
(di Michele Serra – repubblica.it) – L’assessora di Lecco incaricata di occuparsi di codice etico sui social, che però li ha adoperati per insultare un malcapitato, non è la prima né l’ultima vittima di quella metamorfosi misteriosa che trasforma homo digitans in energumeno. Rassomiglia, a ben pensarci, alla inutilmente studiata sindrome che coglie l’uomo (più raramente la donna) quando è al volante. Dentro e fuori dall’automobile non è la stessa persona, non attiva allo stesso modo i freni inibitori, non si rapporta agli altri con lo stesso rispetto.
Un paio di anni fa fui pesantemente insultato sui social (tra gli altri) da uno stimato studioso, senza altra ragione che non fosse il forte desiderio di insultarmi. Un amico comune mi disse: per piacere lascialo perdere, è già pieno di querele, è una persona intelligente, uno studioso di valore, ma usa i social come un manganello. Un democratico che in quello specifico contesto, e solo in quello, parla come un fascista.
Ce ne sono parecchi, nella stessa situazione. Molti dei quali, messi di fronte a quello che hanno digitato, farfugliano scuse imbarazzate. Pochi rivendicano. Come i ludopatici, come gli alcolisti anonimi, sono preda di una deriva incontrollabile. Con una differenza, però, non secondaria. Il ludopatico e l’alcolista fanno danni soprattutto a se stessi, per via autodistruttiva. La violenza social invece si scarica sugli altri, sulla loro persona, sulla loro reputazione. Questo la rende ancora meno accettabile, e il dovuto “smetta di farsi del male, provi a curarsi” che si rivolge ai tossici assume un valore doppio: in un colpo solo, l’hater che si cura fa del bene a se stesso e smette di ferire le sue vittime.
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Ed ecco ancora il Michele Serra a dare immancabilmente lezione di buona educazione. Ormai si è ridotto a fare il succedaneo del galateo di Monsignor della Casa, mai una volta che affronti di petto senza vigliaccheria il motivo di fondo che spinge tanti a renderlo bersaglio delle loro invettive. Eppure, dopo tanti improperi collezionati, dovrebbe aver capito che con Kant, suo nume tutelare, non risolve alcun problema. Ci vuole la Storia, la Dialettica (che non è la parlantina, ma un metodo scientifico), la Tesi e l’Antitesi, e poi la Sintesi. In altri termini DEVE STUDIARE, prima di poter arrivare a una conclusione sensata. Invece si affida solo e solamente alla prima impressione che gli suscita quello che lui chiama insulto (mai considerarlo per quello che realmente è: una critica sotto forma di iperbole, consentita non solo ai poeti). Impari ad andare seriamente al nocciolo delle questioni, è l’unico modo per convincere gli occasionali interlocutori e critici a deporre l’arma della facile contumelia, e lui dimostrare di saper discutere i veri problemi che si nascondono dietro l’apparenza del politicamente (s)corretto, a cui tiene più di ogni altra cosa. Deve sapere che nella sua America, gli stessi Dem stanno iniziando a sostituirlo (visti i risultati) con qualcosa di meno ipocrita (vasto programma!).
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M. Serra e’ un “ nemico del popolo “ conclamato e come tale ha torto a prescindere , qualunque cosa scriva e dica e si merita il peggio, senza appello. Cosi’ ha decretato il Tribunale Degli Infallibili.
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