
(di Michele Serra – repubblica.it) – Dice Sorrentino che il protagonista del suo film La grazia, appena presentato a Venezia, è «una persona seria», e questa qualità mi ha colpito come se fosse una specie di super-potere. Come l’uomo invisibile, come Spiderman, come Hulk, la «persona seria» fa spicco per la sua eccezionalità, e ho voglia di vedere il film (anche perché amo molto il cinema di Sorrentino) per verificare se questa mia percezione abbia un fondamento. Se, cioè, la persona seria entra di diritto nel ristretto circolo dei supereroi.
Della scomparsa del concetto di serietà dalla scena politica ha scritto efficacemente, poche settimane fa, Walter Veltroni sul Corriere, ma mi sento di estendere questa osservazione anche al mondo della comunicazione in generale. Essendo lo scopo della comunicazione — a tutti i livelli — attirare l’attenzione degli altri a qualunque costo, si schiaccia su quasi tutti i tasti espressivi che “fanno il botto”: la brillantezza, la volgarità, l’aggressività, l’esibizionismo, il vittimismo e la richiesta di compassione, l’ostentazione dell’odio e quella dell’amore, l’emotività in ebollizione costante.
La serietà non corrisponde ad alcuno di questi registri, è riflessiva, spesso silenziosa, ha tempi lunghi e alla fine è sempre a rischio di essere noiosa. Ovvero di non essere notata, che è la peggiore sorte immaginabile da quando viviamo nella società dello spettacolo: se nessuno ci applaude e nessuno ci fischia, abbiamo il terrore di non esistere.
La serietà non è sinonimo dell’autorevolezza ma ne è la condizione: la introduce. Pare che la persona seria del film di Sorrentino abbia come suo compagno di strada il dubbio. Mi sono chiesto qual è l’ultima volta che ho sentito una persona pubblica rispondere “non lo so”, o “devo pensarci sopra”, a una domanda. Entrerebbe di diritto nell’albo, ristrettissimo, delle persone serie.
Grandissimo Serra.
Una volta ogni 30anni sono daccordo con te.
Meraviglioso articolo dedicato a Travaglio. Che legnata meritata.
Giuro che al prossimo articolo di questo tenore
-vado a fare la tessera del PD
-parteciperò attivamente a tutte le tue manifestazioni indossando le fascie rosse del servizio sicurezza e andando a sistemare le freccie del percorso del corteo.
-ovviamente sono già da questo momento filoamericano
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P.S.: Michele prova con la morfina anche tu quando leggi il Marcolino nuova versione…aiuta
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Direi che un paio di biglietti gratis li ha guadagnati……
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Parliamo di serietà? Beh allora tra i leader politici ce n’è uno solo di serio! E uno soltanto! Ma veramente tanto! E proprio grazie o per colpa della sua serietà è dileggiato da gran parte dei media e pseudo colleghi che non sarebbero degni nemmeno di baciargli le suole delle scarpe! Invece abbiamo fior fiore di incapaci inetti al comando, leccapiedi totali!
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Michelino descrivendo cosa dovrebbe essere una persona seria ha fatto il ritratto del suo contrario cioè dell’ anti Serra.
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Non è serio promuovere un film senza averlo visto, come non è serio confondere la comunicazione con il marketing o Veltroni con il giornalismo. Un giornalista serio non dovrebbe scrivere articoli pubbliredazionali.
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Una persona seria non è ipocrita. Una persona seria non ha doppi standard.
E lei/voi, siete piuttosto dei piacioni, paternalisti, doppiopesisti, opportunisti, opachi, più che persone serie.
Siete piuttosto l’indispensabile quinta colonna della plutocrazia, la quinta colonna delle alte vette dell’idiozia cielostellata.
Serra, sali su un treno regionale e guardati intorno: è merito anche tuo.
Ma la vostra cerchia non avrà problemi a dire, in qualche meeting, che è colpa di tutt’altri, ovviamente.
Come detto in prima riga…
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