Manuale pratico per aspiranti editorialisti

(Giuseppe Gagliano – lafionda.org) – Sì, l’esercito israeliano ha ucciso almeno 60mila palestinesi, per lo più donne e bambini. Sì, Lancet stima che le vittime siano il 40% in più e che il conteggio reale sia ancora peggiore. Sì, il 90% della popolazione di Gaza sopravvive stipata in tende, senza casa, con le città bombardate, gli ospedali rasi al suolo e le incubatrici spente per mancanza di corrente. Sì, i medici sono stati costretti a scegliere chi far sopravvivere e chi no, e le ambulanze colpite mentre tentavano di soccorrere i feriti. Ma tranquilli: basterà una pennellata di retorica per trasformare tutto questo in “legittima difesa”
Sì, Israele ha vietato ai giornalisti l’accesso a Gaza per settimane, impedendo che le telecamere documentassero l’orrore. Sì, ha colpito i convogli umanitari, le panetterie, le scuole dell’ONU, i campi profughi e i mercati. Sì, perfino uno storico israeliano come Amos Goldberg parla ormai di “genocidio”. Sì, persino la Corte Penale Internazionale ha avviato indagini per crimini contro l’umanità. Ma, come da manuale, basta ripetere ossessivamente “Hamas usa i civili come scudi umani” e il pubblico si convincerà che i bambini palestinesi siano in realtà terroristi in miniatura.
Sì, mentre Gaza viene cancellata dalle mappe, Stati Uniti ed Europa alzano il ditino morale contro Russia e Cina, varano 18 pacchetti di sanzioni contro Mosca e neanche uno contro Israele. Sì, l’Italia si limita a “profonda preoccupazione” mentre continua a vendere armi a Tel Aviv. Ma fa niente: basta ricordare che “Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente” e tutto passa in cavalleria.
Sì, anche chi osa denunciare finisce bollato come antisemita. Sì, i palestinesi sono descritti come “animali” dai ministri israeliani, e chi si azzarda a ricordarlo viene silenziato. Ma non preoccupatevi: basta scrivere un editoriale sul meteo, su Bezos, su Elon Musk e Plutone per distrarre l’opinione pubblica.
Il trucco c’è e si vede
E così, mentre i cadaveri si accumulano a Gaza e le fosse comuni si moltiplicano, le prime pagine sono occupate dai Mondiali di calcio, dal gossip su Sanremo e dalle beghe di condominio alla Camera. È il trucco più vecchio del mondo: parlare d’altro. Dimenticare. Spostare l’attenzione.
Sì, il segretario generale dell’ONU ha detto che Gaza è un cimitero di bambini. Sì, i medici descrivono mutilazioni mai viste prima, traumi psicologici di massa e una popolazione ridotta a uno stato larvale. Ma chi se ne importa, quando possiamo indignarci per la tassa sui sacchetti di plastica?
Sì, Gaza è il laboratorio perfetto per testare la capacità dell’opinione pubblica di digerire l’indigeribile. E finora il risultato è brillante: indignazione a comando, memoria selettiva, e un silenzio complice che grida più di mille parole.
E domani?
Il manuale per ignorare i crimini di Israele funziona così bene che verrà probabilmente aggiornato per altri scenari. Oggi Gaza, domani chissà. Yemen, Congo, Sudan: basta cambiare il nome del Paese e la sceneggiatura è pronta.
Del resto, il trucco è già stato collaudato con successo in Iraq, Afghanistan, Siria e Libia: guerre umanitarie, esportazione della democrazia, danni collaterali. Sempre con lo stesso copione: chi denuncia è un traditore, un nemico dell’Occidente, un illuso che non capisce la “complessità”.
E così, tra un talk show e l’altro, la coscienza collettiva si addormenta placidamente, cullata dal mantra della “sicurezza” e dal mito dell’Occidente buono per definizione.
Però un piccolo arrossamento sulle guanciotte del Leone si sono viste :gli sono stati tooccati i suoi figlioli .
Gli altri sono figli di nessuno.
Comunque si dice che abbiano inavveritamente commesso un errore, e quindi sono giustificati!
Maledetti!
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Se è vero che amare genericamente l’umanità tutt’intera è più facile che amare una singola persona e prendersene cura, dovrebbe essere vero anche il contrario. E cioè, che detestare genericamente un intero popolo dovrebbe essere più facile che detestarne una singola persona e concretamente ammazzarla.
Ed invece, per l’esercito israeliano questo esercizio, praticato quotidianamente, non appare per niente difficile.
Durante la Grande Guerra, Emilio Lussu si trovò di fronte un giovane ufficiale austriaco che, credendosi al riparo, fumava tranquillamente una sigaretta.
Avrebbe potuto sparargli e farlo secco, d’altronde erano in guerra, ma non lo fece.
Perché “Fare la guerra è una cosa, uccidere un uomo è un’altra cosa. Uccidere un uomo, così, è assassinare un uomo”
I militari israeliani, evidentemente, non hanno letto “Un anno sull’Altipiano”, altrimenti avrebbero imparato che si può essere soldati pur non smettendo di essere uomini.
Avrebbero imparato che mirare e sparare nella fronte, dei bambini palestinesi, disarmati e in attesa di un po’ di cibo e di un po’ di acqua, non è fare la guerra, non è difendere la patria: è semplicemente uccidere, assassinare, portare a compimento la strage d’innocenti.
Equivale a scegliere, ancora una volta, Barabba.
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Che il loro dio li maledica pewr l’eternità,il mio non esiste.
Si sprofondi la terra di israele ed inghiotta tutti questi assassini!Ma non succedrà perchè non esiste nulla, solo favole per bambini deficenti!
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Se il tuo Dio non esiste, allora non esiste neppure il loro, visto che si tratta dello stesso Dio.
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il loro dio è quello della ghuerra, il mio era per la pace.
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Pronto? C’è qualcuno? E’ LO STESSO DIO.
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Emilio Lussu è cresciuto in un mondo in cui – pur tra nazionalismi e retorica bellica – restava ancor viva un’etica della dignità, lui sentiva ancora il peso dell’umanità anche di fronte al nemico. Io credo che la differenza tra uomini come Lussu e i soldati dell’IOF risieda, in fondo, nell’indottrinamento mirato, sistematico e collettivo. Com’è possibile arrivare al punto di uccidere a ripetizione degli innocenti senza sentire alcun freno inibitorio o alcun rimorso?
Sin dall’infanzia a questi individui viene instillato un senso di minaccia perenne e di identità legata alla sopravvivenza del gruppo. In questo schema, la violenza non è un’eccezione ma un dovere, una difesa necessaria, un onore, un’azione virtuosa. Il soldato non nasce insensibile: viene costruito così, spesso con meccanismi psicologici che spengono l’empatia e attivano l’obbedienza.
Qui non siamo di fronte a psicopatici isolati, ma a individui funzionali a un sistema violento, resi così da anni di narrazione, ideologia, paura e addestramento. La loro mancanza di umanità è il risultato di un lungo processo di spoliazione morale.
Quando la violenza è legittimata dall’alto, quando chi la compie è protetto, elogiato e premiato, il comportamento si radicalizza. L’assenza di conseguenze morali o giudiziarie produce una coscienza narcotizzata, sganciata, e l’etica si dissolve. L’essere umano può sopprimere in sé ogni freno morale, se immerso in un sistema che lo esalta a farlo. L’indottrinamento spinge alla rimozione dell’umano. Quando un popolo viene sistematicamente disumanizzato – rappresentato come infido, pericoloso, repellente, inferiore, subumano – si crea il terreno psicologico che rende possibile, o addirittura naturale, la violenza estrema contro di esso, perché il bersaglio non è più un uomo ma una minaccia astratta o una bestia demoniaca.
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Ardua la sfida e stretta la strada, grande sciarada. Odia il peccato (che è l’omicidio) e non il peccatore (che è l’omicida). Sagge parole troppo incomprese ed esseri umani a farne le spese. Occhio per occhio è Legge Divina? Vale per tutti codesta dottrina? Morte per morte e vita per vita, odio per odio? E allor, pardon, pur amor per amor e perdon per perdon? Per dono divino o per umano buon senso comunque sia è così che la penso. Amare il nemico e odiare il suo fare quando l’agire è ammazzare quel tale che per l’assassino è l’incarnazione del male. Non è così che si può arrivare ad estirpare quel male che alberga nella mente di chi impunemente uccide la Vita servendo la morte ed in cuor suo nel far ciò nulla sente. Utopia pensar così sia? A men così non sia.
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Marco 👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
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@ Marco: complimenti, hai appena scoperto la banalità del male, che non è solo il titolo del famoso saggio sulle atrocità del nazismo, ma un meccanismo perverso che alberga dentro ognuno di noi, e che nella Storia è stato ampiamente sfruttato, al fine di rendere i conflitti digeribili alle masse.
E’ sufficiente appiccicare un’etichetta denigratoria addosso a qualcuno, per rendere automaticamente lecita qualunque porcheria nei suoi confronti. Negro, giudeo, terrorista: sono esseri inferiori, l’hanno detto le istituzioni, pertanto verso di loro vale tutto.
La cosa paradossale è che molti di quelli che ti hanno messo like sono a loro volta vittime inconsapevoli dello stesso meccanismo: hanno stabilito (principalmente tramite video sui social) che i cittadini dell’Ucraina non sono più ucraini, ma “ukronazi”, e da quel momento in poi hanno giustificato qualunque cosa nei loro confronti, anche le più abiette.
Siamo circondati da esempi di banalità del male, ma la soluzione è altrettanto banale, almeno quando non ci sono le istituzioni di mezzo. In estrema sintesi: stay human.
Basta fare lo sforzo di ricordarsi che dall’altra parte non ci sono “i cattivi”, ma semplicemente altri esseri umani che sono vittime a loro volta, anche quando agiscono da carnefici, per restituire alla realtà la sua giusta dimensione.
P.S.: Emilio Lussu è stato fortunato, se si fosse chiamato Piero la cosa sarebbe potuta finire diversamente.
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x Jonny Dio
Io sono responsabile solo delle mie parole, non di chi le approva. Sono certo che ognuno di loro saprà difendersi personalmente dal tuo rimprovero, ma non posso farlo io al posto loro.
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@ Marco: lo so bene, infatti non te ne sto mica chiedendo conto.
Inoltre non si tratta di un “rimprovero”, ma di una semplice constatazione a mero titolo esemplificativo di ciò che intendevo, che poi è un ampliamento dello stesso concetto che hai espresso tu qua sopra.
Concetto col quale sono perfettamente d’accordo: è proprio così che funzionano le cose, in questo schifo di mondo (quando l’ho capito, ho smesso di chiedermi “ma com’è stato possibile?”).
Tu hai elaborato questo concetto pensando ad Israele, ma è molto più trasversale, e fatte le debite proporzioni è la stessa disumanizzazione dell’avversario (o di chi è percepito come tale) che si può ritrovare anche nel soldatino da tastiera.
Tralasciando la polemica con questi ultimi, mi permetto di farti notare che il tuo discorso rimane perfettamente valido, parola per parola, anche se sostituisci “IOF” con “Hamas”.
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La banalità di Jonny iDIOta 😀 😀 😀
Che sagoma (da poligono)
La cosa paradossale è che molti di quelli che ti hanno messo like sono a loro volta vittime inconsapevoli dello stesso meccanismo: hanno stabilito (principalmente tramite video sui social) che i cittadini dell’Ucraina non sono più ucraini, ma “ukronazi”, e da quel momento in poi hanno giustificato qualunque cosa nei loro confronti, anche le più abiette.
EGGIA’, invece quando c’é chi dice che bisogna capire le ragioni della Russia gli si appiccica l’etichetta di PUTINIANO e tutti i dubbi passano.
Siamo circondati da esempi di banalità del male, ma la soluzione è altrettanto banale, almeno quando non ci sono le istituzioni di mezzo. In estrema sintesi: stay human.
Tipo TE, per esempio, quando commentavi i video degli ucronazi che catturano per strada i cittadini ucraini mandandoli a morire ”in altri tempi li mandavano alla fucilazione”. Bel modo di essere UMANO, vero?
O vogliamo parlare delle merd@te cbe hai detto l’altro giorno su Francesca Albanese e il suo negazionismo sugli stupri di Hamas?
La vergogna non ti si addice molto. Altrimenti staresti zitto ma si sa, mai perdere l’occasione di parlare e dimostrarsi un iDIOta.
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@ Mentecatto: comprendo il tuo disagio e il tuo stato confusionale, probabilmente acuito dal caldo (succede, quando si dà retta a Mario Draghi e si sceglie la pace al posto del condizionatore), ma guarda che sei stato tu a definirti “orgogliosamente putiniano”, quindi l’etichetta te la sei messa da solo.
Inoltre putiniano non è chi, pudicamente, “dice che bisogna capire le ragioni della Russia”, ma chi ha sempre detto e fatto di tutto pur di giustificare qualunque porcheria perpetrata da Putin, in Ucraina e non solo, rilanciando e amplificando la propaganda del Cremlino.
Per il resto domando scusa, ma non devo giustificare quella che è una mera constatazione oggettiva, e soprattutto non prendo lezioni di moralità da un povero ignorantello antisemita.
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Con la sola differenza, non trascurabile, che Hamas è il prodotto di un’oppressione sistemica decennale, mentre l’IOF è il prodotto e il perpetuatore del sistema di oppressione.
Nurit Peled-Elhanan, ebrea israeliana, sorella di Miko Peled, figlia del generale Matti Peled, è una professoressa dell’Università Ebraica di Gerusalemme, Premio Sakharov per libertà di pensiero. Nel 1997 ha perso la figlia di 13 anni, Smadar, uccisa da un attentatore suicida palestinese. Per questa tragedia, ha sempre incolpato Israele:
“Mia figlia è stata uccisa, solo perché israeliana, da un giovane oppresso ed esasperato al punto da suicidarsi e uccidere, solo perché palestinese. Entrambi sono vittime dell’occupazione israeliana della Palestina”.
Riconoscere che, sia la propria giovane figlia sia l’attentatore palestinese, sono entrambi vittime di un sistema di occupazione e oppressione è un atto di grande umanità e coraggio. Il suo gesto non è solo umano, ma anche politico: rifiutare la logica della vendetta e indicare nel sistema oppressivo dell’occupazione la vera radice del male significa spostare il discorso da “chi ha colpito” a “perché ha colpito”. In pochissimi hanno la forza o il coraggio di farlo. E chiedendosi perché, non si accontenta di facili formule, di slogan demonizzanti o alibi autoassolutori, che servono solo a legittimare il mantenimento dello status quo. Lei non assolve l’attentatore, ma riconosce che non è nato per uccidere. Riconosce che è il risultato di un contesto disumano: l’occupazione, l’usurpazione delle terre avite, l’apartheid, l’umiliazione quotidiana, la perdita di speranza, la negazione dei diritti fondamentali. Non è un atto di giustificazione morale, ma un tentativo di analisi lucida e coraggiosa, che punta a spezzare il ciclo della violenza andando alla sua origine strutturale.
Nurit ha studiato approfonditamente l’indottrinamento in Israele, soprattutto per come si esplica nel sistema scolastico. Secondo lei, l’educazione scolastica fa della Shoah un pilastro identitario, sfruttandola per rafforzare l’idea di Israele come vittima perenne e giustificare l’esclusione e l’oppressione dei palestinesi. Questo approccio non promuove empatia o memoria critica, ma genera paura, sospetto e senso di assedio nei giovani israeliani, contribuendo a un indottrinamento nazionalista e a una visione distorta e disumanizzante dell’altro.
Consiglio la lettura di queste due interviste:
https://www.terrasanta.net/2025/04/nurit-peled-elhanan-per-por-fine-al-conflitto-riformiamo-la-scuola/
https://lavialibera.it/it-schede-1917-nurit_peled_elhanan_israele_palestina_gaza_liberta_espressione
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Ma guarda che io sono perfettamente d’accordo con quanto dici; mi sono solo permesso di aggiungere che anche dall’altra parte stanno facendo la stessa identica cosa.
Lo fanno perché sono oppressi? Lo fanno perché sono perversi? Non fa nessuna differenza: ai fini del nostro discorso, ciò che conta è solo ciò che stanno facendo: indottrinano i propri figli alla scuola dell’odio. Se e quanto tale odio sia giustificato è materia divina, più che terrena.
Immagino che tu sappia che i palestinesi non siano esattamente quel popolo mansueto e pacifico che la propaganda antiamericana ama tanto dipingere, ma se fossero armati e sostenuti quanto lo è Israele, molto probabilmente cercherebbero di fare quello che stanno tentando di fare loro, ovvero cancellare per sempre il nemico dalla faccia della terra.
Inoltre, trattandosi di un discorso generale che riguarda alcune ombre della natura umana (almeno da parte mia), direi che stabilire chi abbia iniziato sia abbastanza irrilevante, dato che è una cosa che va avanti da decenni e che volendo si potrebbe far risalire ai tempi di Adamo ed Eva.
Anche tra i gazawi ce ne sarà sicuramente qualcuno che incolpa Hamas per quello che sta succedendo, ma questo non diminuisce di un millimetro quelle che sono le responsabilità in gioco, che sono in carico ad ambo le parti.
Sembri abbastanza informato da essere in grado di documentarti da solo in merito all’indottrinamento che avviene nelle scuole di Hamas, che per quanto mi risulta è del tutto sovrapponibile, se non ancora più estremista, di quello che hai descritto, pertanto evito di postare link a riguardo.
Se invece vuoi giocare alla lavagna dei buoni e dei cattivi, dovrai farlo da solo: il sottoscritto ormai è troppo cresciuto per certe cose.
Infine, ti prego di non fare troppo caso alle deiezioni verbali del mio personal hater: ogni tanto anche lui deve fare i suoi bisognini.
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x Jonny Dio
Il tuo punto di vista privilegia una sorta di universalismo etico astratto, secondo cui l’odio e la violenza, da qualsiasi parte provengano, sono sempre ingiustificabili. E’ una posizione che, pur mossa da buoni intenti, rischia di appiattire le differenze di contesto e di responsabilità.
Io rifiuto questa neutralità formale, perché le astrazioni sono spesso nient’altro che strumenti ideologici camuffati da universalismo. I discorsi generali possono avere un senso, ma qui si sfocia in un’astrazione talmente vaga da diventare fumo nel vento. L’astrazione moralistica che dissolve la responsabilità storica è una forma sofisticata di mistificazione. Dire che “non importa chi ha cominciato” può sembrare una posizione equidistante e saggia, ma in realtà è profondamente politica – e lo è a favore del più forte.
Non tutte le forme di violenza, di indottrinamento o di lotta sono uguali. C’è un’asimmetria strutturale fra chi opprime e chi è oppresso. L’atto non è valutabile indipendentemente dal contesto: un popolo che resiste a un’occupazione o a un’espropriazione sistematica ha talvolta una giustificazione, talatra almeno una spiegazione storica e politica profondamente diversa da chi perpetra quella stessa oppressione.
In questo senso, affermare che “l’indottrinamento all’odio” sia lo stesso da entrambe le parti è una forma di parificazione, e quindi, per estensione, una legittimazione implicita dello status quo, che nella realtà vede uno Stato colonialista dotato di uno degli eserciti più potenti del mondo contro una popolazione sotto assedio e occupazione.
Una lettura del conflitto che ignora le asimmetrie storiche, militari e politiche è una forma di distorsione. Il male umano esiste da sempre, certo, ma non nasce nel vuoto: è attivato da sistemi politici, storie concrete, rapporti di forza. Rimuovere questi elementi è un atto ideologico, non un gesto neutrale.
Non tutto ciò che è “violento” o “odiato” ha lo stesso significato nei diversi contesti. Giudicare un’azione senza considerare il contesto che l’ha prodotta può portare a una falsa equivalenza morale, e questa – in casi come quello israelo-palestinese – tende sempre a favorire il più forte, normalizzando l’oppressione sistemica per presentarla come solo un altro lato dello stesso problema.
La tua astrazione si risolve infine in una proiezione preventiva del crimine sul nemico per giustificare il crimine stesso. E’ una classica logica pre-giustificatoria, che funziona solo su un piano ipotetico: non importa ciò che l’altro fa ora, importa ciò che potrebbe fare se avesse i mezzi. Quindi ogni azione violenta compiuta oggi viene presentata come legittima prevenzione di una futura violenza ipotetica. Questa costruzione serve a disumanizzare il nemico, privandolo del diritto alla resistenza, alla dignità e perfino alla presunzione di intenzioni umane comprensibili. I palestinesi, in questa logica, non sono oppressi che reagiscono, ma potenziali carnefici che aspettano solo di diventare potenti abbastanza per sterminare.
E’ lo stesso schema retorico usato in molte ideologie genocidarie: i tutsi erano “scarafaggi” che, se non eliminati, avrebbero distrutto i loro oppressori; gli armeni erano “traditori interni” dell’Impero Ottomano; gli ebrei erano una minaccia esistenziale e cosmica e anche i bambini andavano uccisi perché altrimenti un giorno si sarebbero vendicati.
Questa narrazione rovescia i ruoli storici reali, assegnando ai colonizzati e agli oppressi una pericolosità intrinseca e quasi biologica, per giustificare preventivamente la loro eliminazione.
Ora, l’intero progetto sionista, fin dalla sua nascita nel tardo Ottocento, è strutturato secondo categorie coloniali: presa di possesso della terra; esclusione e rimozione degli autoctoni; costruzione di uno Stato etnico omogeneo.
Al contrario, i palestinesi non hanno mai avuto un progetto espansionista. Hanno vissuto nel territorio per secoli e generazioni, e hanno convissuto anche con gli ebrei del vecchio Yishuv (che non per caso detestavano i sionisti). La loro “colpa” è stata quella di esistere in un luogo ambito da un progetto coloniale. Le loro azioni violente – che certamente esistono – sono reazioni a un processo sistemico di spoliazione e negazione.
Presentare l’intero popolo palestinese come “non mansueto”, e perciò pericoloso in sé, equivale a essenzializzare la violenza: non sono violenti perché oppressi, ma sono violenti e quindi devono essere oppressi o eliminati. Questo è il cuore della propaganda genocidaria.
Tu dici: chi ha iniziato non conta, è l’umana natura, va avanti da sempre. Ma questa è una forma di discorso destoricizzante: prendi un conflitto concreto, con radici storiche, politiche e materiali molto chiare (occupazione, esproprio, colonizzazione) e lo trasformi in una favola metafisica sulla violenza “che c’è da sempre”.
In questo modo neghi alla storia la sua funzione essenziale: dare senso ai conflitti, stabilire responsabilità, individuare rapporti di forza. Non è “da sempre” che Israele occupa la Cisgiordania, né che Gaza è sotto assedio. Sono eventi precisi, con date, firme, piani e strategie. Quindi, dire che tutto si perde nel tempo di Adamo ed Eva non è saggezza: è negazione della giustizia storica. E soprattutto è un modo per disinnescare ogni possibilità di cambiamento. Se non c’è un inizio, non c’è una colpa. Se non c’è una colpa, non c’è riparazione. Se non c’è riparazione, si mantiene lo status quo – che è esattamente ciò che favorisce chi ha il potere.
E’ invece importante differenziare, è fondamentale in qualsiasi analisi storica, politica, giuridica: è ciò che distingue la legittima difesa dall’aggressione, la resistenza dalla repressione, la liberazione dall’oppressione. E proprio perché va avanti da decenni, non possiamo permetterci di rimuovere l’origine, altrimenti giustifichiamo l’eterno ritorno della violenza – ma solo quella che conviene a chi domina. Questo ha capito benissimo proprio Nurit Peled-Elhanan, magrado il dolore sperimentato.
Bisogna impegnarsi a smontare questa falsa equivalenza tra occupato e occupante, smascherare la proiezione manipolatoria che ribalta le responsabilità storiche e avvertire del pericolo concreto di disumanizzazione, che nella storia ha spesso preceduto massacri e genocidi.
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@ Marco: il mio discorso verteva soltanto sulla natura umana, su quanto sia facile (banale, appunto) trasformare in normalità, socialmente accettata, comportamenti e modi di pensare che in altri contesti farebbero accapponare la pelle.
Ma l’equivalenza si ferma lì, almeno da parte mia.
Come ti ho già accennato, assegnare colpe non è affatto una mia aspirazione: lo ritengo un retaggio della morale cattolica, utile solo a polarizzare l’opinione pubblica a favore di qualcuno.
Preferisco assegnare ad ognuno la sua fetta di responsabilità, che a differenza delle colpe non stanno mai tutte da una parte.
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X Jonny Dio:
probabilmente acuito dal caldo (succede, quando si dà retta a Mario Draghi e si sceglie la pace al posto del condizionatore),
Sei talmente fesso che pensi che se hai la guerra allora HAI i condizionatori? Ma veramente sei rimasto a questa incredibile ca22ata?
I beni VOLUTTUARI sono i primi a sparire con le guerre e i condizionatori d’aria sono ovviamente tra questi.
Quindi Draghi ha mentito e tu a ruota.
ma guarda che sei stato tu a definirti “orgogliosamente putiniano”, quindi l’etichetta te la sei messa da solo.Inoltre putiniano non è chi, pudicamente, “dice che bisogna capire le ragioni della Russia”, ma chi ha sempre detto e fatto di tutto pur di giustificare qualunque porcheria perpetrata da Putin, in Ucraina e non solo, rilanciando e amplificando la propaganda del Cremlino.
Ma io ME NE VANTO di esserlo. Se l’alternativa è essere con quel nano psicopatico di Zelensky che manda al macello i ragazzi presi per strada distruggendo la sua nazione, 1.000 volte meglio Putin che per la Russia è stato la salvezza, per tuo evidente SCORNO da quel che scrivi eh.
Per il resto domando scusa, ma non devo giustificare quella che è una mera constatazione oggettiva, e soprattutto non prendo lezioni di moralità da un povero ignorantello antisemita.
E poi saresti TU che parli di altri che si mettono le etichette?
Inutile spiegarti che arabi e in particolar modo i palestinesi siano SEMITI a tutti gli effetti quindi NO, non sono antisemita. Sono ANTISIONISTA e per dirla con Ovadia, se questo fa di me un antisemita sono problemi di chi mi ACCUSA, non miei.
Ma siccome tu sei troppo ipo.crita e sionista (anche se fai finta di no) è ovvio che non lo capisci.
O meglio, fai finta di non saperlo.
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@ Mentecatto: vedere due sole alternative è tipico dei bi-neuronali che si fanno dettare i pensieri dai video su internet; per qualunque normodotato le alternative sono molte di più.
Puoi cavillare sul semitismo quanto ti pare, ma affermare che un giornalista abbia fatto carriera solo per il naso adunco è un’affermazione RAZZISTA.
Continua a fare lo sgargiante, e invierò lo screenshot ai diretti interessati, così ci facciamo due grasse risate.
O forse ritieni che con quella boccuccia puoi dire tutto quello che vuoi, senza mai pagarne le conseguenze? Se non l’ho già fatto, è solo per misericordia verso quei poveri anziani che hai in casa, che hanno già patito troppe disgrazie.
P.S.: che Putin sia stato la salvezza per la Russia vallo a raccontare alle famiglie degli oltre centomila ragazzi russi spediti a morire al fronte, poi dimmi cosa ti hanno risposto.
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Per Marco:
Tu dici: chi ha iniziato non conta, è l’umana natura, va avanti da sempre. Ma questa è una forma di discorso destoricizzante: prendi un conflitto concreto, con radici storiche, politiche e materiali molto chiare (occupazione, esproprio, colonizzazione) e lo trasformi in una favola metafisica sulla violenza “che c’è da sempre”.
Il bello è che per JD quando si parla del conflitto russo-ucraino stranamente, questo ‘così fan tutti diventa ‘kolpa di Putin’.
Ma per Israhell allunga il brodo e lamenta nche anche i palestinesi ‘odiano’ gli israeliani.
Chissà se JD ha mai visto Mississippi Burning (le radici dell’odio). Magari farebbe l’equalizzazione anche tra KKK e ‘neger’.
In questo modo neghi alla storia la sua funzione essenziale: dare senso ai conflitti, stabilire responsabilità, individuare rapporti di forza. Non è “da sempre” che Israele occupa la Cisgiordania, né che Gaza è sotto assedio. Sono eventi precisi, con date, firme, piani e strategie. Quindi, dire che tutto si perde nel tempo di Adamo ed Eva non è saggezza: è negazione della giustizia storica.
Ma è COMODO, COMODISSIMO. Cosa fa un fazioso ‘rozzo’? Scrive quel che scrive gente alla Loguasto. Cosa fa uno ‘ipocrita e perfido’? Fa come JD, con i nemici ‘c’é un aggredito e un aggressore’, ma con gli amici ‘so’ tutti uguali’.
Quindi i Russi sono i cattivi. Gli israeiani sono pari ai palestinesi, tanto è l’odio che li caratterizza. Ed è come dire che se tu odi qualcuno che ti ha bruciato la casa, preso la terra, percosso i tuoi familiari, beh, se lo odi sei come lui.
Ovviamente non esiste diritto penale ed internazionale che lo affermi, ma per JD tutto fa brodo.
E soprattutto è un modo per disinnescare ogni possibilità di cambiamento. Se non c’è un inizio, non c’è una colpa. Se non c’è una colpa, non c’è riparazione. Se non c’è riparazione, si mantiene lo status quo – che è esattamente ciò che favorisce chi ha il potere.
SI ALLUNGA IL BRODO sperando che diventi saporito come l’acqua del mare. Tutti odiano, tutti fanno ingiustizie, tutti colpevoli = nessun colpevole.
Però sono gli israeliani che ammazzano i palestinesi anche quando vanno a prendere l’acqua. Mica il contrario.
E gli ostaggi israeliani sono stati tenuti molto meglio di quelli palestinesi che a decine di migliaia sono imprigionati nelle carceri israeliane.
R. Jebreal ha detto molte cose al riguardo.
Come gente che viene tenuta viva con i sondini mentre resta legata e sottoposta a torture.
Sono robe da dottor Mengele e dintorni.
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Banalita’ assolute, posso facilmente obiettare che anche un articolo del genere e’ una scusa per non parlare di quanto avviene in Sudan. Visto com’e’ facile ?
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Esattamente come certi post sono scuse per non stare zitti.
Anche il mio e via così.
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X ED:
A te non te ne frega un ca22o del Sudan.
Lo usi solo per fare il trucchetto E ALLORA LE FOIBBEEEE???
Bugiardo, CLOWN e manipolatore da 4 soldi.
Sciacquati la boccuccia di Rosa quando parli delle tragedie che usi come un bamboccio che gioca con le figurine.
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Avvoltoio, ti tocca il turno di notte ? Non permetterti dalla tua bassezza morale di giudicare cosa mi importa o meno. Per la cronaca ti avviso che le foibe sono lievemente datate, la tragedia del Sudan e’ in corso, ma tu ti occupo solo delle cose di cui puoi fare polemica, vero Sincero Pacifista Democratico ? Se vuoi stare sull’attualita’ puoi deplorare i civili ucraini di stanotte…
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Comunque adesso che ti so interessato, ecco le ultime notizie in merito: https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-07/sudan-guerra-sfollati-diritti.html Aspetto sempre che non tu, che sei pagato per fare altro, ma la diversamente ambasciatrice Basile, il diversamente virologo Zhok o il diversamente esperto di geopolitica Orsini, trovino il tempo di spendervi un po’ della loro indignazione. Ma il loro filone l’hanno gia’ trovato ed il ritornello gli viene facile e redditizio e poi senza gli Usa o l’Occidente come cattivi e’ come un film di Batman senza Joker, il pubblico diserta le sale.
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Ma INFATTI, caro sodoNATOmita, la Basila non cielodice perke’ è in combutta con il governo del Sudan.
Perché non ci racconti TU del conflitto (spinto da manine estere) tra CONGO e RWANDA, per esempio?
Ah.
Quello no, ovviamente.
MA capisco che non ti interessi. Mica fabbricano trenini da quelle parti.
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Avvoltoio manda il tuo indirizzo ed a Natale ti faccio recapitare un bel trenino da un postino vestito da Babbo Natale. Aver visto tutti i tuoi amichetti giocare con le locomotive mentre tu non ce l’avevi, e’ stato traumatico per la tua crescita e ora si vede quanto. Tienimi pure informato di quanto succede nel mondo perche’ , dovresti saperlo, ” Nessun uomo e’ un’isola….”e la sofferenza e’universale, quello che fa le graduatorie sei solo tu.
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Ahahahaha.
Piuttosto potresti offrirti volontario per portare aiuti a Gaza.
Poi ti consegni all’IDF dichiarando che sei di Hamazz.
Però ti avverto, lì non usano i trenini Lima, vanno con le sbarre di ferro!
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Freud sosterrebbe che sei rimasto alla “ fase anale “ , in un modo o nell’altro e’ il tuo argomento fisso. Fatti aiutare.
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Non c’è fondo al cinismo. Mi auguro per te di non finire mai in un inferno come quello di Gaza… in fondo sei una persona anche tu.
Tieni conto che quello che fa Israele è anche responsabilità nostra, visto che lo appoggiamo, continuiamo a vendergli armi e nascondiamo, per quel che è possibile, le nefandezze che commette.
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@ Nessuno e tutti.
Poiché io non credo nella giustizia umana, che continua a condannare degli innocenti e ad assolvere i criminali, spero ardentemente che esista una giustizia divina che perdoni i miei peccati, commessi sulla mia carne ( 😃) ) e sia implacabile verso chi, invece, li ha compiuti sulla carne altrui, soprattutto sulla carne degli innocenti.
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“ beghe di condominio alla Camera. È il trucco più vecchio del mondo: parlare d’altro. Dimenticare. Spostare l’attenzione“
Ma alla Camera, come al Senato, si parla anche di Gaza. Ci sono stati parecchi interventi che l’autore dovrebbe apprezzare, visto quanto ha scritto, e soprattutto raccontare.
“tra un talk show e l’altro, la coscienza collettiva si addormenta placidamente“
Non so cosa sia, e se esiste, la “coscienza collettiva”, però la mia di coscienza mi dice che ogni tanto qualche distinguo andrebbe fatto.
Io quello che posso fare è consigliare a chi legge articoli simili di andare oltre le belle parole, ovviamente se le si trova condivisibili, e riflettere su che messaggio implicito alla fine arriva al lettore su TUTTI i politici e TUTTI i giornalisti (“le prime pagine sono occupate dai Mondiali di calcio, dal gossip su Sanremo e dalle beghe di condominio alla Camera”) e se tale “ribelle” messaggio sia un bene o un male per la causa che si sostiene.
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Sambuca Molinari da VOMITO!!! 🤮🤮🤮🤮
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Classico argomento fantoccio, ma mai quanto LUI!!!
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Molinari è: 1- di famiglia ebraica 2- sposato con avvocata ebraica 3- studi in Israhell 4- figli nati a NY 5- sionista (ma dai! E chi l’avrebbe detto).
Idem Parenzo, anche lui ha fatto carriera solo per il naso adunco.
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Sai, l’era del bianco e nero è finita da un pezzo.
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@ Mentecatto: non per i piccoli ignorantelli antisemiti.
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😳😳😳
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L’ebreo è anche questo qua:
E si becca dell’antisemita dalla comunità bempensante fatta da gente conformista, ipocrita e razzista.
Ovviamente è chiedere ad un cornuto blu come te troppo trovare differenze con Molinari e Parenzo, che si vantano pure degli attacchi omicidi e terroristi della famosa democrazia mediorientale.
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@ Mentecatto: è inutile che cerchi di rigirare la frittata.
Tu non hai attaccato Molinari e Parenzo per ciò che hanno detto, ma per le loro origini.
Questo fa di te un razzista, ignorante come tutti i razzisti.
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P.S.: prega che non mi venga voglia di inviare agli interessati uno screenshot del tuo bel commento: a differenza mia, loro non sanno che sei protetto dalla seminfermità mentale.
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Dovresti fare uno sforzo: l’articolo non è una condanna generalizzata ma guarda all’effetto che risulta da un’attività di copertura garantita da grossa parte dell’informazione. Quello che conta è che la stragrande maggioranza di italiani ed europei vive queste vicende con indifferenza o addirittura con la convinzione che Israele si stia solo difendendo.
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Io non ho scritto di nessuna condanna, ma bensì di “messaggio implicito che alla fine arriva al lettore”
Capisci la differenza?
Il generalizzare, il fare di tutta l’erba un fascio, è sempre sbagliato, indipendentemente se chi lo fa sia in malafede o semplicemente troppo svogliato per fare dei distinguo.
Tu sei in grado di garantire che tutti i lettori/elettori siano ben informati e sappiano che ci sono differenze sostanziali nella politica e nel giornalismo?
Se non puoi garantirlo, allora non puoi negare che il #sontuttiuguali, implicito o esplicito che sia, inevitabilmente si conficcherà nella zucca di qualcuno con i risultati che sappiamo:
Ci vuole tanto ad ammettere che il non fare distinzioni è un favore a questo Governo perchè spinge l’elettore, quello contrario alle sue politiche, a pensare che non ci siano alternative diverse?
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Devi impegnarti per intendere come l’intendi tu. Se qualcuno in parlamento parla di Gaza, i media principali non lo riportano. Sì, volendo trovi chi ne parla, ma devi cercare e la maggioranza di chi legge il giornale o guarda i TG si ferma lì. Risultato, nessuno o pochi sanno ciò che accade là e se succede qualcosa che non può essere non detta, fanno il possibile per renderlo “accettabile “. In fondo gli israeliani si stanno solo difendendo… e gli errori capitano.
Con un “sistema” informativo decente, la stragrande maggioranza della popolazione sarebbe “almeno” indignata. Invece là è in atto un genocidio e qua, per la maggioranza, non sta succedendo niente di eccezionale. Non importa se c’è chi si indigna e magari denuncia o manifesta… tanto non succede niente. Purtroppo
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“Se qualcuno in parlamento parla di Gaza, i media principali non lo riportano. Sì, volendo trovi chi ne parla, ma devi cercare”.
Ma è proprio per questo motivo che critico quella controinformazione che fa la stessa identica cosa nei confronti di quei “qualcuno”.
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