
(di Michele Serra – repubblica.it) – Può una grande opera pubblica essere indispensabile, sicurissima e formidabile volano economico se ne parla il governo, e inutile, pericolosa e rovinosa se ne parla l’opposizione? Il Ponte sullo Stretto, ammesso che lo si realizzi per davvero entro questo secolo dopo il via libera del Cipess, sembra fatto apposta per inchiodare entrambe le fazioni al proprio ruolo in commedia. E qualcosa non va, perché l’opera è la stessa; pregi e criticità, vantaggi e svantaggi sono gli stessi per chiunque abbia letto qualche carta e quattro articoli decenti sull’argomento.
Perché dunque questa tragica incapacità di cogliere gli uni le opinioni e le obiezioni degli altri? Perché i pontisti diffondono l’idea cretina che chi si oppone al ponte lo fa solo per tutelare il benessere di libellule e vongole (faccio per dire) e gli antipontisti vedono, nel progetto, solo speculazione, mafia e distruzione ambientale?
Per quel poco che ne so e quel pochissimo che conto, io sono contrario a quel progetto. Preferirei non diventasse esecutivo. Non perché i ponti non mi piacciano (ne sono affascinato), ma perché credo sia il tipico modo italiano di trascurare l’ordinario, che è la nostra colpa atavica, confidando nello straordinario. Maledetti italiani, che hanno la cupola del Brunelleschi e non sanno riparare una buca. Geni e cialtroni.
Detto questo, semmai il Ponte verrà davvero eretto e inaugurato (anche se molto probabilmente non solamente io, anche il Salvini saremo nel frattempo serenamente trapassati), e se reggerà venti e mafie (anche del Nord), e se la Sicilia sarà più forte e vicina e la Calabria beneficata, se il malaffare nei limiti della decenza, se libellule e vongole sapranno adattarsi alle mutate condizioni, ne sarei felice. Non dico disposto ad applaudire, ma disposto ad accettare gli applausi degli altri.
il mio parere e’puramente politico, al di la’ dell’utilita’ del ponte e la sua rappresentazione universale, sono contrario che questo governo, controverso nei suoi meriti etico-morali e infine politici, si prenda il merito di un opera cosi’ importante.
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Non ti preoccupare Michelino, vedrai che alla fine gli italioti apprezzeranno, magari il ponte verrà intitolato ad un grande del passato o chissà ad un grande contemporaneo, calciatore, tennista o pilota. Vedrai, tu e i tuoi simili scriverete fiumi di parole per descrivere l’ardito progetto ed il coraggio dei nostri politici che l’hanno voluto e se i costi splafoneranno di qualche miliardo saranno ampiamente compensati dai ritorni derivanti dalla nuova e vigorosa ripresa del turismo interno che non può rinunciare, almeno una volta nella vita, a transitare su questo prodigio della scienza e della tecnica che tutto il mondo ci invidia.
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In linea di principio, chi non vorrebbe la realizzazione di un opera unica che certamente avrebbe dei vantaggi significativi per l’Italia ? Sono certo che, a parte libellule e vongole, tutti sarebbero a favore, a prescindere dai pareri politici. In un mondo ideale.
Poi però dobbiamo guardare al paese dove viviamo. Qualsiasi opera pubblica è vista come l’occasione migliore per spolpare lo Stato con corruzione, tangenti e evasioni. Qualsiasi preventivo viene decuplicato. Per non parlare delle 2 mafie presenti nelle zone da unire, che stanno già brindando ai fiumi di danaro che arriveranno.
Non lo puoi fare quel ponte, non perché non starebbe neppure in piedi tecnicamente, ma perché sarebbe un colossale fallimento a carico della minoranza onesta del paese che paga miliardi di tasse.
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Che figata il video sul Corriere: chissà quanto è costato (il video)!
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L’intera mia esistenza è stata accompagnata da questo tormentone del ponte sullo stretto come una colonna sonora piuttosto noiosa . Se lo avessero costruito quarant’anni fa’, almeno ci saremmo evitato tutte queste chiacchiere ,anche se si sarebbe in fine raggiunto definitivamente la conclusione che non era tecnicamente realizzabile o addirittura fosse caduto in corso.di realizzazione .
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Cristina Correani
Per i cantieri del ponte sullo stretto si stima un fabbisogno di acqua di 5000 metri cubi al giorno che saranno un miliardo e mezzo alla fine dei sette anni, 2557 giorni, previsti per la costruzione.
Non male per due regioni, Calabria e Sicilia, dove l’acqua dei rubinetti scarseggia, manca, viene razionata e senza l’intervento delle autobotti [private] ci sono zone in cui la gente non potrebbe nemmeno lavarsi e preparare da mangiare.
Chissà se al sud prima o poi impareranno a votare, mica perché nel resto d’Italia stiamo meglio, s’intende, ma perché ridare continuamente le due regioni più martoriate del sud Italia alla destra a me pare solo una forma estrema di masochismo.
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Certo che con tutte le opere che Salvini avrebbe potuto fare si è impuntato proprio su quella meno utile e precaria. Chiediamoci il perchè
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Ho letto da qualche parte che i due piloni del ponte (a campata unica) saranno alti 500 metri. Chi ne subirà le conseguenze maggiori saranno soprattutto gli abitanti di quelle zone. Per quanto mi riguarda, dopo tanto leggere e ascoltare, non sono più in grado di dire se il ponte sia una cosa buona o una disgrazia.
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Se fosse una cosa buona l’avevano realizzato negli anni ’60.
Ancora non c’é nemmeno il progetto esecutivo.
E Salvini non ha mai spiegato perché ha cambiato idea per la sua realizzazione.
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