(Stefano Rossi) – Dopo il video di Luca Zingaretti che aveva visto la moglie di un ministro saltare la fila all’aeroporto, tutti si sono scatenati per sapere chi fosse quel ministro.

Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Alfonso Urso, è dovuto uscire allo scoperto.

Zingaretti, evidentemente, non ha ripreso i colleghi di suo fratello, e forse il fratello, quando passavano avanti alla gente comune; come durante il funerale di papa Francesco.

Ma lasciamo perdere.

Quello che mi ha sorpreso, non è il comportamento della moglie di Urso. Trovo normale che le autorità, di qualsiasi colore, possano avere una corsia preferenziale.

Sono le parole proprio del ministro che destano preoccupazione: “Ero al telefono, non mi sono accorto di nulla. E poi decide la scorta per motivi di sicurezza”.

Ecco un vero gentiluomo che scarica sulla moglie il finto scandalo.

Cioè, lui era al telefono. Che ne sapeva dove andava la moglie.

E poi la ciliegina: “decide la scorta”.

C’è una regola matematica che non conosce eccezione: riguarda la proporzionalità della debolezza di carattere di un politico e l’uso della scorta.

Si tratta di una grandezza inversamente proporzionale: più sarà scarso e debole l’uomo politico, maggiore sarà la libertà lasciata alla scorta.

Ricordo Sandro Pertini, appena eletto presidente della Repubblica.

Sotto casa non trovò il solito ambulante venditore di castagne.

Si rivolse bruscamente alla scorta: “Siete stati voi! Trovatelo e riportatelo qui”.

E quelli andarono a cercarlo e lo riaccompagnarono sotto casa sua.

Altrimenti erano guai.

Al ministro Urso gli consigliamo di rivedere i video di come veniva “accompagnato” l’onorevole Nullazzo.

Che poi fa pure rima!