(di Michele Serra – repubblica.it) – Nel composito equipaggio della Sumud Flotilla in rotta verso Gaza ci sono anche quattro parlamentari italiani (due eurodeputate). Sono del Pd, Avs, Cinquestelle. Faranno la stessa vita e correranno gli stessi rischi degli altri imbarcati.

È vero che la spedizione non è stata convocata “dall’alto”, nessun governo o istituzione ne avrebbe avuto la forza o il coraggio, o più semplicemente le buone idee non fioriscono più dentro la politica “ufficiale”. Ma in questo caso vale la pena sospendere le lagnanze e i rimbrotti: c’è una sintonia verificabile e attiva tra questi cittadini e alcuni dei loro eletti.

Faranno, in questa occasione, la stessa politica, con gli stessi convincimenti e lo stesso obiettivo: sfondare almeno simbolicamente, e se possibile anche fisicamente, usando i loro corpi disarmati, il muro di segregazione eretto da Israele attorno a Gaza.

L’altra sera sulla Sette c’erano, in collegamento, Greta Thunberg e Elly Schlein e hanno parlato la stessa lingua, cosa tutt’altro che frequente quando a prendere la parola sono una attivista “di base”, per quanto celebre, e una leader di partito.

Era piuttosto emozionante riscoprire (dopo quanto tempo?) che la politica può anche essere coinvolgente, potente e soprattutto facile da capire. Riconoscibile da chiunque sappia ancora farlo: il viaggio di quella gente verso Gaza rimanda alle pagine importanti della storia umana.