Il dl sicurezza da una parte, la scure su arte e libri dall’altra. La ricetta del governo per gestire il dissenso

(Loredana Lipperini – lespresso.it) – È il 1972, Bukovskij viene condannato a sette anni di carcere duro, in tredici muoiono a Derry, nel Bloody Sunday irlandese, a Parigi cade ancora, due volte, la ghigliottina. Intanto, Italo Calvino pubblica uno dei suoi libri più complessi e belli, “Le città invisibili”. Dove, fra le moltissime altre cose, si dice: «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».
Bisognerebbe rivolgersi più spesso ai libri per capire qualcosa di noi e del nostro presente: perché la cecità nei confronti dell’inferno non solo continua ma peggiora, e neanche la morte per fame in diretta riesce a essere vista davvero. Ma diventerà probabilmente ancora più difficile, a giudicare da quanto si prevede nella legge di bilancio 2025, spulciata dalla newsletter “Pubblico” di Fondazione Feltrinelli: 10 milioni di euro in meno per beni librari e fondazione del libro, meno 9,4 per i beni archivistici, meno 424,9 per il patrimonio culturale, meno 485,8 per la tutela dei beni e delle attività culturali e paesaggistiche.
Ora, si può anche far finta che non contino nulla una ventina d’anni di Beppe Grillo e di chi ne ha interpretato il pensiero in modo ancor più oltranzista: nei fatti, però, sembra che ci sia un certo gongolare per la mannaia sulla cultura. Quanto al ministro Giuli, che dovrebbe difenderla, fa altro, e ci informa sui social di essere ad Ascoli a presentare il suo libro e per questo ringrazia il sindaco Marco Fioravanti (Fratelli d’Italia), ma pur avendo visitato l’Archivio di Stato ascolano tace su quel che agli archivi accadrà. Certo, così è comodo.
Perché un ministro è libero di presentare i suoi libri, meno di dedicarsi ai regolamenti di conti, tagliando teste e finanziamenti alle istituzioni sgradite, e nel migliore dei mondi possibili (non il nostro) dovrebbe fare quanto in suo potere per far capire che grazie alla cultura comprendiamo chi siamo e chi sono gli altri. Grazie a Bulgakov e a Woland, il diavolo de “Il maestro e Margherita”, riusciamo a leggere fra le righe degli editoriali di Giuliano Ferrara quando finge di fare marcia indietro su Gaza. Grazie all’ordine del Pianeta Tlön di Borges riconosciamo non solo il nazismo, ma i totalitarismi che si riaffacciano ai nostri giorni. Se leggiamo, capiamo qualcosa di più del mondo e magari scopriamo che la copertina che Time ha dedicato a Meloni non è motivo di orgoglio patrio, perché si riferisce a un articolo dove si dice che la premier desta preoccupazione in chi ricorda che in Europa «i fantasmi dell’autoritarismo e delle sue decine di milioni di vittime infestano ogni angolo del continente».
Per questo, la cosa preziosa di oggi è “Manuale di magia No Tav!” di Mariano Tomatis e Spokkio, pubblicato da Eris edizioni: è un fumetto, una rassegna di trucchi magici e un modo per capire cosa è successo e succede in Val di Susa da oltre trent’anni a questa parte. Utilissimo per rendersi conto a cosa ci porterà il dl sicurezza, che prevede, come è nello stile di questo governo, di annichilire quello che non può tacitare a colpi di censura o di tagli.
L’ enorme problema è che al “popolo” non frega niente e questi “residuati nostalgici” continueranno ad “imperare” indisturbati…….a parte qualche solletichio qua’ e la’…..ma nulla di veramente preoccupante….!!! da rimanere basiti….!!!
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Cambia mentalità alla gente e le cose non saranno più le stesse.. questo succede nei due sensi.. positivo o negativo…così la pressante propaganda berlusconiana in venti anni ha mistificato le menti agli italiani.
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Il problema e’ che quando il confronto si e’ incancrenito a livello di tifoserie, non esiste piu’ il concetto di bene comune e non si fanno prigionieri: non importa se le conseguenze a lungo termine delle nostre azioni provocheranno un danno collettivo alla cultura, all’ambiente, al senso civico, al funzionamento della giustizia, all’economia. L’importante e’ che siano “contro” di “loro”, il resto non conta.
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Continuo a pensare che il tatuaggio che il ministro ha sul petto non è una gallina 🤔
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Cambia mentalità alla gente e le cose non saranno più le stesse.. questo succede nei due sensi.. positivo o negativo…così la pressante propaganda berlusconiana in venti anni ha mistificato le menti degli italiani.
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