
(Stefano Rossi) – Ieri sera, erano in molti a dare fiducia al sindaco di Milano, il quale, mentre imperversava la tempesta, ha avuto modo di dire: “Non mi riconosco nella lettura che viene riportata dalla procura”.
Cioè, è l’indagato che decide la lettura dei fatti sotto indagine.
La Schlein, senza possibilità di capire cosa succederà, lo chiamava per esprimere “vicinanza e solidarietà”.
Sulla vicenda non mi pronuncio perché è troppo presto per capire e per vedere come andrà a finire.
Richiedere le dimissioni è una sciocchezza clamorosa in quanto, al momento, tutto può succedere, soprattutto quando le accuse si basano sulle leggi urbanistiche che sono una vergona inaudita fatte apposta per non capirci nulla e lasciare, a tutti (procure e avvocati), a mille interpretazioni, una contraria a tutte le altre.
Dopo aver sentito i plausi e i complimenti positivi a questo Beppe Sala, mi sono ricordato dello scempio del’’Expò 2015 S.p.A, di cui, il sindaco di Milano, era stato nominato commissario unico.
Ricordo perfettamente le critiche che in tanti sollevammo su quell’evento gigantesco che ha fruttato solo danni erariali.
Ci dicevano che avrebbe creato posti di lavoro, invece chiedevano ai giovani di lavorare gratis con la parolina magica “volontariato”.
Dicevano che avrebbe migliorato il valore del made in Italy ma si sono arricchiti i mafiosi con lo smantellamento delle strutture con indagini e sequestri della DIA.
E poi il bilancio.
Chiuso con un buco che non ha precedenti.
Questi marrani erano sordi agli studi indipendenti, come quello dell’economista sportivo americano, Zimbalist, il quale sconsigliava di affrontare questi mega eventi che provocano solo danni economici senza fine: lasciano cattedrali nel deserto come la “Vela” di Calatrava (altro danno erariale prodotto dalla sinistra). Costata valanghe di milioni e poi, negli anni, spese di milioni per manutenerle.
Phil Porter, nel Mega-sports events as municipal investments: a critique of impact analysis, analizzò i danni economici che provocarono i Super Bowl dal 1985 al 1995, nelle varie città americane. Lo studio è impietoso e non lascia dubbi.
Spesso, i fattori positivi vengono sovrastimati a fronte di danni ambientali, economici e strutturali provocati ex post da questi eventi.
Comunque la pensiate, ecco come venne chiuso il bilancio con Beppe Sala commissario unico.
Dopo due anni dalla chiusura dell’Expò era tutto da smantellare a Rhò, dove, di fatto, venne svolta la manifestazione.
Nel 2017, 8 padiglioni ancora dovevano essere rimossi sui 57 totali.
Con i soldi degli italiani, Expò 2015 S.p.A. è costato 2,4 miliardi di euro!
Dopo tre anni la società non poteva chiudere per tutti i contenziosi e i costi aggiuntivi che, nel frattempo, lievitavano. Il padiglione dell’Italia, per esempio, preventivato in 27 milioni, arrivò a ben 57 milioni.
Quello dei costi aggiuntivi, che lievitano in corso d’opera, è uno dei tanti motivi che hanno spinto, studi indipendenti, a dare sempre parere sfavorevole a questi mega eventi.
I fornitori aspettavano dalla società versamenti totali per 256 milioni di euro.
Ho perso interesse a seguire la vicenda ma il buco di bilancio, nonostante le bugie di Sala, ammontava a 237 milioni di euro.
Difatti, Sala, disse poi che un evento del genere non si giudica dal bilancio ma dai risultati come volano per l’immagine di Milano e per l’economia.
Già, l’economia.
Io so che nelle società private, dove non piovono soldi pubblici agli amici degli amici, se il bilancio è in rosso, il gestore, viene messo alla porta.
Qui, è diverso. Vengono promossi, candidati, e se le procure indagano, ricevono solidarietà ancor prima di capire che diavolo abbiano combinato.
E magari vengono pure candidati come futuri federatori di una vaneggiante opposizione.
Dibba e Barbacetto sullo scandalo di Milano:
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aspettando Milano -Cortina che oltre il costo , ci sarà un enorme danno ambientale. Ma sono tutti della stessa cricca e sarà nuovamente un buco miliardario
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