Lo confesso. Sono un rinnegato dei valori occidentali se quando ho visto l’uomo dalla chioma arancione fare clap clap al criminale russo accolto sul red carpet dell’Alaska […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Lo confesso. Sono un rinnegato dei valori occidentali se quando ho visto l’uomo dalla chioma arancione fare clap clap al criminale russo accolto sul red carpet dell’Alaska con tutti gli onori ho pensato: forse qui si mette bene? E non mi sono, ahimé, sentito affatto mortificato, indignato, colpito nell’onore per l’atteggiamento “disgustoso” del presidente Usa, colpevole di non aver tenuto a gelida distanza l’ospite (del resto, non scrivo per un giornale ucraino)?
Lo confesso. Sono un utile idiota al servizio delle autocrazie se quando ho visto i due pessimi individui prendere posto ghignanti, uno accanto all’altro, nella limousine a stelle e strisce chiamata la “Bestia” (in linea con la natura dei passeggeri), ho pensato: dài, se hanno qualcosa da dirsi subito, lontano da orecchie indiscrete, forse non è un cattivo segno?

E sono da considerare un manutengolo delle democrature se, a differenza degli autorevoli commentatori che a reti unificate pontificano come una mezza catastrofe per Donald Trump e un chiaro successo per Vladimir Putin l’esito del vertice, ho pensato: a parte che siamo solo al primo round ma l’insuccesso di queste ore non è sempre meglio di quando, appena tre o quattro mesi fa, l’umanità viveva nell’incubo di una guerra nucleare, minacciata un giorno sì e l’altro pure? Senza contare che, se grazie a Trump oggi Putin può vantare di sentirsi meno isolato di ieri, nel secondo o terzo round Trump non potrebbe chiedergli la pariglia (occhio ai caccia sibilanti sulla testa dell’ex Kgb come a dire: stai in campana)? E sono da considerare un venduto agli energumeni Maga se nel prendere atto dell’apparente nulla di fatto di Anchorage ho pensato: almeno il golfista (e golpista) tinto di giallo di un tentativo per mettere fine alla guerra in Ucraina se ne fa carico? Tenendo conto: a) che questa non è la sua guerra ma quella di chi lo ha preceduto alla Casa Bianca; b) che egli si trova a dover trattare con il mostro assetato di sangue ok, ma che comanda un esercito che appare inarrestabile nell’avanzata in direzione Kiev? E sono un inguaribile nemico della Nato e dell’Unione europea se non riesco a capacitarmi di come senza il negoziato avviato da Trump con il demonio di Mosca – al prezzo di prevedibili, dolorose rinunce per la Nato, per l’Ue, oltre naturalmente che per il coraggioso popolo ucraino – la Nato, l’Ue e Zelensky rischierebbero di pagare un prezzo sicuramente molto più pesante?

E, infine, sono un incallito qualunquista populista se immagino che le tante brave persone, che l’altra sera nell’ingenua attesa di buone nuove, con gli occhi fissi sulla tv e sui cellulari, nell’osservare quel tizio con l’aspirapolvere che spazzolava accuratamente il palco dell’accoglienza, abbiano pensato: dài, è un buon Ferragosto?