Errore tecnico. Una ventina di bambini e quattordici adulti con le taniche in mano a prendere l’acqua. Un missile dell’Idf colpisce la fila. Pezzi di carne umana esplodono. Siamo spiacenti […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Errore tecnico. Una ventina di bambini e quattordici adulti con le taniche in mano a prendere l’acqua. Un missile dell’Idf colpisce la fila. Pezzi di carne umana esplodono. Siamo spiacenti era destinato a colpire un militante della Jihad islamica. Non ha funzionato ed è caduto a decine di metri dall’obiettivo. Il portavoce israeliano si esprime in termini neutri, asettici, impersonali. La disumanizzazione dell’orrore. Siamo spiacenti. I corpi avvolti nelle lenzuola bianche, quelli minuscoli dei bambini, lo strazio dei vivi. Errore. Tecnico. Come quando salta il collegamento in tv o sulla rete wi-fi. Idf comunica che l’incidente è attualmente oggetto di indagine. Su Facebook il video di un padre piangente che trascina il corpo insanguinato del figlio in una strada assolata tra la polvere e le macerie di Gaza. Perché sei andato a prendere l’acqua, chi ti ha detto di farlo? Perché? Siamo a conoscenza di segnalazioni riguardanti vittime nell’area a seguito dell’accaduto. A conoscenza. Segnalazioni. A seguito dell’accaduto. Stiamo lavorando per voi. I medici locali, ripresi da fonti Onu denunciano almeno dieci morti tra cui sei bambini e una bambina, tutti di età compresa tra i dieci e i quindici anni. Una ventina i feriti. Qualcuno è caduto a terra, si trascinava ferito troppo gravemente per riuscire a scappare. Le taniche sbriciolate. Errore tecnico. Stiamo esaminando i dettagli. Pezzi di braccia e di gambe sparsi intorno. Ne parlano al tg. C’è Wimbledon e non ci sono i talk. Manca lo show sull’aggressore e l’aggredito. Due popoli e due Stati. Dov’è l’Europa? E la Meloni perché non condanna? Per l’Onu i morti sono più di ottocento da quando è la Ghf, Gaza Humanitarian Foundation a distribuire il cibo. Humanitarian. Netanyahu: non ci ritiriamo dalla Striscia. La Cisgiordania e il blitz dei coloni: un ragazzo ucciso a bastonate. Il quotidiano israeliano Ha’aretz riporta che ormai il 95% delle risorse idriche della Striscia non sono più potabili e molti impianti di desalinizzazione hanno problemi di funzionamento per la carenza di carburante. Perché sei andato a prendere l’acqua? Noi avremmo preferito restare assetati per tre mesi, non vogliamo quest’acqua! Ci scusiamo per il disguido. Le operazioni riprenderanno quanto prima. La strage dei bambini pure.
Adesso fate portare a Taiani e a Sinner l’acqua ai gazawi con le orecchie.
Il secondo perché è l’arma di distrazione di massa, il primo perché ci si rifugia dietro.
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Sinner non mi sta simpatico e , tennisticamente lo definirei un pallettaro potente con un ottimo servizio , ma da qui a definirlo arma di distrazione di massa , ce ne passa.
La realtà è che dei Gazawi , nel nostro Occidente ” acristiano”, non importa niente a nessuno .
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be va be’ , mo che c’entra Sinner? Se si va a guardare : tutto è distrazione di massa oggi, e non è certo quel ragazzo la causa di questo genocidio; si può capire il sillogismo ma accostare il nome di Sinner a questo orrore non è accettabile.
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Nemmeno che quel parassita cresca in Italia e poi eviti di pagare le tasse perché si domicilia a Montecarlo.
E di Gaza se ne frega anche lui.
Per questo per me è colpevole e complice di questo teatrino.
Ricordo che Alcaraz è residente in Spagna e che la Spagna ha riconosciuto la Palestina.
Poi tu fa finta di non notare la differenza.
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Per gli idioti che vogliono far polemica a tutti i costi, tutto fa brodo, la loro stupidita’ si evince facilmente dai pretesti
che si inventano. Tu te nefreghi dei civili morti ucraini , quindi sei colpevole anche tu. PAGLIACCIO.
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X SodoEDomita:
Al contrario, io mi importo ECCOME dei civili ucraini, tanto che spero che si arrendano alla prima cannonata e che quando passano gli arruolatori si sollevino in massa e li lincino salvano le loro vittime; ma purtroppamente c’é chi li tratta da CARNE DA CANNONE e qui la responsabilità è tutta di MERDEVSKY e dei suoi amici nazisionisti.
E TU sei un fan di quello skifoso regime.
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Però l’ attacco all’ Iran era giusto . Cioè 100000 morti a Gaza hanno cominciare a destare qualche timido sentimento di condanna da parte di taluni sedicenti progressisti solo quando è arrivato Trump alla casa bianca però felici delle sue bombe che colpivano i siti di ricerca atomici iraniano e Ancor di più quando interi condomini a Teheran saltavano per aria con il loro inquilini per uccidere uno scienziato con la sua famiglia.
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Mettetevi il cuore in pace, gli unici criminali assassini sono i russi! Così hanno deciso e da qui non ci si muove.
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Grazie Padellaro Sei un uomo sensibile tutto il contrario del tuo amico Travaglio NEMMENO MEZZO COMMENTO mi sta facendo la sua indifferenza sulle stragi dei bimbi palestinesi quasi schifo
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“Non metto in discussione che la Russia abbia commesso crimini” A. Orsini 21/3/2023 – E questo e’ il Verbo Incarnato eh, mica pizza e fichi – Grazie Prifessore, avanti –
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Un discorso potente, memorabile, bellissimo.
La forza, la profondità, l’umanità, l’intelligenza, la dignità.
La voce di Susan Abulhawa al dibattito dell’Oxford Union
.
“Sono qui per amore della storia. Per parlare a generazioni non ancora nate e per le cronache di questo periodo fuori dall’ordinario in cui il bombardamento a tappeto di società indigene indifese è legittimato.
Sono qui per le mie nonne, entrambe morte come profughe senza un soldo mentre ebrei stranieri vivevano nelle loro case rubate.
E sono anche venuta per parlare direttamente ai sionisti qui e ovunque.
Vi abbiamo fatto entrare nelle nostre case quando i vostri paesi hanno cercato di assassinarvi e tutti gli altri vi hanno respinto. Vi abbiamo nutrito e vestito, vi abbiamo dato un riparo e abbiamo condiviso con voi la generosità della nostra terra, e quando il momento è stato maturo ci avete cacciati dalle nostre case e dalla nostra patria, poi avete ucciso, derubato, bruciato e saccheggiato le nostre vite.
Ci avete lacerato il cuore perché è chiaro che non sapete come vivere nel mondo senza dominare gli altri.
Avete oltrepassato tutti i limiti e nutrito i più vili degli impulsi umani, ma il mondo sta finalmente intravedendo il terrore che abbiamo sopportato per mano vostra per così tanto tempo e sta vedendo chi siete in realtà, chi siete sempre stati. Osservano con assoluto stupore il sadismo, la felicità, la gioia e il piacere con cui conducete, osservate e applaudite i dettagli quotidiani della distruzione dei nostri corpi, delle nostre menti, del nostro futuro, del nostro passato.
Ma non importa cosa accadrà da qui in poi, non importa quali favole raccontate a voi stessi e al mondo, non apparterrete mai veramente a quella terra. Non capirete mai la sacralità degli ulivi, che avete tagliato e bruciato per decenni solo per farci dispetto e per spezzarci un po’ di più il cuore. Nessuno nativo di quella terra oserebbe fare una cosa del genere agli ulivi. Nessuno che appartenga a quella regione bombarderebbe o distruggerebbe mai un’eredità antica come Baalbak o Battir, o distruggerebbe antichi cimiteri come voi distruggete i nostri, come il cimitero anglicano a Gerusalemme o il luogo di riposo degli antichi studiosi e guerrieri musulmani a Maamanillah.
Coloro che provengono da quella terra non profanano i morti, ecco perché la mia famiglia per secoli è stata custode del cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi, come atto di fede e cura per ciò che sappiamo essere parte della nostra discendenza e della nostra storia.
…
Non saprete mai cosa si prova a essere amati e sostenuti da coloro che non hanno nulla da guadagnare da te e, in effetti, tutto da perdere. Non conoscerete mai la sensazione delle masse in tutto il mondo che si riversano nelle strade e negli stadi per cantare e inneggiare alla vostra libertà, e non è perché siete ebrei, come cercate di far credere al mondo, ma perché siete dei colonizzatori violenti e depravati che pensano che la vostra ebraicità vi dia diritto alla casa che mio nonno e i suoi fratelli hanno costruito con le loro mani su terre che sono state della nostra famiglia per secoli. È perché il sionismo è una piaga per l’ebraismo e in effetti per l’umanità.
Potete cambiare i vostri nomi per farli suonare più attinenti alla regione e potete fingere che falafel, hummus e zaatar siano vostre antiche ricette, ma nei recessi del vostro essere sentirete sempre il pungiglione di questa pazzesca falsificazione e furto, ecco perché persino i disegni dei nostri figli appesi alle pareti dell’ONU o in un reparto di ospedale mandano i vostri leader e avvocati in crisi isteriche.
Non ci cancellerete, non importa quanti di noi ucciderete e ucciderete e ucciderete, tutto il giorno, tutti i giorni. Non siamo le rocce che Chaim Weizmann pensava avreste potuto spazzare via dalla terra. Siamo il suo stesso suolo. Noi siamo i suoi fiumi, i suoi alberi e le sue storie, perché tutto ciò è stato nutrito dai nostri corpi e dalle nostre vite nel corso di millenni di continua e ininterrotta abitazione di quel pezzo di terra tra il Giordano e le acque del Mediterraneo, dai nostri antenati cananei, ebrei, filistei e fenici, da ogni conquistatore o pellegrino che è venuto e se n’è andato, che si è sposato o ha violentato, amato, ridotto in schiavitù, si è convertito, insediato o ha pregato nella nostra terra lasciando pezzi di sé nei nostri corpi e nella nostra eredità.
Le storie leggendarie e tumultuose di quella terra sono letteralmente nel nostro DNA. Non potete ucciderlo o portarvelo via con la propaganda, non importa quale tecnologia di morte usate o quali arsenali di Hollywood e società di media schierate. Un giorno la vostra impunità e arroganza finiranno. La Palestina sarà libera, sarà restaurata alla sua gloria multireligiosa, multietnica e pluralistica, ripristineremo ed estenderemo i treni che vanno dal Cairo a Gaza, a Gerusalemme, Haifa, Tripoli, Beirut, Damasco, Amman, Kuwait, Sanaa e così via, porremo fine alla macchina da guerra sionista-americana di dominazione, espansione, estrazione, inquinamento e saccheggio.
… e voi o ve ne andrete, o imparerete finalmente a vivere con gli altri come pari.
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Antonio Di Siena
Le sanzioni americane contro Francesca Albanese non sono soltanto un indegno attacco personale nei confronti di una professionista che lavora e agisce sotto mandato ONU. E non possono nemmeno essere liquidate come la prova – per quanto evidente – che Stati Uniti e Israele sono, di fatto, Stati palesemente ostili al diritto internazionale stesso. Le sanzioni contro di lei, sono molto di più. La dimostrazione incontrovertibile che il “business del genocidio”, come lei stessa l’ha definito nel report, non è una vuota formula retorica, ma una realtà storica concreta, strutturata, sistemica.
La manifestazione più plastica delle strettissime connessioni tra guerra e potere economico-finanziario. Cosa arcinota da decenni, per carità.
Ma stavolta è stato messo tutto nero su bianco con nomi e cifre. E soprattutto, nel contesto di Gaza – che non è una guerra, ma un genocidio. La cinica, scientifica, meticolosa ed efficientissima eliminazione di decine di migliaia di civili. Di bambini. Un crimine che nessuna narrazione potrà mai nascondere o giustificare. Non a caso la quasi totalità dell’opinione pubblica occidentale sta coi palestinesi. Ora, il problema è che nel report non vengono denunciati soltanto gli affari d’oro dell’industria bellica. Ma anche quelli dei colossi del settore energetico, commerciale, bancario, assicurativo, informatico, automobilistico e finanche turistico. Ovvero l’intera impalcatura del sistema capitalistico. Decine di multinazionali dai fatturati miliardari, impegnate da anni in costosissime campagne pubblicitarie di “lavaggio etico” – più o meno palesi – finalizzate a costruirsi un’immagine pubblica non solo compatibile con la società. Ma che addirittura trasmetta l’idea che siano loro stesse, le multinazionali, a incarnare meglio di chiunque altro, finanche degli Stati, i moderni valori liberal-progressisti occidentali. Aziende che hanno costruito la loro legittimità sociale sulla narrazione di essere “human-centered”, attente alla “diversity”, impegnate nelle buone pratiche ecosostenibili, promotrici della green economy, attive nella filantropia e nei progetti educativi. Presenti nelle scuole, nelle università, nei festival culturali, nelle ONG. Protagoniste di un nuovo vocabolario aziendale in cui si ostentano ripetitivamente come litanie parole come inclusione, diritti, uguaglianza.
Le capite da soli le conseguenze. L’ipocrisia di un modello economico che si autorappresenta come etico e morale, ma in realtà si nutre, si riproduce e prospera grazie alla violenza sistemica è oggi palese davanti agli occhi del mondo. L’illusione della pacifica neutralità dell’impresa globale si rivela finalmente tale. Una storiella per bambini. La portata di tutto questo, la sua importanza, è imponente e cruciale. Oserei dire addirittura storica. Perché mina alle fondamenta il sistema. Per questo dobbiamo stringerci tutti intorno a Francesca, non solo per farle arrivare la nostra solidarietà. Ma per difendere, insieme a lei, la verità che ha avuto il coraggio di urlare. E non permettere che venga sepolta dal silenzio o delegittimata dalla propaganda.
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