(dagospia.com) – Lo sbarco del direttore del “Tempo” a Rai3, quella che una volta fu TeleKabul, agita, e molto, giornalisti e dirigenti.

La decisione, in barba al Media freedom act europeo (che impone “trasparenza” nelle nomine e chiede di assicurare “pluralismo” nei media), è arrivata come un fulmine a ciel sereno.

All’ex direttore dell’Espresso”, protagonista di svariate giravolte politiche (deputato renziano, poi tornato alla professione e infine riconvertitosi prontamente al melonismo senza limitismo), sarebbe affidata la guida di un nuovo programma, “Barabba”, nonostante diriga già il quotidiano “Il Tempo” con Antonio Angelucci.

L’ex portantino del San Camillo non è un editore “impuro” in quanto imprenditore, perché contestualmente è un deputato eletto con la Lega, e poi folgorato sulla via della Garbatella al punto da schierare i suoi tre quotidiani al servizio di Palazzo Chigi e di Giorgia Meloni.

RAI: M5S, ‘CERNO SU RAI 3 PREMIO A SERVILISMO’

(Adnkronos) – “Lo avevamo detto nelle scorse settimane e lo ribadiamo oggi che secondo fonti di stampa mancherebbe solo l’ufficialità: portare Tommaso Cerno su Rai 3 non è solo l’ennesima scelta volta a smantellare definitivamente l’identità di una rete già in enorme difficoltà, ma è anche un premio immeritato a uno dei più zelanti propagandisti di questo governo”.

Così gli esponenti M5S nella commissione di Vigilanza Rai Gaetano Amato, Dolores Bevilacqua, Dario Carotenuto e Anna Laura Orrico. “Una scelta -osservano gli esponenti Cinque Stelle- che grida vendetta sul piano professionale, culturale e politico.

Affidare una trasmissione a chi ha fatto del servilismo il proprio mestiere significa non capirci nulla di televisione e ribadire un messaggio devastante: in Rai si viene premiati non per competenze o credibilità, ma per vicinanza a Giorgia Meloni”.

“E se davvero si decidesse di piazzare Cerno nell’access prime time del sabato e della domenica -aggiungono i commissari 5 Stelle della Vigilanza Rai- allora saremmo alla ciliegina avvelenata su una torta già amarissima: dopo aver tagliato budget e puntate a ‘Report’, dopo aver ostacolato sistematicamente uno dei pochi programmi di inchiesta rimasti, si pensa di usare la sua credibilità e i suoi ascolti per far da traino a operazioni di regime come questa.

Questo governo sta completando la trasformazione del servizio pubblico in un’agenzia di collocamento per fedelissimi, distruggendo l’ultimo briciolo di credibilità della Rai. È vergognoso”.