
(Dott. Paolo Caruso) – Il nuovo corso della politica italiana secondo “Giorgia” non può che riallacciarsi alla storia del “ventennio”. Lo stesso Ignazio Benito La Russa, seconda carica dello Stato, erede di quella Italia mai ripudiata e anzi ostentata con i suoi numerosi cimeli e il busto marmoreo del Duce, rappresenta il nuovo modello di una Italia simile ormai a una Democratura che trova come paladino il Premier ungherese Orban. La data di oggi segna nel calendario della Storia d’Italia la caduta del fascismo. Era stato convocato il “Gran Consiglio”, ma non da Mussolini. Bisognava trattare, la notte tra il 24 e il 25 luglio, fatti urgenti, perché la guerra si metteva male per l’Italia, che con diversi errori ed intemperanze del duce e dei suoi eserciti, stava trascinando nel baratro la stessa Germania. La seduta, che non si convocava dal 1939, si aprì con la mozione di Dino Grandi. Furono in tutto diciannove su ventotto i gerarchi che votarono la sfiducia a Mussolini compreso il genero Galeazzo Ciano. Chiedevano le dimissioni del duce da presidente del Consiglio e la fine delle ostilità. A suo posto, come capo del governo, il re aveva già nominato Pietro Badoglio. Mussolini gridò al tradimento e i congiurati saranno fucilati nel Castello di Trento. Il vero artefice tuttavia, seppur dietro le quinte, era stato il re Vittorio Emanuele III. Quel giorno stesso infatti, per suo ordine, il duce fu dichiarato in arresto. Prigioniero per un mese, ci penserà l’amico Hitler con un blitz a liberarlo. La guerra non si fermò, anzi divenne più cruenta, perché partigiana e fratricida. Ricorda per certi aspetti le trame che portarono alla caduta del Conte 2, l’ impegno di Renzi con il sostegno del Presidente della Repubblica Mattarella e la nomina di Mario Draghi a Capo del governo. Oggi è cambiato tutto, quel ventennio è ormai alle nostre spalle, ma i semi di quella Storia tendono a germogliare. Il mondo occidentale è in continua trasformazione e le democrazie soffrono del male oscuro della restaurazione. Da Trump a Netanyahu, da Orban a Erdogan, e alla stessa Meloni i sistemi di governo in atto hanno perso la vitalità della democrazia, e il volere popolare resta solo sulla carta e un lontano ricordo. La nostra “Nano-ducetta” propagandando una miriade di menzogne in campagna elettorale, e con l’ arroganza che da sempre la contraddistingue, è riuscita a occupare grazie ad un popolo anestetizzato il governo del Paese. Un manipolo di “camerati” le fa da corte tentando nella estrema mediocrità di barcamenarsi. La “Pontiera” della Garbatella, aspirante punto di riferimento della UE nei rapporti con il Tycoon americano e la Presidente von der Leyen, figura politica di scarsa levatura, hanno fallito nel loro compito confermando la debolezza delle Istituzioni europee. Di fronte a queste destre arroganti e illiberali che soffocano le democrazie del mondo occidentale vien da dire che la Storia non è riuscita ad insegnarci nulla perché ha trovato solo dei pessimi alunni. Ci si avvia verso anni difficili, anni in cui una certa politica conservatrice e reazionaria sostenuta dalle grandi holding finanziarie indirizzerà le scelte dei governi verso interessi di parte che prevarranno su quelli del popolo. Si assisterà a un fiorire di Democrature che figlie di democrazie malate riporteranno indietro le lancette dell’ orologio della Storia. A buon intenditore poche parole…
Coloro che sfiduciarono Mussolini il 25 luglio furono effettivamente 19. Ma solo 5 furono fucilati ( gli unici che in RSI riuscirono ad arrestare e processare).
E ad ogni modo i 5, tra cui il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, furono fucilati a Verona. Non a Trento.
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Quindi oggi i fratellini con il “LUTTO” al braccio!
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mi complimento per la precisione dei dati storici espressi da Pableronew, ma il dato non sposta di una virgola quanto da me scritto
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OGGI È L’ANNIVERSARIO DELLA CADUTA DEL FASCISMO
Il 25 luglio 1943, 82 anni fa, 19 gerarchi su 28 votarono la sfiducia a Mussolini, compreso il genero Galeazzo Ciano. Chiedevano le dimissioni del duce da presidente del Consiglio e la fine della guerra.
Al suo posto, come capo del governo, il re aveva già nominato Pietro Badoglio.
Mussolini gridò al tradimento e i congiurati saranno fucilati nel Castello di Trento. Il vero artefice tuttavia, seppur dietro le quinte, era stato il re Vittorio Emanuele III. Quel giorno stesso infatti, per suo ordine, il duce fu dichiarato in arresto. Prigioniero per un mese, ci penserà l’amico Hitler con un blitz a liberarlo travestito da tedesco.
Sui giornali apparve la scritta “La guerra è finita!” e gli italiani esultarono, ma la guerra non si fermò e diventò addirittura peggiore, partigiana e fratricida.
Oggi, dopo quasi un secolo, la situazione non è migliorata. Abbiamo di nuovo il fascismo al potere. Di nuovo siamo minacciati da guerre ancora più distruttive che minacciano addirittura una terza guerra mondiale. Di nuovo gli Italiani si straziano in lotte fratricide. Di nuovo l’assenteismo dei più permette le cose peggiori. Manca oggi una resistenza armata che riporti la libertà e restauri una democrazia. Mancano fulgide figure di combattento eroici in grado di entusiasmare la folla come Pertini, Matteotti, don Minzoni, Gaetano Salvemini, Luigi Sturzo, Piero Gobetti, Giuseppe Donati, Filippo Turati, Arturo Labriola… È sparito il comunismo e i suoi eredi hanno calpestato le prorpie radici per diventare simili alla destra, per votare anche loro per la guerra, per difendere solo il proprio campicello personale.
Non solo la storia non ha insegnato nulla ma tutto si è degradato maggiormente e i popoli ripetono antichi errori come passeri ipnotizzati da serpenti e mai più in grado di liberarsi.
Al posto del fervore democratico la passività e l’inerzia della maggioranza ha deciso di non decidere nulla e vanta la propria nullità come fosse un valore, si astiene, incapace di capire la propria importanza e lascia che gli eventi peggiori accadano senza partecipare altro che in una sterile critica nichilista.
Il mondo implode su sé stesso e sembra produrre solo aumenti di guerre, prevaricazioni, regressioni politiche, distruzione di valori e diritti, dissoluzioni istituzionali.
Prevale il peggio più ncerofilo, la morte sui campi di battaglia, la morte delle coscienze individuali, il valore delle utopie.
La grande finanza ha preso il controllo di tutto, della politica come dell’economia, spadroneggia ormai sulla vita e sulla sopravvivenza di miliardi di persone, come un nuovo Moloch, il mangiatore di bambini, demoniaco e sanguinario che esige il sacrificio delle nuove generazioni, e nessuno tenta di combatterlo o regolarlo, mentre sta portando il pianeta all’autodistruzione.
Se i popoli non si daranno una mossa e non usciranno dall’apatia e dal miserabile egoismo in cui sono entrati, il lucro ucciderà il pianeta.
L’Occidente ormai è finito. Stati Uniti ed Europa sono in mano a soggetti privi di coscienza che seminano solo odio, guerra e saccheggi di popoli inermi.
Occorrerebbe una enorme reazione popolare contro questo stato di cose che porta il mondo a uno stato terminale, ma se non inizia dalla coscienza e volontà di ognuno di noi ci porterà alla fine.
Pensiamoci!
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I 19 membri del Gran Consiglio del Fascismo che votarono a favore dell’ordine del giorno Grandi, che sfiduciò Mussolini, ebbero destini diversi dopo il 25 luglio 1943. Molti furono arrestati o costretti a fuggire, mentre altri continuarono a sostenere il fascismo, anche nella Repubblica Sociale Italiana.
Ecco alcuni dettagli sui loro destini:
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E’un vero peccato che l’anarchico Anteo Zamboni nel 1926 falli per un soffio l’attentato mortale a Mussolini , niente ventennio niente guerra alleati con i nazisti tedeschi , niente pizzo da pagare all’America ancora oggi…
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