(Dott. Paolo Caruso) – Pietro Badoglio annunciò, con la resa incondizionata agli Alleati stipulata a Cassibile cinque giorni prima, la fine della guerra e del “patto d’acciaio” con la Germania nazista. Lo stesso giorno iniziò la guerra civile. I Tedeschi, ritenendo gli Italiani traditori, ci trattarono da acerrimi nemici, con la occupazione e la repressione nel loro stile. Contrapposta fu la “guerra partigiana” che ebbe inizio come legittima difesa e per cacciare l’invasore teutonico. A Salerno, lo stesso giorno, sbarcarono gli Americani e la guerra fu durissima e combattuta all’ ultimo sangue. L’Italia spaccata in due. Mussolini era stato rimesso in sella dal suo amico Hitler, a capo della Repubblica di Salò. Gli eccidi di inermi cittadini sono memorie dolorose, come quelle di Sant’Anna di Stazzema o di Marzabotto. E non c’è città del Nord Italia che non abbia il suo angolo che ricordi i martiri della libertà. La deportazione in massa di Ebrei nei campi di concentramento rappresentò una parte altrettanto dolorosa della storia. Le “Fosse Ardeatine” con i 337 morti, uccisi per vendicare i 33 tedeschi uccisi (sette in più del “dovuto”) in via Rasella a Roma, rappresentarono il macabro scenario della ferocia nazista. Racconti raccapriccianti e dolorosi, fatti dagli stessi protagonisti e, loro malgrado, con sofferenze inaudite. La lotta partigiana, fu tutta italiana, e merita rispetto per averci guadagnato la libertà e una Costituzione, da qualcuno giustamente definita: “la più bella del mondo”.
Un Otto settembre di contraddizioni, ma di cui è impossibile non fare memoria. Oggi con questa destra meloniana si vuole stravolgere la storia, si vogliono tacitare e mettere nell’ ombra della memoria tali avvenimenti e addirittura far passare sotto traccia il 25 aprile, anniversario della liberazione, festa nazionale per commemorare la liberazione dall’ occupazione nazista e dal fascismo a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo. A ottantadue anni da quella data molti sono i segnali in questo periodo storico che inquietano le coscienze di gran parte degli Italiani: rigurgiti di fascismo, di revisione storica, favoriti dagli eredi politici che oggi siedono al governo del Paese. Il tentativo di limitare i poteri di controllo istituzionali, la lotta senza esclusione di colpi alla magistratura che si cerca sempre più di sottomettere, la necessità di silenziare i media, e la volontà di cambiare alcune norme della Costituzione, pilastri fondanti della nostra democrazia, fanno della “Caciottara” un personaggio pericoloso e prettamente ipocrita. Anche il quadro internazionale ed europeo in particolare non depone bene, si assiste infatti all’avanzata di forze reazionarie che orientano il governo delle Nazioni verso forme di democratura mettendo sempre più a rischio i diritti e la libertà dei popoli.