(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Ero appena sceso dal treno, tutto contento perché da Milano a Roma aveva accumulato appena mezz’ora di ritardo e l’aria condizionata era stata in grado di funzionare fino a Firenze, quando ho letto che dal primo agosto sarebbero aumentati i pedaggi delle autostrade. Chi se n’era accorto meriterebbe una laurea in Scienze Occulte, perché l’emendamento galeotto, firmato da tutti i partiti di maggioranza, era scritto in un linguaggio per adepti. L’opposizione si è molto indignata – fingendo di dimenticarsi che, quando era al governo, faceva le stesse cose – mentre Salvini si è ricordato di essere il ministro competente e ha chiesto di bloccare la norma. Tutto è bene quel che (forse) finisce bene? Resta comunque la perfidia di chi aveva pensato di far scattare l’aumento in coincidenza con l’esodo estivo. Una scelta che perpetua l’idea che, per coloro che rappresentano le istituzioni, il cittadino rimanga una mucca da mungere, e una mucca particolarmente remissiva che borbotta sempre, ma digerisce tutto.
  
Ricordate Troisi e Benigni alle prese con il gabelliere del Rinascimento? «Chi siete? Che portate? Un fiorino»,  Abbiamo cambiato moneta, ma non ci siamo mossi da lì. È un rapporto di sfiducia reciproca. Ogni mattina in Italia, come sorge il sole, lo Stato si sveglia con l’idea di fregare il cittadino e il cittadino con quella di fregare lo Stato. Ogni mattina in Italia, come sorge il sole, non importa che tu sia Stato o cittadino: l’importante è riuscire a non farti fregare.