un fiume, scorrere il tempo e gli uomini. Quelli sì, soggetti all’eracliteo “Panta rèi”: tutto scorre. Illusi? Frattanto per i loro umori mutevoli il mondo trema. L’ Europa si riarma e la NATO dopo aver soffiato ai confini della Russia ora prova a difendersi. Trump no. Quei droni straripati in territorio polacco, vanno interpretati, affrontando il perché e la vera appartenenza, non lasciandosi ingannare dalla propaganda ed evitando di cadere nella provocazione. Sulla guerra in Ucraina si è allo stallo. Zelensky e Putin non possono ne vogliono perdere e questo mantra si va ripetendo da tempo. Anche Trump lo ha compreso. Soddisfatto com’è di annunciare all’America e al Mondo di avere catturato il ventiduenne uccisore del suo giovane fanatico pretoriano Kirk, si mostra felice nel pretenderne dai giudici la pena di morte. Meraviglia? Nessuna, se lo stesso padre dell’omicida, consigliato dal pastore evangelico, con prodigalità encomiabile, ha consegnato il figlio alla polizia, come chi porta a Pasqua l’agnello al macellaio. Per lui viene prima l’amore per Trump e poi il resto. Non c’è spazio ancora per meravigliarsi degli americani. Trump, col suo agire, ci abitua alle sorprese.