(Tommaso Merlo) – Quel terrorista di Netanyahu si sta apprestando a lanciare l’offensiva finale con le nostre armi e la complicità delle classi dirigenti occidentali. L’unica speranza è che l’immane tragedia di Gaza sia uno spartiacque storico tale da generare un profondo cambiamento politico anche alle nostre latitudini. Quelle italiane appaiono sempre più come beghe di condominio mentre al di là dei nostri confini si prendono decisioni che ci travolgono. Dai dazi, alle guerre fino alla degenerazione democratica. Quello che sta succedendo negli Stati Uniti è sconvolgente. Trump ha fatto passare una legge per cui se gli stati americani osano boicottare aziende israeliane, la Casa Bianca gli taglia i fondi per le catastrofi ambientali. Un vero e proprio ricatto sulla pelle dei poveri cristi che conferma come Israele venga prima degli americani. Il Congresso ha anche votato per equiparare antisionismo e antisemitismo allo scopo di vietare per legge ogni critica politica all’ideologia che sta sterminando i palestinesi. E in Europa si vedono le stesse avvisaglie. La lobby sionista sa che l’orrore di Gaza ha fatto crollare il suo decennale impianto propagandistico e lo rivuole con la forza in quanto essenziale per ottenere supporto, protezione ed impunità. E che dire delle proteste universitarie pro Palestina, Trump le ha represse con una violenza inaudita ricattando sia gli atenei coi fondi sia gli studenti coi visti e il diritto allo studio. Col risultato che infatti il genocidio è peggiorato ma le proteste studentesche si sono spente, alla faccia della libertà di espressione e della democrazia. Col risultato che oggi negli Stati Uniti puoi criticare aspramente il presidente, ma se osi prendertela con Israele rischi grosso. Davvero sconvolgente. Una ideologia straniera che infiltra la più grande democrazia del mondo e la piega alle proprie esigenze coloniali al punto che il presidente mette prima Israele ai diritti costituzionali dei suoi cittadini. E questo non per chissà quale ragione di principio o valoriale, ma per il semplice fatto che oggi il potere nelle democrazie non appartiene più al popolo, ma ai ricchi. O meglio ai potentati, ai gruppi di interesse, alle lobby che hanno i soldi per finanziare le carriere dei politicanti e comprarsi l’informazione e quindi indirizzarne le scelte politiche e manipolare l’opinione pubblica. Clamoroso il caso della lobby delle armi che in America continua a vendere pistole come fossero caramelle nonostante le stragi nelle scuole. O la lobby petrolifere che stanno devastando l’ambiente per qualche dollaro in più o quelle degli sciacalli finanziari che pagano meno tasse degli operai. Potere dei soldi che ha rimpiazzato quello popolare, con la lobby sionista che è talmente potente da decidere la politica estera americana in Medioriente ma anche da condizionare quella interna. Col Congresso che continua votare compatto per l’invio di miliardi e di armi in pieno genocidio senza battere ciglio e chi osa ribellarsi finisce nel mirino. Giornalisti liberi, analisti controcorrente, uomini liberi. Esemplare il caso di Tony Aguilar, un soldato americano pluridecorato che dopo 25 anni di carriera in diversi scenari bellici, era serenamente in pensione quando è stato ingaggiato dall’organizzazione che sta maldestramente distribuendo il cibo a Gaza causando la carestia. Una volta tornato Tony ha raccontato scene raccapriccianti di incompetenza e di soldati senza regole di ingaggio con armi da combattimento che fanno il tiro a segno con gli affamati bambini inclusi. Porcherie che ha visto di persona ma quando ha osato aprire la bocca è stato aggredito ed infangato. La solita tattica, rovinare la reputazione dei ribelli in modo da screditare le loro parole e far prevalere la propaganda. Lo stesso che hanno fatto con il procuratore della Corte Penale internazionale Khan firmatario del mandato di arresto per Netanyahu, hanno cercato di imbrattarlo con menzogne a sfondo sessuale costringendolo ad un passo indietro. E adesso sta venendo fuori che si trattava dell’ennesima manovra squadrista. E che dire della nostra Francesca Albanese che per il suo coraggio si è beccata addirittura sanzioni dal governo degli Stati Uniti ed è snobbata o addirittura osteggiata dai piani alti. Tutti coloro che osano alzare la testa vengono presi di mira. Le ideologie del resto sono così e quella sionista non fa certo eccezione. Rifiuto del dialogo ed imposizione della propria volontà. Con le armi in Palestina, manipolando politica e stampa in Occidente. Tendenze che da Trumpland arrivano fino alle colonie europee e sarà sempre peggio se non reagiamo. Col potere democratico sempre più nelle mani delle lobby invece che del popolo e con decisioni prese altrove che ci travolgono mentre l’Italia si occupa di beghe da condominio e mentre quel terrorista di Netanyahu si appresta a lanciare l’offensiva finale con le nostre armi e la complicità delle nostre classi dirigenti. L’unica speranza è che l’immane tragedia di Gaza rappresenti uno spartiacque storico tale da generare un profondo cambiamento culturale e quindi politico anche alle nostre latitudini.