Reduci quasi incolumi dal viaggio per la nostra Paper Fest a Carrara (Padellaro bloccato per due ore a Grosseto causa incendio sulla linea; la soprascritta sigillata in un vagone affollato […]

(di Daniela Ranieri – ilfattoquotidiano.it) – Reduci quasi incolumi dal viaggio per la nostra Paper Fest a Carrara (Padellaro bloccato per due ore a Grosseto causa incendio sulla linea; la soprascritta sigillata in un vagone affollato senza aria condizionata), ci sentiamo di fare alcune considerazioni logistiche che possono tornare utili a chi ci governa, nel caso si volessero impiegare meglio i soldi del debito che l’Europa ci concede volentieri per comprare armi.
Cominciamo dalle Infrastrutture. Ma che avete capito, ci spiegano i nostri commentatori embedded: il 5% del Pil serve a investire in tecnologia dual use, che può essere usata per scopi sia civili che militari, come computer, radar, materiale aerospaziale. Tutta roba utilissima, tanto che ci chiediamo come mai non venisse comprata già col 2%, ovvero cosa ci compravamo noi col 2%, a parte le armi di cui abbiamo rimpinzato l’Ucraina svuotando i nostri arsenali. Poche chiacchiere: la von der Leyen, tedesca della schiatta chissà se dei Goethe o dei Göring, ha disposto che l’Europa deve spendere 800 miliardi in armi e così si farà, poco importa che ad arricchirsi vieppiù saranno le industrie di armamenti pesanti, come la tedesca Rheinmetall, posto che, mentre noi investiamo in missili e cannoni, Israele, che a Gaza compie la sua carneficina sparando in testa ai bambini, in Libano ammazza e ferisce migliaia di persone facendo esplodere i cercapersone. Beninteso: queste spese saranno segretate e fatte in deroga ai controlli della Corte dei Conti e della normativa sugli appalti pubblici: siamo o no una democrazia?
Il Ponte sullo Stretto, che per anni ci hanno venduto come un progetto di grande progresso civile, verrà fatto rientrare tra le spese militari con uno sgamino da magliari. In caso i russi attaccassero la base Nato di Sigonella da Tripoli via Mar Nero e Turchia, naturalmente a dorso di mulo e coi chip delle lavatrici nei Gps, le nostre truppe si paracaduteranno sul ponte, visto che non è consigliabile percorrere coi carri armati la Salerno-Reggio Calabria né tantomeno usare la linea ferroviaria. Ma allora perché non limitarsi a posizionare sullo Stretto qualche nave della Marina militare?
A proposito di treni. Lottando contro le zecche comuniste che conficcavano i chiodi nei cavi dell’Alta velocità per sabotare le Ferrovie con infiniti ritardi e far fare brutta figura all’altrimenti impeccabile ministro dei Trasporti Salvini (il chiodo: una perfetta ed economica tecnologia dual use, capace da solo di bloccare un intero Paese), a novembre 2024 il Frecciargento Roma-Genova delle 16:20 è partito con 50 minuti di anticipo per non arrivare in ritardo. “Per essere puntuale non c’era altra soluzione”, ha spiegato il personale di Trenitalia, vergando la biografia di una nazione. Come gliela spieghi, metti, a un giapponese una cosa del genere?
Quanto a genio truffaldino, l’Europa già due anni fa decise di distrarre fondi dal Pnrr infilando le spese per armi sotto la “erre” della voce “resilienza”, quella fregatura che ci vendevano come la forza d’animo che avrebbe consentito al negozietto di generi alimentari di riaprire dopo la pandemia. Scriveva Repubblica: “Il provvedimento, denominato Asap, punta ad aumentare la capacità produttiva dell’Ue e ad affrontare l’attuale carenza di munizioni e missili”, a riprova del fatto che non era vero quel che diceva Meloni, cioè che mandavamo all’Ucraina ferrivecchi a costo zero. Pazienza se ora dovremo comprare le armi dagli Usa perché le industrie europee non ce la fanno a stare dietro a una domanda creata artificialmente con una minaccia inventata; e chissà cosa si potrebbe fare coi 110 miliardi l’anno che spenderemo in armi in luogo degli attuali 46 (dati Nato e Milex), quante macchine per la Tac ci si potrebbero comprare, quanti ospedali costruire, quanti italiani salvare, dei 6,5 milioni in povertà assoluta; quanti chilometri di strade e ferrovia, specie in Sicilia, si potrebbero risanare.
A Roma siamo in una botte di ferro: se i russi decidessero di entrare nell’Urbe dal Raccordo o su ferrovia, sarebbero praticamente fritti. I distributori di carburante costruiti sul ciglio della strada a 10 metri dalle abitazioni possono esplodere al passaggio di veicoli militari, facendo purtroppo vittime civili, che però come si vede ci sono anche in tempo di pace. Il sindaco Gualtieri, inauguratore compulsivo di inutili fontane a sfioro e di utili guide pavimentali per i non vedenti che infatti nei Paesi civili esistono da decenni, si è recato sul luogo del disastro (con uno stuolo di bodyguard: nel caso a far esplodere il distributore fossero stati dei russi ancora nei paraggi): “Effetti devastanti, si sono rovinati degli infissi. Sono stati evacuati i bambini di un centro estivo vicino”, hai detto niente. I feriti sono stati trasferiti nei locali ospedali, oculatamente distribuiti perché i pronto soccorso sono già sovraffollati e non funzionanti di loro, come nei Paesi in guerra.
Che patriota è uno che si mette in posa davanti a una enorme bandiera straniera?
di Fabio Filomeni
Ogni popolo ha i governanti che si merita. Intendiamoci, non che, se al posto loro ci fossero stati Renzi, Calenda, Conte o Schlein sarebbe stato diverso. Ma almeno quest’ultimi non si definiscono né patrioti né sovranisti. Che patriota è uno che si mette in posa davanti a una enorme bandiera straniera? Che sovranista è uno che scimmiotta il presidente di un altro Stato indossando la stessa cravatta rossa dei repubblicani americani? Il Governo italiano che festeggia il giorno dell’indipendenza di un altro Stato è già una abnormità. Quello Stato che ha ucciso decine di migliaia di italiani bombardando e radendo al suolo intere città durante la Seconda guerra mondiale. Quello stesso Stato che ha architettato complotti negli «anni di piombo» e si è servito delle stragi per mantenere al potere la Democrazia Cristiana. Come ha fatto Meloni a mentire dicendo che Italia e USA sono sorelle quando sa benissimo che siamo una loro colonia?
Ma che a onorare gli americani siano esponenti di quella frangia politica che è cresciuta inzuppando i «biscotti del Duce» nel caffelatte o accarezzando i suoi busti di bronzo in salotto, è veramente stomachevole. Si dovrebbero soltanto vergognare. No, io e tanti altri, questa classe politica non ce la meritiamo.
I gagliardi difensori della PATRIA… altrui!
https://www.ariannaeditrice.it/data/articoli/big/5/516249424_122266973678016801_5406246236051217710_n.jpg
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Ma poi, dico io, come facciamo a verificare che gli 800mld di euro che spenderemo in polvere da sparo siano effettivamente spesi? Niente di più facile di un “rearm” per far sparire 785mld di euro, chi mai controllerà se un confetto “buca” il nostro impenetrabile scudo? E se il ponte crolla sotto il peso dei carri armati in transito? Chi se ne prenderà la colpa? Complimenti EU, fuck your self!
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Che le spese per il riarmo siano una mazzata non da poco per i conti pubblici nazionali, sfascaiti nel corso dei decenni senza alcuna discontinuita’, e’ fuori discussione.
Che si potrebbero e dovrebbero spendere meglio e’ una verita lapalissiana.
Pero’ un(a) giornalista che si rispetti dovrebbe fare corretta informazione e dire le cose come stanno, non come gli/le torna comodo dire.
Specie poi in un paese profondamente allergico al fact checking.
L’Italia ha un PIL nominale di 2300 MLD; quello reale e’ poco sopra i 2000 MLD.
Assumendo un valore di 2100 MLD segue che l’1% di PIL corrisponde a 21 MLD.
Ora nel 2024 l’Italia ha speso 32 MLD per la difesa; cioe’ l1,5% del PIL.
Meloni, includendo le spese per la guardia costiera, per la guardia di finanza, per tutto cio’ che vuole lei parla di ub 2% (42 MLD o i 46 della Ranieri se si basa sul PIL nominale)
Senza fare la distinzione tra le spese per la difesa in senso stretto ( 3,5% del PIL) e le spese “accessorie” ( altro 1,5% del PIL) significa passare dall’attuale 1,5 al 5% in 10 anni.
Cioe’ il (5-1,5=3,5) in 10 anni; il che equivale a dire 70 MLD in 10 anni; in media 7 MLD in piu’ ogni anno che si andranno a sommare ai 32 gia’ esistenti.
Quindi dal 2035 in avanti ci sara’ una spesa per la difesa di 100 MLD/anno; ma prima di allora le cose non stanno come le racconta Ranieri.
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credo si debba considerare anche la crescita annua del pil che nei piani del governo è del 1,5% annuo.
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Hai ragione nel dire che occorre consoderare anche le variazioni di PIL; comunque si parla di PIL accertato, non di quello stimato.
Poi ci sono da considerare le variazioni di prezzo che possono subire le armi.
Le variabili sono diverse; la ssotanza comunque non cambia; quell’aumento ha una sua gradualita’.
Per il 2026 saranno richiesti circa 7 MLD in piu’; il resto lo vedremo man mano.
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provo a seguirla:
2025 30 miliardi
2026 da 30 a 37 +7 Vs 30
2027 da 37 a 44 +14
2028 da 44 a 51 + 21
2029 da 51 a 58 + 28
2030 da 58 a 65 + 35
2031 da 65 a 72 + 42
2032 da 72 a 79 + 49
2033 da 79 a 86 + 56
2034 da 86 a 93 + 63
2035 da 93 a 100 + 70
in dieci anni da 30 a 100 miliardi. I 7 miliardi annui si cumulano al totale annuo incrementato dei 7 miliardi
In dieci anni costo incrementale di 385 miliardi
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No 7 miliardi l’anno si cumulato ai 30 attuali.
dal 2025 al 2035 sono 7×10= 70 MLD di somme annuali cumulati; 70+30 attuali fa 100 MLD anno a partire dal 2035.
2025 30
2026 30+7
2027 30+ 7+7
2028 30+7+7+7
E così via
Credo che non ci arriveremo; se le cose continuano con questo andazzo.
La baracca crolla prima
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guardi che sta replicando la mia tabella, anno dopo anno
1 anno 7 2 anno 14 3 anno 21 in più rispetto ai 30 attuali ecc
nei 10 anni sono 385 miliardi in più, che si sommano ai 300 che spenderemmo rimanendo come oggi.
i prossimi10 anni si spenderanno per la difesa in totale 685 miliardi, circa 70 all anno di media
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Si, la spesa cumulata sarà di 385 miliardi nei 10 anni che sommata ai 300 attuali arriva a 685 miliardi, sempre nei 10 anni.
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E bravo Leoncino70, dopo un pò di accuse a ca22o a Orsini, MT e un pò di altri adesso è il turno della Ranieri.
Poi per dire cosa?
Che non arriveremo al 3035 con questi incrementi perché scoppiamo prima?
Potevi anche risparmiarti queste accuse di mancanza di serietà.
Ma se fosse stato così, non saresti Lord Zeppelin 😀
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Tra battute ironiche argute e accuse dettagliate ,la bravissima Ranieri ci ha illustrato l’ opera di questo governo senza nominare neanche una volta la parola fascismo o antifascismo .
Ma mi è venuta un’ idea : si potrebbe finanziare la rete fognaria del mio paese con i soldi del riarmo ? In fondo se i soldati passassero di qui avrebbero anche loro bisogno di andare a bagno.
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Dato che vale tutto potremmo far rientrare la sanità pubblica come spesa di guerra, in effetti utilissima per soccorrere la popolazione.
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Anche il bonus 110% per le case poco resistenti alle bombe e il RdG (reddito di guerra).
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È finita la pacchia.
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TRE ANNI FA
Non dimenticate! (Andrea Zhok)
Quando l’Ucraina sarà un deserto di rovine, smembrato tra Russia e Polonia, con milioni di profughi, mentre la recessione distruggerà quel che resta del welfare europeo e la nuova cortina di ferro sul mar Baltico ci costringerà a tempo indefinito a spendere le ultime risorse in armamenti, quel giorno e in tutti gli anni a venire, per piacere, ricordatevi di tutta la compagine di politici, opinionisti e giornalisti che nel febbraio scorso vi spiegavano come fosse un affronto inaccettabile per l’Ucraina sovrana rinunciare all’adesione alla Nato e accettare gli accordi di Minsk, che aveva sottoscritto.
Ricordatevi di quelli che hanno lavorato indefessamente giorno dopo giorno per rendere ogni trattativa impossibile, che hanno nutrito ad arte un’ondata russofobica, che vi hanno descritto con tinte lugubri la pazzia / malattia di Putin, che vi hanno spiegato come l’Europa ne sarebbe uscita più forte di prima, che vi hanno raccontato che la via della pace passava attraverso la consegna di tutte le armi disponibili, che hanno incensato un servo di scena costruito in studio come un prode condottiero del suo popolo.
Se 5 mesi fa non avessero avuto la meglio queste voci miserabili, se l’Ucraina non fosse stata incoraggiata in ogni modo a “tenere il punto” con la Russia (che tanto garantivamo noi, l’Occidente democratico), l’Ucraina oggi sarebbe un paese cuscinetto, neutrale, tra Nato e Russia – con tutti i vantaggi dei paesi neutrali che sono contesi commercialmente da tutte le direzioni – un paese pacifico dove si starebbe raccogliendo il grano, e che non piangerebbe decine di migliaia di morti (né piangerebbero i loro morti le madri russe).
Ma, mosso dal consueto amore per un bene superiore, dai propri celebri principi non negoziabili e incorruttibili, il blocco politico-mediatico occidentale ha condotto la popolazione ucraina al macello e i popoli europei all’immiserimento e ad una subordinazione terminale.
Non si pretende che reagiate, figuriamoci, ma almeno, per piacere, non dimenticat
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