(Tommaso Merlo) – Carina la letterina di auguri di Trump al suo amicone Epstein, il più grande pedofilo della storia americana. C’è anche il disegnino di una ragazzina. I due han fatto coppia fissa per anni nel jet set newyorkese che conta, lo hanno ammesso entrambi e video e foto certificano quegli anni d’oro. Li univa la passione per i soldi e per la beneamata anche se particolarmente giovane. In quegli anni Epstein era già un pedofilo pregiudicato e un personaggio stranoto nell’alta società, il punto è capire se anche Trump andasse con le minorenni o meno. Se saltano fuori prove, Trump è politicamente morto. Lo mollerebbe anche il suo zoccolo duro a matrice religiosa e un presidente americano pedofilo sarebbe ingestibile anche a livello internazionale. Trump vacilla come non mai. La sua base è implosa perché allevata per anni a pane e complottismo e lo scandalo Epstein era uno dei cavalli di battaglia. Quello che dimostrava la depravazione delle élite e quanto fosse marcio il sistema. Trump aveva promesso di far luce sullo scandalo ed invece sta insabbiando. L’ennesimo tradimento e quello più doloroso. Per chi ha creduto in lui ma in realtà per tutti quegli americani schifati dalla politica che pretendono trasparenza e non accettano il doppiopesismo. Nello scandalo sono noti i crimini, le giovani vittime ed i magnaccia, ma i pedofili altolocati girano a piede libero. Una storiaccia. Epstein era un mediocre newyorkese che senza nessuna qualifica o talento, scalò misteriosamente la società americana accumulando ricchezze e potere sterminati, al punto che per decenni da pedofilo l’ha sempre fatta franca, come se tenesse sotto ricatto un intero paese. Ricattava con le ragazzine che abbordava nella bassa società e che metteva a disposizione di miliardari che in cambio lo ricoprivano d’oro, un po’ per il servizio ricevuto e un po’ per paura di venire svergognati. All’apice della sua perversa parabola, Epstein si comprò un’isola privata su cui portava ricchi e potenti a sfogare il loro vizietto proibito col suo aereo Lolita. Li accoglieva in un resort super lusso farcito di telecamere. Dalla documentazione risulta che l’ex presidente Bill Clinton era un cliente fisso atterrato sull’isola ben 27 volte, ma tra gli ospiti spicca anche Bill Gates di Microsoft e molti altri nomi illustri del gotha americano. Fin qui nessun complottismo. La finta compagna e partner in affari di Epstein, è in galera con una condanna a vent’anni per traffico di minori. E lo stesso Epstein dopo decenni da pedofilo e da pappone di ragazzine, finì in carcere. Fatti quindi comprovati nei vari processi, ma qui inizia la parte più nebbiosa. Pare infatti che Epstein non si sia suicidato in carcere perché era impossibile farlo in quella struttura carceraria e perché stava per farla franca ancora una volta. Il video fuori dalla sua cella poi, risulta manomesso. Secondo alcuni è stato ammazzato da killer assoldati dai suoi clienti altolocati terrorizzati di venire scoperti. Altri sostengono sia opera dei servizi segreti. Ed è qui che la vicenda si fa più inquietante. Che Epstein collaborasse coi servizi segreti israeliani e avesse rapporti stretti coi vertici di Israele, non è affatto complottismo. È stato dimostrano ampiamente con nomi e cognomi, quello su cui invece la società americana vuole far luce, è se la rete pedofila e ricattatoria di Epstein fosse o meno stata messa a disposizione dei servizi segreti israeliani allo scopo di piegare ricchi e potenti all’agenda sionista. Una tesi avvalorata dal fatto che nemmeno Biden rese pubblici gli atti dello scandalo, come se fosse una questione di sicurezza nazionale ed alquanto indigesta alla potentissima lobby sionista che lo teneva per le palle. Idem per Trump. Molti dubitano che tra le sue perversioni Trump avesse anche quella di andare con le ragazzine, ma nessuno dubita che anche lui e il suo governo siano burattini della lobby sionista. I sentimenti anti israeliani sono ai massimi storici anche negli Stati Uniti e una tegola del genere potrebbe essere rovinosa per i sionisti. Potrebbe cessare un’era, potrebbe compromettere un rapporto privilegiato che è essenziale per la sopravvivenza di Israele. Del resto un conto è corrompere presidenti e parlamentari americani finanziandogli la campagna elettorale, un conto tenere sotto ricatto un intero paese e farlo con una infima operazione segreta di sfruttamento della prostituzione minorile. Ma per dimostrarlo servono prove concrete, serve che Trump renda pubblici tutti i documenti dello scandalo e non solo quelli innocui. La sua letterina di auguri di compleanno all’amico Epstein non aggiunge nulla di nuovo e anche se fosse un falso, è irrilevante. Il punto sono gli altolocati clienti di Epstein e sapere se vi sono stati ricatti a fini politici e quali. Il punto è che in democrazia la legge è uguale per tutti e che il potere appartiene al popolo. Per questo la base di Trump è in rivolta e il presidente vacilla come non mai. Se saltasse fuori che andava con le ragazzine e che sta coprendo squallide operazioni segrete, è politicamente morto.