La tenacia con cui i russi combattono in Ucraina è impressionante. Altrettanto impressionanti sono i consensi verso Putin. Più Putin manda soldati al fronte, maggiori sono i suoi […]

(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – La tenacia con cui i russi combattono in Ucraina è impressionante. Altrettanto impressionanti sono i consensi verso Putin. Più Putin manda soldati al fronte, maggiori sono i suoi consensi. Anziché causare una rivolta popolare, la guerra in Ucraina ha accresciuto l’amore dei russi per il loro presidente. Perché? I grandi media italiani non hanno mai affrontato questa domanda, perché la risposta è molto scomoda per la Casa Bianca, di cui l’Italia è uno Stato satellite. Per capire la ragione per cui i russi combattono con tale furia in Ucraina, è necessario conoscere l’obiettivo ultimo – l’“obiettivo strategico supremo” – dell’espansione americana in Ucraina. Gli Stati Uniti stanno cercando di espandere la presenza militare sul confine occidentale della Russia per aumentare la loro deterrenza nucleare contro il Cremlino. Gli Stati Uniti usano l’espansione della Nato in Europa dell’Est per porsi nella condizione di colpire la Russia con le testate nucleari prima che la Russia colpisca il territorio americano con le proprie. La guerra in Ucraina è una guerra convenzionale per acquisire la supremazia nella guerra nucleare. Ciò trova conferma nella dichiarazione di Putin del 14 agosto. Attenzione: il giorno prima del vertice in Alaska, Putin ha dichiarato: “La pace passa per un accordo sul nucleare con gli Usa”. La Russia ha fatto progressi enormi nella tecnologia militare finalizzata alla guerra nucleare. Ha addirittura sviluppato un missile balistico ipersonico, l’Oreshnik, in grado di caricare sei testate nucleari che si dirigono verso obiettivi diversi guidate da remoto. Il che significa che la Russia può condurre sei bombardamenti nucleari con un solo missile. La Russia ha lanciato l’Oreshnik contro un complesso industriale a Dnipro, città nel sud dell’Ucraina, il 21 novembre 2024. Gli ucraini hanno dichiarato di non poter intercettare l’Oreshnik.
La società giornalistica filo-americana obietta: “Che assurdità. La Nato non ha mai dichiarato di voler piazzare le sue testate nucleari in Ucraina”. Che dire? Affinché l’Ucraina rappresenti una minaccia nucleare per la Russia, non è necessario che le testate nucleari americane stazionino stabilmente sul territorio ucraino, come accade in Italia nelle basi di Aviano e Ghedi. È sufficiente che Zelensky abbia gli F-16 giusti. Senza considerare che l’Ucraina può ricevere i sistemi di lancio per le testate nucleari in qualunque momento. Il fatto che la Casa Bianca non abbia mai dichiarato di voler utilizzare l’Ucraina per aumentare la sua deterrenza nucleare verso la Russia è ovvio. Nessun governo affronta simili questioni pubblicamente, come confermano le bombe atomiche “segrete” d’Israele. Nessun governo ha mai chiesto agli italiani se volessero ospitare le bombe atomiche americane sul proprio territorio. Gli italiani erano contrari. Eppure, i governi italiani le hanno ospitate ugualmente, con una decisione a porte chiuse.
Essendo l’Italia uno Stato satellite della Casa Bianca, questi discorsi sono censurati dalla grande stampa da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. I russi, invece, ne parlano tutti i giorni. I russi sanno benissimo che gli Stati Uniti possono dare tutte le armi che vogliono a Zelensky, incluse le testate nucleari. Ecco perché i russi combattono in Ucraina con immensa determinazione e desiderio di vittoria. Ed ecco perché i russi sono pronti alla guerra nucleare in Ucraina. Tutto questo aiuta a capire i dati pubblicati il 6 dicembre 2024 dal Censis, secondo cui il 66,3% degli italiani pensa che la guerra in Ucraina sia colpa dell’Occidente e degli Stati Uniti in particolare.
il 66,3% ?
non so dove abbia preso questo dato, fosse vero è alquanto straordinario, vista l’ossessiva e martellante propaganda russofobica.
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L’Ucraina è quell’abisso che finirà per ingoiarci tutti. Ma ai politici europei questo non interessa. Probabilmente sono animati dalla convinzione che i russi stanno scherzando. Non fosse così non si capirebbe la caparbietà con cui stanno facendo di tutto, da trent’anni, per mettere i russi con le spalle al muro.
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Mi meraviglio che l’autore dell’articolo qui linkato, sia stato deputato di fi. Già deputato, analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.È Il contrario di Tajani e la biondastra.
Su Trump :il suo comportamento è quello che i francesi chiamerebbero “guascone”, i milanesi “bauscia” e i romani “er più”, in italiano, più semplicemente “sbruffone”.
Certo, noi europei restiamo una pedina che i “grandi” si giocano assieme a tutte le altre pedine del mondo. Certo, l’Ucraina sarà abbandonata a sé stessa e speriamo soltanto che non tocchi a noi europei il prendercela…
https://www.notiziegeopolitiche.net/ucraina-stupidi-mascalzoni-e-guerrafondai-gli-europei-che-non-vogliono-la-pace/
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Virgy, raramente ho letto un articolo così lucido e centrato!
Grazie.
Mi permetto di aprirlo e postarlo:
“UCRAINA. STUPIDI, MASCALZONI E GUERRAFONDAI: GLI EUROPEI CHE NON VOGLIONO LA PACE
18 Agosto 2025
di Dario Rivolta * –
Conclusosi il vertice di Anchorage, siamo costretti a subire tre tipi di reazioni imbecilli. Di una, quella delle opposizioni al nostro governo, è praticamente inutile parlare poiché qualunque cosa avesse detto la Meloni sull’argomento, l’avrebbero contestata a prescindere. Tra loro si distinguono Calenda e Magi, perché in quanto a pensieri che lasciano basiti battono ogni record. Tra le altre reazioni apparse in questi giorni occorre considerare quella dei cretini ad oltranza e quella dei guerrafondai di vario genere.
I cretini continuano a ripetere che “serve una pace giusta” e che l’Ucraina deve essere al tavolo “anche con l’Europa”. Ci sarebbe da chiederci se “ci sono o ci fanno”. È sotto gli occhi di tutti che una pace duratura e “giusta” lo è soltanto quando, in un modo o nell’altro c’è un vincitore e un vinto. Chiunque conosca un po’ di storia sa che senza un vero vincitore ogni pace è solo temporanea e presto o tardi tutto ricomincerà. Ebbene, vorrei proprio conoscere chi possa ancora pensare che l’Ucraina sarà il vincitore e Putin sarà obbligato a rinunciare al Donbass, alla Crimea e accetterà che Kiev entri nella NATO. Se c’è chi lo crede si faccia avanti, potrei presentargli un buono psicologo. Per quanto riguarda il desiderio che l’Ucraina sieda al tavolo per negoziare, chi lo auspica dimentica (se in buona fede) che questo paese ha cominciato dapprima la guerra civile e poi la conseguente invasione russa come intermediaria di altri paesi che puntavano a colpire la Russia per metterla in ginocchio e approfittare poi delle ricchezze del suo territorio. Si è trattato di una guerra per procura e chi lo nega o non capisce nulla o è in malafede. Volodymyr Zelensky, e prima di lui Petro Poroshenko, sono solo state marionette animate da interessi che nulla avevano a vedere con quelli dei comuni cittadini dell’Ucraina. Zelensky in particolare è stato creato a tavolino con la complicità americana e inglese e, purtroppo per lui, è impazzito credendo di essere davvero un protagonista. Come se Gassman avesse, a un certo punto, creduto di essere davvero Brancaleone. Cosa potrebbe mai negoziare questo fantoccio se gli americani togliessero tutti i consiglieri, non dessero più un fucile e arrestassero il flusso di denaro (che i masochisti europei continueranno invece ad alimentare)? A quel punto il suo problema sarebbe solo il come far fronte a tutti i suoi corrotti sodali che non potrebbero più arricchirsi con la corruzione e i furti, mentre i giovani ucraini sono mandati a morire la fronte e chi resta a casa vede distruggere le proprie case e la propria prospettiva di vita. E l’Europa? Mi viene da ridere… I nostri imbelli leader, troppo minus habens per aver saputo pensare autonomamente hanno pedissequamente obbedito per decenni agli ordini da oltreoceano e, quando da laggiù qualcosa è cambiato, si sono trovati spiazzati. Davanti alla crisi economica in cui hanno trascinato i loro Paesi non sanno più cosa fare per non ammettere di aver solo assecondato gli interessi altrui a scapito di quelli europei e si inventano il pericolo di un’invasione russa per giustificare il loro fare i giapponesi nell’isola del Pacifico anche a guerra finita. Seduti al tavolo? Ma se non contano nulla per loro incapacità congenita e in tutto il mondo l’Europa è considerata insignificante nella politica internazionale chi mai potrebbe invitarli? A fare che? Per dire cosa? Certamente, in quanto da sempre sono un convinto europeista questa realtà non mi piace, ma non sono così cieco da non vedere e tanto ipocrita da negare l’evidenza.
La terza categoria è quella dei guerrafondai. Costoro sono più nascosti e numerosi di quanto possa sembrare a prima vista. Tra di loro ci sono, naturalmente, i fabbricanti di armamenti (soprattutto americani, ma non solo) ma anche molte organizzazioni pubbliche o “non governative”, che da ogni guerra traggono la loro ragione d’essere, oltre che salari per tutti i collaboratori e ricchezze varie non sempre identificabili. I peggiori di tutti, tuttavia, sono quelli che hanno già messo gli occhi sulla “ricostruzione”, e costoro sanno che se l’Ucraina sarà controllata dall’Occidente per loro ci saranno soldi e futuro. Se invece sarà Mosca a dettare la linea, saranno altri ad approfittare di tutto ciò che se ne ricaverà. C’è però anche un’altra categoria di guerrafondai che sta a cavallo tra la stupidità e l’interesse. Si tratta di coloro che non sanno ancora, o non hanno ancora realizzato, che la Guerra Fredda è finita da decenni e che la Russia non è più l’Unione Sovietica comunista. I sovietici non erano soltanto gli antagonisti geopolitici dell’Occidente, erano anche concorrenti ideologici che cercavano di fare proseliti per il loro tipo di organizzazione economica, così come noi lo facevamo per il metodo liberista. Tra coloro che non hanno capito che il mondo è cambiato ci sono molti americani, imbottiti per decenni di propaganda anti-sovietica, e una grande fetta della popolazione britannica. Gli inglesi, una volta impero mondiale, non accettano l’idea di non contare più niente nel mondo e cercano qualche protagonismo d’accatto mentre nutrono la loro secolare russofobia.
Lasciamo però da parte sia gli imbecilli che i mascalzoni, e diciamo due parole sull’incontro di Anchorage. Da quando Donald Trump è rientrato nel suo ruolo di presidente ha capito che per gli Stati Uniti il gioco in Ucraina non valeva più la candela. Il piano costruito da anni, quello di spaccare la Russia, non era riuscito e non restava che o elaborare una nuova strategia o andare verso la guerra diretta. La seconda ipotesi sarebbe stata un suicidio non solo per gli USA, ma per il mondo intero e chi avrebbe potuto trarne un qualche vantaggio era il solo vero concorrente degli Stati Uniti: la Cina. Inoltre, in patria si trovava con un debito pubblico e privato enorme, una deindustrializzazione galoppante, un dollaro (la cui mondializzazione è indispensabile per garantire il benessere americano) sotto attacco su vari fronti e la struttura infrastrutturale del paese quasi ovunque obsoleta. Ha giustamente pensato che per garantirsi una continuità nella supremazia mondiale occorreva spartirla, al minimo possibile, con altri. D’altronde è irrealizzabile, perfino per gli Stati Uniti, gestire da soli le tante questioni aperte: Medio oriente, Brics, Artico che si apre ed è ricco di materie prime, Cina, conflitti locali nel Pacifico, cambiamento climatico, terre rare, armi atomiche. Ecco dunque la soluzione più saggia: mettersi d’accordo con una potenza come la Russia (è comunque il Paese più vasto al mondo) e cercare poi, se possibile, di trovare un ulteriore accordo anche con la Cina. Una nuova Yalta, insomma. Certo, il suo comportamento è quello che i francesi chiamerebbero “guascone”, i milanesi “bauscia” e i romani “er più”, in italiano, più semplicemente “sbruffone”. Certo, noi europei restiamo una pedina che i “grandi” si giocano assieme a tutte le altre pedine del mondo. Certo, l’Ucraina sarà abbandonata a sé stessa e speriamo soltanto che non tocchi a noi europei il prendercela. Certo, le incognite restano e sono tante: India, Brasile, crisi economica mondiale ecc….
Tuttavia, detto tutto questo, da cittadino del mondo io sono felice che i leader delle due maggiori potenze nucleari si siano incontrati e possano aver trovato diversi punti in comune. Che importa se chi ha guadagnato di più sia stato Putin o Trump? Quel che conta è che abbiano dialogato con reciproco rispetto e abbiano messo le basi per una buona intesa. Probabilmente i loro accordi sono fatti anche sulle nostre teste ma ciò dipende solo dalla pochezza dei nostri governanti che non hanno saputo farci diventare, noi europei, una potenza anche politica oltre che economica (economica, sperando che duri). Gli accordi di Yalta ci trasformarono in colonie degli americani e dei sovietici ma almeno abbiamo avuto ottant’anni di pace e (noi occidentali) benessere economico. Se qualcuno preferisce la guerra, che vada al diavolo!
* Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.“
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@Anail vorrei inviarti quel video che mi hai chiesto. Ma essendo un video di Telegram che non è su YouTube, attraverso infosannio mi è difficile postare. Come facciamo a scambiarci 📧?
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Non ne ho idea… 🤷🏻♀️
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Effettivamente non arrivo a comprendere il nesso tra questa Persona e FI…
Ma innumerevoli oramai, sono le cose incomprensibili.
Interessante e lucido articolo, grazie.
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Talmente lucido e sensato da dare indirettamente dell’imbecille conclamato a (qualc)uno dei commentatori di Infosannio, che pure riceve ancora la considerazione minima – la fatica inutile di rispondergli – che andrebbe riservata solo alle persone non imbecilli.
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MENTONO SAPENDO DI MENTIRE FALSO IDEOLOGICO DEPENALIZZATO DISINFORMAZIONE….BALLE… FAKE …..
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Io non so da dove prenda i dati Orsini ma The Insider.ru un giornale di inchiesta russo dice il contrario “La delusione è grande, nessuno vuole più aiutare l’esercito.” Confessioni dei volontari Z”Una parte significativa delle forniture dell’esercito russo – dalle uniformi militari alle termocamere e ai droni – proviene da volontari fin dall’inizio dell’invasione su vasta scala. Negli ultimi mesi, tuttavia, il movimento dei volontari è entrato in profonda crisi. Anche i più fedeli tra coloro che raccolgono aiuti per i “partecipanti dell’SVO” parlano sempre più di delusione e stanchezza. La popolazione è stanca della guerra, spera sempre più in un rapido cessate il fuoco e, nelle regioni di confine, l’esercito russo è considerato una minaccia non inferiore a quello ucraino, poiché sta trasferendo le strutture militari al settore privato. The Insider ha parlato con volontari delle regioni di confine che acquistano equipaggiamento, equipaggiamento e altri aiuti per i militari dal 2022″
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Ti risulta che Orsini abbia mai preso dei dati in considerazione?
Lo facesse smetterebbe di scrivere all’istante.
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Un po di Storia sull’inaffidabilità di Putin e della Russia
Perche Zelensky, che in precedenza aveva espresso la volontà di incontrare Putin, continua a chiedere agli Usa maggiore chiarezza e maggiori garanzie di sicurezza occidentali prima di impegnarsi in un vertice con Putin? Kiev è scettica su Putin perche guarda la storia dei passati accordi di pace tra Mosca e georgia e cecenia una serie di accordi non rispettati da Putin.Ciò che guida il pensiero dell’Ucraina è il timore che la Russia possa semplicemente invadere di nuovo il Paese se a Kiev non verranno fornite adeguate garanzie di sicurezza occidentali. Gli esperti hanno dichiarato al “Moscow Times” che, anche se si raggiungesse un accordo di pace, la tendenza della Russia a eludere o addirittura violare i termini degli accordi dovrebbe suscitare scetticismo sulla sua capacità di rispettare qualsiasi accordo futuro.La storia di controversi accordi di pace nella Russia moderna risale ai caotici anni successivi alla caduta dell’Unione Sovietica. Quando la repubblica cecena di Ichkeria dichiarò l’indipendenza nell’inverno del 1991, Mosca si ritrovò improvvisamente a fronteggiare una crisi simile, nella regione strategicamente importante del Caucaso settentrionale. Dopo tre anni di insuccessi nel contrastare il movimento con mezzi clandestini, il presidente Boris Eltsin ordinò una campagna aerea e terrestre per neutralizzare i separatisti. Secondo Marat Ilyasov, professore presso il College of the Holy Cross ed esperto delle guerre in Cecenia, fu durante questo conflitto che la Russia adottò la brutale strategia di repressione delle minacce percepite alla sicurezza, che oggi guida la sua guerra in Ucraina.”Come [la Russia] ha fatto con la Georgia, annettendo territori, così ha fatto con l’Ucraina, ma tutto risale alla Cecenia all’inizio”, ha detto al Moscow Times, riferendosi ad altri conflitti internazionali che la Russia avrebbe poi combattuto.Ilyasov viveva in Cecenia negli anni ’90, quando la Russia colpì il capoluogo regionale Grozny con l’artiglieria e inviò 40.000 soldati “per ripristinare la legalità costituzionale, la legge, l’ordine e la pace nella repubblica cecena”.Quando la guerra terminò, dopo due anni, il prezzo delle vittime fu di oltre 50.000 morti, la maggior parte dei quali civili.Due accordi segnano la fine della prima guerra cecena: gli accordi di Khasavyurt del 1996 e il trattato di pace tra Russia e Cecenia del 1997 .Entrambi hanno delineato l’intesa secondo cui le controversie non sarebbero state risolte con la violenza, con il primo in particolare che vietava l’uso della “forza armata o ne minacciava l’uso nella risoluzione di tutte le questioni”.Per un certo periodo, sembrò che queste misure potessero essere sufficienti a risolvere i principali conflitti tra le due parti. Ma l’indipendenza della Cecenia rimase una questione aperta e, tre anni dopo, sotto la guida del neo-insediato Primo Ministro Vladimir Putin, la Russia invase nuovamente la regione, sostenendo che fosse la fonte del terrorismo che si stava diffondendo in tutto il Paese.Secondo Ilyasov, l’invasione del 1999, che segnò l’inizio della seconda guerra cecena, rappresentò una violazione degli accordi che avevano posto fine alla prima.”La Russia ha violato le condizioni degli accordi di pace, questo è certo”, ha dichiarato Ilyasov al Moscow Times. “Sì, c’erano problemi di sicurezza, ma non c’era nulla che non fosse risolvibile, e i problemi di sicurezza non erano così gravi da richiedere una seconda guerra”.Invece di negoziare con il governo al potere, il Cremlino lanciò un’offensiva durata un decennio, che avrebbe causato migliaia di morti e si sarebbe conclusa con la salita al potere della famiglia Kadyrov, alleata del Cremlino.Per Ilyasov, l’esperienza della Cecenia mette in luce una semplice verità: se Mosca percepisce una minaccia alla sicurezza, nessun accordo le impedirà di invadere nuovamente una regione.”Se vogliono preservare il loro Paese così com’è, non c’è nulla che possa fargli ottenere questo accordo di pace”, ha detto, riferendosi alla riluttanza della Russia a restituire il territorio ucraino annesso. E se l’Ucraina dovesse ottenere un accordo di pace, ha continuato, “potrebbe essere questione di diversi anni, ma i russi torneranno”.”Se la Russia ritiene di poter rompere l’accordo in tutta sicurezza, lo farà”La Russia non aveva ancora terminato la sua operazione militare in Cecenia quando il conflitto scoppiò altrove nel Caucaso.Era l’agosto del 2008 quando il presidente georgiano Mikheil Saakashvili ordinò alle sue truppe di respingere le forze sostenute dalla Russia nella regione separatista dell’Ossezia del Sud.La Russia rispose inviando truppe nella regione, un passo che l’allora presidente Dmitry Medvedev affermò fosse finalizzato a “prevenire il genocidio”, simile alla retorica che Mosca avrebbe poi utilizzato per giustificare la sua invasione su vasta scala dell’Ucraina.Dopo cinque giorni di combattimenti, la guerra russo-georgiana non si è conclusa con il tipo di accordo di pace globale che i presidenti Trump e Putin stanno spingendo per ottenere in Ucraina, bensì con un cessate il fuoco concordato in fretta e furia, noto come Piano in sei punti . Le sue disposizioni, tra cui la fine dei combattimenti e il permesso di far affluire gli aiuti umanitari, restano l’accordo vincolante per porre fine alla guerra.Tuttavia, negli anni successivi alla firma, affermano gli esperti georgiani, Mosca ha violato i termini chiave del Piano in sei punti, in particolare il punto numero cinque, che richiede che le truppe russe “si ritirino nelle posizioni occupate prima dell’inizio delle ostilità in Ossezia del Sud”.Per fare ciò, Mosca dovrebbe ritirare i suoi soldati dalla maggior parte dell’Ossezia del Sud, perdendo una fonte vitale di influenza su Tbilisi.Shota Utiashvili, un alto funzionario del Ministero degli Interni georgiano durante il conflitto, ha dichiarato al Moscow Times che il Piano in sei punti era il miglior accordo che la Georgia potesse ottenere all’epoca, anche se non aveva i meccanismi per impedire alla Russia di continuare a occupare il territorio.”Non c’erano molte opzioni sul tavolo”, ha detto Utiashvili. “Era abbastanza chiaro che i russi avrebbero mantenuto il controllo dei territori in loro possesso”.Nel giro di pochi anni, l’esperienza della Georgia è stata offuscata dallo scoppio dei combattimenti nel Donbass e dal fallimento degli accordi multilaterali volti a impedire l’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel 2022.Funzionari americani ed europei stanno ora spingendo per un vertice bilaterale tra Putin e Zelensky come passo successivo nel processo di pace per porre fine ai combattimenti.Utiashvili, che ha anche supervisionato i colloqui di pace con la Russia dopo la guerra, ha affermato che la lezione più importante che la Georgia può impartire in questo momento è l’importanza delle garanzie di sicurezza da parte dell’Occidente, un aspetto su cui i funzionari russi hanno già espresso scetticismo.”La questione chiave ora non è la formulazione dell’accordo, perché se la Russia ritiene di poterlo violare senza problemi, lo farà”, ha affermato. “La questione chiave è la solidità delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”.”Il popolo [ucraino] deve sapere che se la Russia attacca di nuovo”, ha aggiunto, “arriverà la cavalleria e non saranno abbandonati a se stessi”.
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L-70 bentornato, hai riparato il buco al pallone d’idrogeno vedo. Attento a non fumarci troppo vicino.
X Pierluigi Currelli:
Capito al volo chi sei e cosa ci fai qui.
Basta leggere le tue ‘fonti’:
Era l’agosto del 2008 quando il presidente georgiano Mikheil Saakashvili ordinò alle sue truppe di respingere le forze sostenute dalla Russia nella regione separatista dell’Ossezia del Sud.La Russia rispose inviando truppe nella regione, un passo che l’allora presidente Dmitry Medvedev affermò fosse finalizzato a “prevenire il genocidio”, simile alla retorica che Mosca avrebbe poi utilizzato per giustificare la sua invasione su vasta scala dell’Ucraina.Dopo cinque giorni di combattimenti, la guerra russo-georgiana non si è conclusa con il tipo di accordo di pace globale che i presidenti Trump e Putin stanno spingendo per ottenere in Ucraina, bensì con un cessate il fuoco concordato in fretta e furia, noto come Piano in sei punti .
Allora:
1- furono i georgiani del corrotto e deficiente Sakahsvili (quello che poi finirà pure in galera qualche annetto dopo, sempre tardi) a iniziare a sparare, altro che ‘respingere’. Iniziarono a tirare con i lanciarazzi multipli e a movimentare le truppe corazzate contro russi e osseti. E questo durante le Olimpiadi di Pechino 2008, tanto per approfittare della distrazione del mondo su tutt’altro argomento.
L’obbiettivo primario era quello di prendere il tunnel ROKI che avrebbe avuto un’importanza straordinaria nello strozzare l’afflusso di rinforzi russi per ribaltare l’offensiva georgiana. Ma FALLIRONO e i russi erano già pronti non essendogli sfuggita la preparazione del ridicolo esercito georgiano.
2- dopo 5 giorni di combattimenti OPS, i russi sfasciarono i georgiani che furono costretti ad ammettere l’impossibilità di combattere contro la Russia.
Ah, la Cecenia, motivo ‘sempreverde’ di attacchi alla Russia.
Ovviamente tu e gli altri propagandisti non avete niente da dire di come la Cecenia sia diventata ben presto un hub per terroristi ed estremisti islamici, vero? E certo che poi i russi avevano qualcosina da ridire sulla propria sicurezza interna.
La NATO in Kosovo intervenne per molto meno.
Poi sarei proprio curioso di sapere quale ‘cavalleria’ arriverà a soccorrere i tuoi amici ucro-nazisti. Chi ci mandiamo, i 30 carri armati inglesi o i 50 tedeschi ancora efficienti?
Dai, che c’é solo da ridere con gente come te e le tue presunte ‘fonti’.
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L-70 bentornato, hai riparato il buco al pallone d’idrogeno vedo. Attento a non fumarci troppo vicino.
X Pierluigi Currelli:
Capito al volo chi sei e cosa ci fai qui.
Basta leggere le tue ‘fonti’:
Era l’agosto del 2008 quando il presidente georgiano Mikheil Saakashvili ordinò alle sue truppe di respingere le forze sostenute dalla Russia nella regione separatista dell’Ossezia del Sud.La Russia rispose inviando truppe nella regione, ,,,Dopo cinque giorni di combattimenti, la guerra russo-georgiana non si è conclusa con il tipo di accordo di pace globale che i presidenti Trump e Putin stanno spingendo per ottenere in Ucraina, bensì con un cessate il fuoco concordato in fretta e furia, noto come Piano in sei punti .
Allora:
1- furono i georgiani del corrotto e d3ficiente Sakahsvili (quello che poi finirà pure in galera qualche annetto dopo, sempre tardi) a iniziare a sparare, altro che ‘respingere’. Iniziarono a tirare con i lanciarazzi multipli e a movimentare le truppe corazzate contro russi e osseti. E questo durante le Olimpiadi di Pechino 2008, tanto per approfittare della distrazione del mondo su tutt’altro argomento.
L’obbiettivo primario era quello di prendere il tunnel ROKI che avrebbe avuto un’importanza straordinaria nello strozzare l’afflusso di rinforzi russi per ribaltare l’offensiva georgiana. Ma FALLIRONO e i russi erano già pronti non essendogli sfuggita la preparazione del ridicolo esercito georgiano.
2- dopo 5 giorni di combattimenti OPS, i russi sfasciarono i georgiani che furono costretti ad ammettere l’impossibilità di combattere contro la Russia.
Ah, la Cecenia, motivo ‘sempreverde’ di attacchi alla Russia.
Ovviamente tu e gli altri propagandisti non avete niente da dire di come la Cecenia sia diventata ben presto un hub per terroristi ed estremisti islamici, vero? E certo che poi i russi avevano qualcosina da ridire sulla propria sicurezza interna.
La NATO in Kosovo intervenne per molto meno.
E adesso in Kosovo abbiamo: 1- una delle più grandi basi americane all’estero e 2- un crocevia dei traffici illegali da tutto l’Est Europa.
Poi sarei proprio curioso di sapere quale ‘cavalleria’ arriverà a soccorrere i tuoi amici ucro-nazisti. Chi ci mandiamo, i 30 carri armati inglesi o i 50 tedeschi ancora efficienti?
Dai, che c’é solo da ridere con gente come te e le tue presunte ‘fonti’.
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Orsini non è altro che un opinionista (particolarmente schierato) come ne trovi tanti al bar sotto casa. Tutto lì. E’ chi ancora gli dà credito che continua a stupirmi.
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Gli Stati Uniti usano l’espansione della Nato in Europa dell’Est per porsi nella condizione di colpire la Russia con le testate nucleari prima che la Russia colpisca il territorio americano con le proprie. La guerra in Ucraina è una guerra convenzionale per acquisire la supremazia nella guerra nucleare.
Ops ma come, gli atlanto-sodo-nazi-zionisti dicono il contrario!
Allora Orsini è nel torto! Non possono sbagliare LORO!
O forse ha ragione Orsini?
Volete un elenco di armi IPERSONICHE che gli USA in questi ultimi 10 anni hanno messo a punto o addirittura portato in servizio?
Hypersonic Attack Cruise Missile –(australopitechi-ameri/cani)
AGM-183 ARRW –(aviazione ameri-cana)
Long-Range Hypersonic Weapon –(esercito ameri-cano)
Armi da 1.000-3.000 km volanti ad oltre mach 5 ad altissima quota.
Ci sarebbe anche la versione aria-aria dell’ SM-6, nota come AIM-174 se ricordo bene.
Il canale YT Grim Reaper li usa contro un gruppo di portaerei cinesi.
Infatti questi missili sono anche aria-superficie.
E poi gli USA frignano se qualcuno schiera qualche missiletto, come se loro non potessero tollerare di NON essere i N.1 in TUTTO, senza capire che questo porta inevitabilmente ad una corsa agli armamenti sempre più simile a quella degli anni ’80.
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Ahi , qui Orsini non usa più mezzi termini: ci manca solo viva Putin . Qualcuno si arrabiera’ di sicuro ma definendolo putiniano dirà una banalità neanche tanto offensiva ,anzi forse risulterà un complimento per lui e per certi suoi ammiratori.
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Sì ma Orsini farà comunque finta di prendersela. Meglio rimanere in bilico.
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@Anail fai bene. Grazie
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Per smsparviero.
leggo sempre con attenzione e con il sorriso le tue opinioni che non condivido non perchè siano sbagliate ma perchè Epistemologicamente non vere” ,non sono giustificate ne possono essere considerate conoscenza valida.La verità è legata a come stanno le cose nel mondo, un’affermazione può essere “epistemologicamente non vera” se non è supportata da un metodo scientifico, da prove valide in poche parole da “pezze giustificative” Le tue opinioni si basano su ragionamenti fallaci o peggio su manipolazioni storiche e propagandistiche . Ma tu devi ritenerti fortunato come tutti noi perche puoi esprimere un opinione che nei paesi democratici occidentali è l’ espressione di diritto fondamentale di ogni individuo di formare e comunicare liberamente le proprie idee, informazioni e pensieri senza interferenze o censure da parte delle autorità. Questo diritto è riconosciuto a livello internazionale e nazionale, ad esempio nell’Articolo 21 della Costituzione italiana e nell’Articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, e si estende all’uso di vari mezzi di comunicazione, inclusi parola, stampa, internet e forme d’arte .e consente agli individuivi di avere un contradditori senza finire tra”gli agenti stranieri indesiderati o peggio avvelenati in carcere. Su The insider.ru che una inchista che documenta l’avvelenamenti di diversi oppositi a Putin fonte(https://theins.ru/politika/249691)Un’indagine congiunta di The Insider, Bellingcat e BBC ha scoperto che gli assassini dello stesso gruppo di sicari dell’FSB che ha avvelenato Alexei Navalny, Dmitry Bykov e Vladimir Kara-Murza hanno costantemente pedinato Boris Nemtsov durante gli ultimi mesi della sua vita. La persecuzione del politico è iniziata subito dopo che ha iniziato a fare pressioni per l’estensione delle sanzioni contro gli amici di Vladimir Putin, ed è terminata il 21 febbraio, diversi giorni prima che il politico venisse colpito vicino alle mura del Cremlino, e l’FSB non lo ha perseguitato durante il suo ultimo viaggio. Solo due giorni prima dell’omicidio, sono passati a un altro lobbista per le sanzioni anti-Putin, Vladimir Kara-Murza, che è stato poi avvelenato due volte . L’indagine ufficiale sull’omicidio di Nemtsov si è basata sulla competenza dell’Istituto di Scienze Forensi dell’FSB, con cui uno dei persecutori di Nemtsov era direttamente collegato. PS io non difendo la Nato Io difendo i valori delle democrazie occidentali che per quanto imperfette siano ti consentono di votare e esprimere le opinioni sempre nel rispetto della dignità personale e cambiare con il voto chi governa
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Una cosa non può NON essere sbagliata e al contempo NON essere vera.
Dillo chiaro se pensi che io sia un contaballe.
Ma visti gli argomenti non credo che tu possa farlo.
Allora te ne darò alcuni io.
Iniziamo da qualcosa di facile.
BELLINGCAT.
Hai detto tutto! 😀
E’ un’organizzazione ripiena di fondi di agenzie come ZINC, EU, NED e così via.
Parliamo dei suoi collaboratori?
Nick Waters: 3 anni come ufficiale nell’esercito inglese, inclusa una missione in Afghanistan.
Cameron Colquhoun: 10 anni nell’ GCHQ (equivalente inglese dell’NSA) dove ha diretto operazioni di intelligence nel Medio Oriente.
Chris Biggers: scritto oltre 60 articoli per BC tra il 2014 e il 2017, era prima impiegato dell’NGIA, ovviamente un fronte del Dipartimento della Difesa USA. Adesso è direttore di una compagnia privata di intelilgence negli USA, basata nella periferia di Washington.
Dan Kaszeta: per 6 anni agente segreto dei servizi USA specializzato in armi di distruzione di massa.
Nour Bakr: lavorava per l’ufficio esteri inglese
Karl Morand: ex esercito americano, incluse due missioni in Irak (82a divisione aeroportata)
Daniel Romein: morto suicida dopo accuse di pedofilia nei confronti della sua stessa figlia.
Il fondatore stesso, Higgins, è stato un membro dell’Atlantic Council, ovvero il think tank NATO, tra il 2016 e il 2018.
Un posto dove si sono ritrovati non meno di 7 ex direttori CIA e gente del calibro di Colin Powell e Henry Kissinger.
Vogliamo parlare di chi finanzia questo baraccone?
Esempio del 2019-2020.
Aggiungiamo anche che Bellingcat è stato ampiamente finanziato dal NED. Pare che Higgins abbia negato a lungo che fosse così, invece così.
Solo nel 2020 Bellingcat ha ricevuto oltre 112.000 euro nel 2020 dal NED.
Bellingcat Annual Accounts 2020
Successivametnte non ho trovato più bilanci dove sono dettagliate le donazioni, ma queste sono passate da circa 500.000 euro nel 2020 ad oltre 8 mln nel bilancio 2024.
Dal 2022 il CEO della prestigiosa organizzazione giornalistica è tale Christo Grozev, bulgaro, il quale ha prodotto il film Navalny nel 2022, e ha dichiarato obbiettivi LEGITTIMI l’assassinio del blogger ucciso a S. Pietroburgo con una bomba (Tatarsky) e quello della figlia di Dugin, in quanto propagandisti.
Ovviamente come NON fidarsi, di un gruppo di ‘liberi giornalisti’ finanziato da governi e fronti di propaganda (NED e Zinc), e infiltrato da ‘ex’ operativi di servizi di intelligence e forze armate?
Domandina EPISTEMIOLOGICA:
QUALI VALORI DELLE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI?
Tipo la persecuzione ad Assange e Snowden?
L’invasione dell’Irak?
L’invasione dell’Afghanistan?
L’attività certa e documentata nel rovesciamento di governi non graditi come Mossadeq (1953), Alliene (1973), Saddam (2003), Gheddafi (2011), Assad (2025) e via dicendo?
Quali valori ‘occidentali’ hanno portato a togliere le sanzioni ad Al Joulani, TAGLIAGOLE E CANNI BALE dell’ISIS siriano?
Quali valori ‘occidentali’ hanno appoggiato l’uccisione di 246 giornalisti palestinesi?
Quali valori occidentali hanno appoggiato un regime ucraino che ha dissolto almeno 11 partiti d’opposizione, incarcerato o ammazzato gli oppositori, fatto guerra alle minoranze, eseguito attacchi terroristici su territorio russo?
Valori democratici? Mandare gente al fronte rapendola per le strade è democrazia? Prendere un uomo di 46 anni al posto del figlio emigrato in Norvegia e spedirlo a combattere a Kursk è democrazia?
Bravo.
Evidentemente non bastava Jonny Dio.
C’é anche il Cuggino di J. Dio in giro.
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la propaganda filorussa a molti tentacoli.. io credo nella tua buona fede . ma il diavoletto del dubbio cartesiano mi sussurra all’orecchio che la foga che metti nel difendere il potere autarchico di putin tu possa essere un agente infiltrato.. questo tuo fanatismo questo voler mostrare le contraddizioni dei governi occidentali senza dubitare dei tuoi” benefattori dell’umanità “al potere da diversi lustri , qualche dubbio lo solleva in fondo.. a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca
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Curreli, sai cosa è la calunnia vero?
E’ quella che stai commettendo tu.
Se hai prove di quel che dici tirale fuori.
Non ho altro da dirti.
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Putin non ha bisogno di sollecitare l’arruolamenro spontaneo e volontario, con i metodi usati dai gentili e ridanciani reclutatori della democratica Ucraina.
https://www.facebook.com/reel/562642150212145
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