Il capogruppo Movimento 5 Stelle alla Camera: “La destra è contraria a ridurre l’orario dei dipendenti a parità di salario, ma non dei sottosegretari”

(di Concetto Vecchio – repubblica.it) – Riccardo Ricciardi, capogruppo Movimento 5 Stelle alla Camera, vi sta bene la settimana corta a Montecitorio?
«Naturalmente no. Vedo che il governo, contrario alla nostra proposta di introdurla per i lavoratori a parità di salario, pensa di istituirla invece per i sottosegretari».
Com’è andata?
«La riunione dei capigruppo era praticamente finita, molti di noi si erano già alzati, quando il ministro Ciriani ha buttato lì: “Ci sarebbe un’ultima cosa…”».
Finire i lavori parlamentari già nella giornata di giovedì.
«Sì, spostando al giovedì pomeriggio lo spazio dedicato alle interpellanze urgenti che si tengono il venerdì mattina. Quello delle interpellanze è un momento importantissimo e prezioso, perché si ha l’occasione di interrogare i sottosegretari su questioni rilevanti».
Tipo?
«Spesso si tratta di questioni relative al territorio, per esempio su aziende che chiudono».

A proposito di territorio, in questo modo deputati e sottosegretari non avrebbero più tempo per seguire il loro collegio?
«Purtroppo il fine è un altro: comprimere ulteriormente il tempo dedicato ai provvedimenti d’aula, che oggi vengono esaminati dal martedì al giovedì sera. Così la discussione parlamentare morirebbe già giovedì mattina. Va detto che già ora si decide di ultimare i lavori il mercoledì sera».
È un modo per ridurre ancor di più il ruolo del Parlamento?
«Di fatto è questo il rischio. Comprimere».
L’esecutivo governa ormai per decreto?
«Dall’inizio della legislatura tra Camera e Senato sono stati presentati un centinaio di decreti legge. Ormai è questo l’andazzo».
Sulla proposta di introdurre la settimana corta alla fine si voterà?
«No, la scelta spetta al presidente della Camera, sentiti i pareri dei gruppi parlamentari. Noi siamo naturalmente contrari, e immagino anche le altre forze d’opposizione».
E quindi come finirà?
«Mi auguro che non se ne farà nulla».
?Il ministro Ciriani ritiene che sia un modo per lavorare meglio.
«E per lavorare meglio i sottosegretari non hanno tempo per venire in Parlamento di venerdì?».
?E se insistessero?
«Dal ministro Ciriani mi aspetto il rispetto del Parlamento».
Chiudere la Camera come fece il capobanda M. dopo l’assassinio di Matteotti.
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Ma dategliela la settimana di soli 4 giorni agli Onorevoli!
E per gli altri 3 mandateli a raccogliere i pomodori sotto il sole finché crepano!!
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A lasciarla fare la ducetta naniforme lo farebbe eccome…
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Tutto a favore del premierato…. strada facendo verso una uoma al comando!
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qualcuno ricordi a ricciardi che a comprimere il dibattito parlamentare ha cominciato i 5* abolendo trecento parlamentari con un sol colpo costituzionale …
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Esatto. E ciò senza per questo essere indulgenti con altri autoregalini che possono saltare fuori.
E a proposto, chissà dov’erano gli Zagrebelsky sempre pronti a difendere ogni più recondito angolo della C.P.B.d.M. quando a mettervi mano sono i “reietti” mentre si dileguano quando un sonoro pasticcio lo compiono quelli che lo avevano proposto come P.d.R.
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hahahahah
ridurre il numero dei parlamentari vuol dire ridurre il dibattito.
No cretino, vuol dire ridurre le spese,
a ridurre il dibatttito ci pensa il governo con le fiducie e i due presidenti delle camere con le regole del “canguro”
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Settimana corta ? Magari . Io direi settimana inesistente o nulla.
Ma ve lo immaginate un dipendente che chiede al suo datore di lavoro di presentarsi a piacimento in ufficio ,in officina o sulla catena di montaggio e chiedere anche di ridurre i giorni in cui può farlo ma senza una riduzione di remunerazione , richiesta di spiegazione , contestazione o licenziamento ? Ma la legge è uguale per tutti ! Seeh…. vabbè.
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ma ancora non siamo arrivati al fondo del barile ?
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Non credo che con la settimana corta si ridurrebbero le spese. Abbiamo una corte che ha reso inutile sé stessa come la corte di Versailles e sa solo votare per aumentare i propri sprechi. Quando ero una giovane insegnante a Milano, erano gli anni di piombo, le scuole erano un casino e davano a tutti il sei politico. Un anno promossero persino un ragazzo che era venuto a scuola un giorno solo. L’attuale Parlamento non è diverso. I parlamentari dovrebbero avere una pagella con eventuali bocciature per scarso rendimento e dovrebbero essere pagati a cottimo e con le stesse regole pensionistiche dei comuni lavoratori, invece, un po’ alla volta, sono diventati una classe di parassiti autoreferenziali per cui le prebende e i privilegi sono come il sei politico degli anni ’70, non più rappresentanti del popolo ma cortigiani nullafacenti. La Meloni non fa che portare avanti il programma di Berlusconi. Decide Sua Maestà e per gli altri trine e falpalà. Se pensate che una delle battaglie più accese è stata per avere il gelato e ora si riunuscono per il parrucchiere da donna….!
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