
(di Antonio Pitoni – lanotiziagiornale.it) – Abili e arruolati, Italia compresa. Parola della Nato. Tutti i Paesi aderenti all’Alleanza atlantica (ad eccezione dell’Islanda) hanno raggiunto il target del 2 per cento del Pil in spese militari. Come ordinato dalla Casa Bianca, sotto minaccia del disimpegno Usa in caso di mancato rispetto della soglia minima pattuita nel 2014, gli alleati si sono adeguati. Allineati e coperti, ma a quale prezzo? Per il nostro Paese il budget militare schizza dai 18 miliardi di nove anni fa agli oltre 45 miliardi del 2025. C’è di che essere orgogliosi in tempi di magra. Con cinque milioni di italiani in povertà assoluta, che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, e circo otto milioni e mezzo di lavoratori, che faticano ad arrivare alla fine del mese.
Per non parlare della Sanità allo sfascio con milioni di cittadini costretti a rinunciare alle cure, e della scuola con le pezze al deretano. Vorrà dire che gli indigenti mangeranno polvere da sparo, i malati di cancro faranno la chemio con l’uranio impoverito mentre i nostri figli studieranno in classe tattiche militari. Intanto il governo è già alle prese con la prossima manovra. Ma le coperture per le principali misure annunciate dal governo – dal Piano casa al taglio dell’Irpef – restano un rebus. È la solita vecchia storia. Per il riarmo imposto da Trump agli alleati-vassalli della Nato i soldi si trovano sempre. Per il resto non c’è mai un euro. Almeno la smettano di menarcela con la balla del prima gli Italiani.
In ormai consolidato sistema ove danaro si stampa a piacimento come biglietti da visita…. esserci o no esserci soldi dipende unicamente da scelte strategico-politiche di oligarchie finanziarie!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
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A pitoni chiedo se non gli fa specie che questo aumento di spese militari oltre ad essere sostenuto dall’ attuale governo lo sia anche dal PD con il quale Conte dovrebbe governare in caso di ribaltamento del quadro politico alle prossime elezioni. Dovre si prenderebberanno le risorse finanziarie per rilanciare scuola, sanità e trasporti se bisognera’ ottemperate all’ accordo sull’aumento della spesa per la difesa addirittura al 5 per cento del pil ! Magari nel frattempo Trump sarà sostituito da un dem il ché non cambierà nulla dal punto dei propositi di riarmo e belligeranza .
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Li prenderei dalle tasche e dalle propietà di tutti quelli che negli ultimi 50 anni hanno devastato questo paese compreso cittadini comuni evasori seriali
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Corrette osservazioni.
Se ci dovesse essere un cambiamento di governo, chi subentrera’ usera’ la foglia di fico del lavoro sporco fatto da altri cui loro purtroppo sono obbligati a dare seguito per rispettare gli impegni presi.
Sara’ divertente vedere dove li prenderanno.
Sentendo le “dichiarazie” degli ultimi giorni di esponenti dell’opposizione, io un’idea me la sono gia’ fatta; ma vedremo meglio in seguito.
Evitiamo processi alle intenzioni.
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La Meloni è un virus letale per il popolo italiano. Costei mente ed inganna il popolo italiano con una criminale disinvoltura . Sulle stragi come quella di Bologna eseguita dai suoi camerati fascisti stragisti: fioravanti mambro cavallini bellini ciavardini e finanziata da gelli a sua volta finanziato dalla CIA e dai servizi di un antistato destrorso all’interno dello stesso. volto a destabilizzare le istituzioni democratiche …nonchè quelle di Falcone e Borsellino sempre operate dai predetti mafio servizi di detto antistato e dalla CIA eseguite perchè i predetti magistrati avevano scoperto la trattativa di detto antistato con la mafia… scoperta che causò la loro prematura fine
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Disfacimento progressivo- Viviana Vivarelli.
Hanno cominciato manipolando l’informazione.
Poi l’informazione hanno cominciata a falsificarla alle origini, inventando di sana pianta informazione falsa.
Ora siamo arrivati a un punto di Babele totale:
tra una informazione dei media e un delirio puro non c’è più ormai nessuna differenza.
Non so dove vogliano arrivare, alla delegittimazione di ogni notizia, o a quella di loro stessi come falsificatori totali della verità.
L’unica cosa chiara è che se in questo paese non si impone una questione morale ‘per legge’ e con pena’ in ogni settore privato e pubblico, soprattutto se non la si impone alla stampa e alla politica, con tanto di responsabilità legale dotata di sanzione penale, siamo allo sfascio di qualunque attendibilità e dunque di qualunque autorità e alla legittimazione di qualunque Stato. Nemmeno una associazione mafiosa può tollerare una tale massa di falsificazione al suo interno. Si può cercare di ingannare qualcuno, Non si può perpetrare il progetto di ingannare tutti.
Un tot di falsificazione dei fatti è tollerabile. Con la completa falsificazione di ogni fatto siamo alla disfatta degli stessi falsificatori.
Lo stesso nella politica. Un tot di delinquenza o di amoralità può considerarsi fisiologica. Un totale affonda ogni politica e ogni apparato mediatico nella delegittimazione e nella criminalità intollerabile.
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Rivoluzioni-Viviana Vivarelli.
È facile dire: le cose vanno così male che ci vorrebbe una rivoluzione.
Il primo errore è credere che ci sia bisogno di qualcuno che le rivoluzioni le animi.
Vorremmo un Garibaldi o un Che Guevara mentre, al più, abbiamo un Barbero o un Montanari, persone pacifiche anche se idealistiche.
Il secondo errore è credere che la responsabilità di una rivoluzione debba essere sempre di qualcun altro, non nostra, e che a noi spetti sempre e solo la pigrizia di aspettare che a muoversi sia qualcun altro e, se non lo fa, ci sentiamo in diritto di accusarlo.
Il terzo errore è pensare che una rivoluzione sia fare una barricata e non diffondere un’evoluzione, mentre per realizzare quest’ultima si deve imparare a pensare e ad a usare la conoscenza, l’informazione, il confronto, la creatività e la logica.
Per quanto la storia ci mostri che le rivoluzioni avvengono quando questo lavoro di preparazione è avvenuto e le aspettative generali sono molto più avanti rispetto allo status politico, continuiamo a disprezzare la diffusione delle idee come se oggi si potesse fare ancora una rivoluzione con le bombe a mano o con una gestione dall’alto fatta da Tizio o Caio e non dovesse diventare attivo un quarto potere che si chiama ‘opinione pubblica’ per cui prima di ogni azione ci dovrebbe essere una pedagogia per creare un movimento culturale e un’esigenza diffusa.
Il quarto errore è non capire che la prima rivoluzione sta nel vivere. E che se non cambiamo il nostro modo di vivere, i nostri desideri, le nostre aspettative e il senso chiaro dei nostri diritti e delle nostre scelte, siamo perduti prima di fare qualunque altra cosa.
Il quinto errore è credere che basti qualche lieve cambiamento di opinione in un gruppo ristretto di persone dall’alto per cambiare uno Stato.
Ci vuole ben altro.
Il peggior rivoluzionario è quello che passa tutto il suo tempo a piatire perché il suo presunto capopopolo non gli dà il segnale della rivoluzione. E intanto si gratta la rogna. Ma ha la presunzione di credere che sta facendo pure qualcosa. Pensa che la rivoluzione gli debba essere servita, appena è pronta, come il caffè al bar, coi cornetti, e che sia con la schiuma o senza schiuma, con latte freddo o caldo, nella tazza o nel vetro, secondo i suoi comodi. Se pure qualcuno gli dicesse che la rivoluzione è scoppiata oggi, direbbe: “Ma proprio questo giorno qui?! Avevo già un impegno!”.
Poi c’è il rivoluzionario che passa il tempo a dire che siamo nel decadentismo. Che non c’è soluzione o salvezza. Che non resta più nulla da fare. Che non potremo mai fare niente. Che tanto gli uomini sono cattivi…Che tutti i partiti sono uguali. Che è inutile votare. Che lui ormai non si occupa nemmeno più della politica. Quello non è un rivoluzionario. È un sedentario. Un inutile nichilista. I regimi con quello ci vanno a nozze. I Governi peggiori nascono grazie all’astensionismo di costoro.
La cosa più difficile è capire che la rivoluzione è vivere. Non omologarsi, adattarsi, arrendersi o sopravvivere. Non seguire i media o l’uomo-massa ma imparare, conoscere, confrontare, viaggiare, paragonare, scegliere, vivere. Ma in genere gli uomini vegetano o si radicano, non vivono.
Ad alcuni per essere rivoluzionari manca solo la rivoluzione..
Non capiscono che rivoluzionari si nasce, non si diventa.
La rivoluzione si identifica con la vita in cammino. Se non cammina sempre, non nasce mai.
Ma, quando si cominicia a camminare, occorre ben distinguere la speranza dall’illusione.
L’illusione appartiene al regno labile della fantasia. La speranza alla solidità della ragione e alla costanza della volontà.
Mandela ha liberato il Sudafrica dall’apartheid ma si è fatto 27 anni di carcere. Gandhi ha liberato l’India dal dominio inglese ma ha lottato per 30 anni.
La libertà non cresce sopra gli alberi.
Inutile aspettare che ti cada in testa come la mela di Newton.
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Il Governo Meloni è alla strenua ricerca di 100 miliardi di euro da spendere in Trump-armi
Vuoi vedere che li trova nelle tasche degli italiani?
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