Trump è un caos mediatico. La sua comunicazione confonde e disorienta. Prevedere le mosse di un personaggio così contraddittorio è possibile, ma […]

(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – Trump è un caos mediatico. La sua comunicazione confonde e disorienta. Prevedere le mosse di un personaggio così contraddittorio è possibile, ma bisogna tornare alla lezione di Machiavelli separando i fatti e le parole rigorosamente.
Il primo fatto è che Trump non può migliorare la difesa aerea di Zelensky perché, dopo la guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran, gli Stati Uniti hanno dato fondo alle loro scorte di missili per i Patriot. Gli Stati Uniti hanno soltanto il 25% di missili Patriot necessari ai piani militari del Pentagono, come scrive il Guardian. Il che aiuta a capire perché Trump è intervenuto precipitosamente in difesa di Netanyahu, il 22 giugno scorso. Nel volgere di poco tempo, l’Iran avrebbe acquisito il controllo dei cieli d’Israele a corto di missili Arrow 3, gli unici in grado di intercettare i missili balistici dell’Iran, e a corto di missili Patriot. L’idea che gli Stati Uniti abbiano armi infinite è una fantasia per alleviare le angosce esistenziali dell’uomo-massa. La guerra in Ucraina l’ha reso evidente. Zelensky non riceverà da Trump gli aiuti smisurati di cui ha bisogno per difendersi dai missili di Putin. Qualcuno obietta: “Ma Trump ha sbloccato gli aiuti bloccati!”. Stiamo parlando di dieci missili per i Patriot, praticamente niente.
Continuiamo a ragionare sul futuro.
Trump sta dando a Zelensky le armi stanziate da Biden. Quando gli aiuti di Biden saranno terminati a fine estate/inizio autunno, Trump dovrà chiedere al Congresso americano molti miliardi di dollari se vorrà dare all’Ucraina ciò che le occorre per resistere alla Russia. Lo farà? Alle condizioni attuali, è difficile immaginare che Trump si trasformi in un “Biden Due” per tre ragioni. La prima è militare: i magazzini degli Stati Uniti sono stati svuotati dalla guerra che Israele combatte su sette fronti e dalla guerra in Ucraina. Ecco perché Trump si è affrettato a chiudere una tregua con gli Houthi, il 6 maggio scorso. La seconda è politica: Trump vuole disinvestire nella guerra in Ucraina per investire nella guerra con la Cina e con l’Iran. La terza è economica: l’Ucraina ha bisogno non soltanto di armi, ma anche di decine di miliardi per sorreggere la macchina statale: pensioni, stipendi, scuole, ospedali, trasporti.
In terzo luogo, come questa rubrica ha detto sin dall’inizio della guerra, la Cina concepisce la guerra in Ucraina come il primo tempo della guerra per Taiwan. La conferma definitiva giunge dalle parole del ministro degli Esteri cinese a Kaja Kallas pochi giorni fa. Pechino – ha detto Wang Yi – non può permettere che la Russia perda la guerra in Ucraina, altrimenti gli Stati Uniti rivolgerebbero tutta la loro potenza imperialista contro la Cina (fonte Cnn). Queste dichiarazioni, mica i tweet di Trump, contano davvero per intuire il futuro dell’Ucraina. Il significato strategico delle parole del ministro degli Esteri cinese è chiaro: ogni sbilanciamento degli Stati Uniti in favore dell’Ucraina causerà uno sbilanciamento della Cina in favore della Russia. A parlar chiaro si fa prima: se Trump darà molto a Zelensky, la Cina darà altrettanto a Putin. A ciò bisogna aggiungere che l’alleanza che sorregge Zelensky è a pezzi, mentre quella che sorregge Putin è compattissima, sebbene abbia i suoi problemi: Cina, Corea del Nord e Iran.
In quarto luogo, Trump sa che la controffensiva ucraina, iniziata il 5 giugno 2023, è stata un fallimento colossale. La Nato aveva dato a Zelensky tutte le armi che poteva. Ora non ne ha più. A Trump piace investire nelle guerre, ma non in quelle perse. Il finanziamento delle guerre perse spetta all’Unione europea. Trump investe nelle guerre che può vincere; Ursula von der Leyen in quelle che può perdere.
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Un p!rla tra i fiori. Bella e significativa, parla da sé.
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Significativa, soprattutto, anche se di prima mattina guardare un pirla prima di colazione…
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Vederlo all’ora di cena non è che cambi molto, direi, anzi forse è anche peggio.
Del resto ce lo sbolognano decine di volte al giorno a qualunque ora, quindi purtroppo ci abbiamo fatto tutti l’abitudine.
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Un pirla è per sempre, quindi h 24 disgustoso; hai ragione… non intendevo indebolire il tuo concetto ma rafforzarlo… poi è soggettivo l’orario di maggiore sofferenza!
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Intanto il pacifico macellaio russo continua a bombardare obiettivi civili come un Netanyahu qualunque.
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Però Netanyahu lo fa con il sostegno di USA ed Europa, perché evidentemente i suoi obiettivi civili, non sono per noi di civili , ma di subumani …..e questa è la differenza vergognosa per l’ Europa ed europei…..un macellaio e’ considerato nemico, mentre l’ altro macellaio è amico/alleato, quindi trattandosi delle stesse azioni, deve necessariamente far differenza il soggetto /vittima dell’ azione…..uno suscita indignazione/condanna, mentre l’ altro indifferenza /approvazione …..distinzione immorale di vittime civili da razzisti qualunque, aggravata da ipocrisia di comodo! Un pulpito infimo da cui impartire lezioni!
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La logica è logica e i conti di Orsini tornano. L’ unica obiezione che mi viene è la seguente: se Israele era in condizioni estreme prossime a non poter più difendersi con la “controaerea” dai missili iraniani, perché l’ Iran ha accettato di fermare il conflitto quando avrebbe potuto chiudere la partita?
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Putin invece lo fa con il sostegno di alcuni Brics, quindi in qualche forma e’ scusabile e meno interessante per i tifosi.
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Ma noi siamo europei, quelli civilizzati, democratici, liberali….quindi la condanna solo a Putin ed il sostegno solo a Netanyahu, non prevede scusanti……il tifoso europeo inciampa nell’ ipocrisia, la nostra ipocrisia, mentre i Brics possono fare e dire quel che vogliono, non sono europei! Inutile tentativo di buttare la palla in tribuna, come al solito parli di altri, quando la vergogna è nostra! Vieni il dubbio che per te il sostegno a Netanyahu non lo sia……per te evidentemente scusabile nelle sue azioni criminose, perché sei il tifoso per antonomasia! Quindi prenditi i Brics che sostengono Putin e mettili dove devono stare, preoccupandoti del TUO sostegno come italiano ed europeo a Netanyahu , mentre condanni Putin, da italiano ed europeo! Se Putin è un Netanyahu qualunque, la tua condanna dovrebbe essere per entrambi, invece tiri in ballo i Brics……Hai passato 3 anni a dirci quanto sia macellaio Putin, ma non riesci a vergognarti di essere complice di uno sterminio di civili inermi da parte di Netanyahu…..sotto i tuoi occhi, con il tuo plauso e contribuito, esattamente come gli ipocriti al governo della UE, che dovrebbero astenersi da giudizi morali, non ne sono degni per razzismo, antitesi di ogni senso e valore etico! E’ spregevole farsi passare come quelli buoni, etici e democratici accettando certe complicità! Ed a me interessano colpe e responsabilità del mio governo nazionale ed europeo, non quelle dei Brics!
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L’ARMATA DEI SONNAMBULI
Di Andrea Zhok
Oggi ho visto l’ennesimo drammatico video dei reclutamenti forzosi in Ucraina. Questa volta ci è scappato anche il morto in diretta: una madre che si è vista portar via il figlio davanti agli occhi, destinazione carne da cannone al fronte, è morta d’infarto dopo aver cercato di trattenere i rapitori.
Non so quanto questi episodi siano generalmente noti, o come siano commentati.
Chiunque non sia reso accecato dalle velature ideologiche vede però una cosa molto semplice: vede un regime autoritario che esercita coercizione sui propri cittadini costringendoli a morire al fronte per una guerra di cui non vogliono esser parte.
Si tratta di una prassi che va avanti in Ucraina da almeno due anni, da quando i volontari iniziali sono andati ad esaurimento.
Noi europei, che abbiamo speso 80 miliardi di euro in questa guerra, stiamo forse supportando una nostra Ucraina immaginaria ma di sicuro non gli ucraini, se non con riferimento a ristrette frange nazionaliste.
Ciò che abbiamo fatto, e continuiamo a fare, è in effetti solo di agire come un freno verso ogni tentativo di giungere ad un compromesso ragionevole, portando così alla luce via via compromessi sempre peggiori, in un continuo rilancio al buio.
Ma oramai non è neanche questo ciò che mi impressiona di più.
Penso a come un paese, non florido ma relativamente funzionante, che, nonostante la corruzione, aveva un futuro, sia stato preso in ostaggio da una minoranza estremista fomentata dall’estero, che lo ha coinvolto in un’avventura senza speranza.
Penso a come l’Ucraina abbia quasi dimezzato la sua popolazione, a come le sue infrastrutture siano annichilite, a come il default debitorio sia dietro l’angolo, a come le sue risorse residue siano state cannibalizzate dall’ “alleato” americano.
Penso ad un paese cui è stata promessa onore e sovranità, cui è stato promesso un posto in prima fila nel giardino di Borrell e nella Nato, solo per poi ridurla ad un protettorato americano in rovine, incatenato dai debiti per tutta l’eternità.
E tutto ciò è accaduto perché la popolazione – che, ricordiamolo, aveva eletto Zelensky con un programma di riconciliazione nazionale – ha perduto completamente la capacità di avere voce.
La popolazione ucraina è stata in parte manipolata mediaticamente, in parte obbligata in forme coercitive a seguire un’agenda autodistruttiva.
Chi non era d’accordo è stato considerato un nemico della nazione da perseguire, mentre le sue rappresentanze politiche sono state messe fuori legge.
Alla fine il paese è stato condotto al macero da un gruppetto di estremisti infoiati che alle elezioni del 2019 non facevano il 2% (i due partiti filorussi totalizzavano circa il 15%).
Ecco, non posso non vedere un’analogia con quanto sta succedendo ora in Europa, in Italia.
Noi continuiamo a cullarci nell’idea di essere in democrazia, laddove il combinato disposto di manipolazione mediatica e distacco tra classi dirigenti e popolo è perfettamente sovrapponibile con quello ucraino.
Siamo in effetti condotti, come in uno stato sonnambulico, passo dopo passo, verso il naufragio.
In pochi anni gli apparati politici UE e nazionali hanno distrutto la capacità competitiva europea, hanno compromesso gravemente il welfare e hanno infine deciso un colossale processo di riarmo, mirato senza infingimenti ad un confronto con una superpotenza nucleare.
Vada come vada, nel migliore dei casi tra dieci anni ci avranno derubato di tutto, della sanità, della scuola, delle pensioni, e a quel punto, se dovesse servire, anche andare in guerra apparirà come un’opportunità non peggiore delle miserevoli altre.
Siamo solidamente sulla strada dell’ucrainizzazione.
Oggi guardiamo, chi con compatimento, chi con sufficienza, gli sgherri che a Kiev imbarcano di peso sui furgoncini nuova scalciante carne da macello.
Ma l’impotenza di quei cittadini, di quella madre che insegue il pulmino con il figlio, fino a morirne, è già la nostra impotenza, anche se ci crediamo altra cosa.
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Cosa diventata tragicamente comune a Kiev, ma non a Mosca dove arruolano migliaia di uomini al mese e nemmeno hanno dichiarato la mobilitazione generale.
Ma per i sadoNATOmiti questo non importa, il dittatore e Vladimir e l’eroe è Volodymir.
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