Irpef, benefici da 40 a 1400 euro con il taglio delle tasse. Le simulazioni per fasce di reddito. L’ampliamento del secondo scaglione e la riduzione di due punti dell’aliquota a cui punta il governo avvantaggerebbe i redditi medio alti e costerebbe 4,5 miliardi. Ecco tutti i conti

(di Flavio Bini – repubblica.it) – MILANO – Il nuovo taglio delle tasse che ha in cantiere il governo potrebbe portare benefici fino a 1400 euro all’anno per i redditi medio-alti, sopra i 60 mila euro. È quanto mettono in evidenza le simulazioni condotte da Izi, società di analisi e valutazioni economiche e politiche sulla proposta di taglio delle tasse a cui starebbe lavorando l’esecutivo, che prevede – nello scenario più ottimistico – un ampliamento della fascia per il secondo scaglione Irpef dai 50 mila attuali a 60 mila euro e, parallelamente, nella riduzione dell’aliquota dal 35% al 33%. Una combinazione che secondo lo studio potrebbe costare alle casse pubbliche oltre 4,5 miliardi di euro.

A beneficiarne – riporta l’analisi i -sarebbero tutti quelli che dichiarano redditi per almeno 28mila euro , ovvero il 27,4% dei contribuenti. Per studiare gli effetti della possibile misura Izi ha calcolato la differenza in termini di Irpef per diversi livelli di reddito. I risparmi vanno dai 40 euro annuali per chi dichiara redditi pari a 30 mila euro fino a circa 1.400 euro per chi ne dichiara almeno 60 mila. Va detto che è comunque tutto da vedere che questo maxi beneficio venga mantenuto anche per chi va oltre questa soglia (cioè oltre i 60 mila euro), visto che già in passato a tagli fiscali sono corrisposti, per le fasce più alte, pari riduzioni di detrazioni, sterilizzando di fatto l’effetto della riduzione di tasse.

“Con questa proposta l’IRPEF dovuta si riduce in maniera inapprezzabile per i redditi fino a 45 mila euro, per arrivare ad un massimo di 1400 euro per i redditi tra i 50 e i 60 mila che significa poco più di 100 euro al mese di riduzione: a questi livelli si tratta di una misura interessante. Sappiamo però bene che la platea dei contribuenti si riduce molto in questa fascia di reddito medio alto, mentre la stragrande maggioranza dei redditi da lavoro si trova nella fascia non interessata dalla riforma e che si ritrova con un vantaggio solo di qualche decina di euro al mese”, è l’analisi di Giacomo Spaini, presidente e ceo di Izi .
E tutto contro i principi costituzionali!
ladri!
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