Schlein: subito il salario minimo. Attacco alla Rai: dipinge un Paese che non c’è. Accuse anche da M5S, Avs e + Europa. La replica di FdI: Italia al top del turismo

Lidi, scontro con il governo. Il Pd: vuoti per i salari bassi. “No, vanno tutti in montagna”.

(di Alessandra Ziniti – repubblica.it) – I lidi mai così vuoti in piena estate nelle spiagge italiane sono solo la cartina di tornasole. Alla vigilia di una settimana di ferragosto su cui gli operatori turistici delle località di mare puntano per recuperare parte del calo di presenze della stagione, il caro ombrellone fa esplodere lo scontro balneare tra opposizioni e governo. «È l’effetto dei salari troppo bassi», accusano Pd, M5S e Avs. «Tutte bufale, quest’anno c’è il boom della montagna», minimizza il centrodestra.

Le opposizioni: “Salari troppo bassi”

«Moltissime famiglie non riescono a partire per le ferie — dice la segretaria del Pd Elly Schlein a margine della festa dell’Unità di Villadossola — Il governo dovrebbe fare subito due cose per alleggerire il peso dell’inflazione sulle famiglie: ridurre il costo dell’energia, separandolo da quello del gas, e approvare subito un salario minimo in uno dei Paesi che ha tra i salari più bassi d’Europa».

Il leader del M5S Giuseppe Conte va all’attacco della premier: «Le due facce del nostro paese: da un lato cittadini che tirano la cinghia mentre dilagano i rincari, dall’altro record di utili per le banche. Meloni è troppo impegnata a fare il calimero contro i giudici e la sinistra per proporre soluzioni». Mentre Nicola Fratoianni di Avs rilancia la proposta di una legge «sblocca stipendi».

Polemica in Vigilanza sulla contronarrazione del Tg1

Attacchi che il governo respinge con una contronarrazione dell’estate di crisi rilanciata dai tg Rai e messa all’indice di componenti del Pd in commissione di vigilanza. «Ancora una volta la Rai, attraverso il Tg1 — denunciano — sceglie di dipingere un Paese che non c’è. Nel servizio sul turismo, la narrazione è quella di un’estate da record, con agosto destinato a “fare il pieno” e un settore in salute. La realtà, invece, racconta altro. Sempre più italiani rinunciano alle vacanze».

FdI: “Tutte bufale, la gente va in montagna”

Il partito della premier, di certo, non vede crisi. Se gli italiani quest’anno non vanno al mare, è perché «c’è il boom della montagna», dice Luca Di Carlo, presidente della commissione Turismo a Palazzo Madama. Crisi inesistente anche per Gianluca Caramanna, responsabile del dipartimento turismo di Fratelli d’Italia che parla di «ennesima stucchevole polemica della sinistra, alimentata dai suoi media di riferimento» e vede invece «un’Italia al top del mercato turistico mediterraneo».

Il Pd: stagione deludente anche per gli alberghi

All’ombra dei pochi ombrelloni aperti si consuma l’ultimo braccio di ferro tra governo e opposizione sulla reale condizione economica delle famiglie italiane. «Dov’è il paese delle meraviglie di Giorgia Meloni, quello dove tutto funziona alla perfezione? — si chiede il Pd Alessandro Zan — La premier continua a venderci l’Italia delle cartoline mentre il paese reale è quello degli scontrini salati e delle ferie passate a casa». È il Pd a fare da testa d’ariete: il responsabile economia Antonio Misiani allarga il tiro: non ci sono solo le spiagge vuote. «Secondo le associazioni degli albergatori la stagione si avvia verso un bilancio deludente. Alla base di questo fenomeno ci sono da una parte il caro prezzi delle strutture ricettive, che Altroconsumo stima in un +34% rispetto al 2020, e dall’altra la crisi salariale. Se quest’anno sempre più italiani riducono all’osso le vacanze o vi rinunciano del tutto, è un segnale evidente dell’impoverimento del ceto medio, un tema politico che va portato al centro del dibattito pubblico».

Magi: “Favori alla lobby dei balneari”

E il segretario di + Europa Riccardo Magi rilancia anche la questione della lobby dei balneari: «La destra nega il flop del turismo ma i dati diffusi dalle stesse associazioni di settore sono incontrovertibili — dice — Quello che è più preoccupante è che continuano a difendere il modello ormai fallito della gestione delle nostre spiagge: i continui favori alla lobby dei balneari, sostenuta principalmente dalla destra ma accarezzata dai governi di ogni colore per ottenerne i voti, hanno prodotto il collasso del sistema».