
(di Michele Serra – repubblica.it) – Io sono mia. Io sono mio. La mia voce, la mia faccia, le mie parole mi appartengono, e chiunque le adoperi per qualunque uso (per esempio pubblicitario o politico) contro la mia volontà è un ladro di identità, e come tutti i ladri dovrà fare i conti con la legge.
Parrebbe una ovvietà. Non lo è. Da parecchi anni il furto di identità, in rete, è moneta corrente, e porre un argine al fenomeno è un’impresa ardua (parlo anche per esperienza diretta). La polizia postale è attiva e aggiornata, ma è una pattuglia che deve fronteggiare un’armata immensa.
La rete pullula di “falsi io” ai quali, grazie all’intelligenza artificiale, si può far dire qualunque cosa, e come ognuno può intendere non viene messo a repentaglio solo il diritto personale; anche la Polis, anche la democrazia, perché il dibattito pubblico può essere manomesso e falsificato.
Ora dalla Danimarca arriva una novità confortante e, speriamo, anche utile. Con il consenso di tutti i partiti, il governo ha varato una legge che estende il copyright anche alle persone fisiche, ai loro volti, ai loro corpi, alle loro voci. Io sono l’unico autore di me stesso.
La tecnologia è la lepre, noi la tartaruga, ma non si deve disperare. L’intelligenza artificiale, come il nucleare, può essere al servizio dell’umanità o può essere adoperata come un’arma micidiale. Una buona politica di disarmo deve comprendere anche buone leggi sulle conseguenze dell’accelerazione tecnologica.
E con le facce da cubo come la mettiamo? L’ intelligenza artificiale ci arriva o ha bisogno del nostro aiuto di esperti nel riconoscimento? Ci vorrebbe un algoritmo per il riconoscimento/individuazione immediata della faccia come il cubo, e questo sarebbe l’ unico reale ed efficace servizio all’ umanità…..
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Alessandra 😂👍
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Sveglio Michelino eh ! Ci ha informati dei nuovi pericoli subito ,si fa per dire, ma ci ha messo anche immediatamente di buonumore informandoci dell’ antidoto formidabile per battere gli scherzi da prete della IA . E che ci vuole, basta una leggina da niente e tutto è risolto.
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Bisognerebbe curare l’intelligenza in generale e soprattutto quella degli “aventi diritto” e di conseguenza quella della classe dirigente. Poi semmai quella artificiale.
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Un lavoro titanico.
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titanico, nel senso che il cervello degli aventi diritto, e’ duro come titanio! Alla classe dirigente poi gli fanno direttamente il test della durezza per l’ ingaggio….prova superata in scioltezza!
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Come al solito, Serra dimostra di non aver capito un caxxo delle novità tecnologiche di (non) pensiero che stanno covando come un nido di vipere nei progetti di chi detiene il POTERE ASSOLUTO sulle nostre sorti. Sarà proprio l’IA a essere – nel prossimo futuro, vicino o lontano non si sa esattamente – il principale strumento di furto di identità, anzi di metamorfosi antropologica dell’uomo e della sua natura insita al suo essere e ai suoi fondamenti da almeno 10 mila anni a questa parte. Non varrà proprio niente il ricorso che si farà ad essa per risolvere e curare alcune malattie a fronte del mettere le mani su un ampio spettro di caratteristiche tipiche dell’uomo. Della serie: vuoi prevenire i tumori anche a costo di introdurre alla base del cranio dei neonati un microchip di cui assicuriamo (?) la bontà per appunto “migliorare” le difese naturali (?) e prestazioni dell’individuo?? Prendere o lasciare!
Meglio la medicina tradizionale che ha già fornito avanzamenti, e altri ne produrrà, senza subire la fregola di avere tutto e subito come sarà con la manipolazione biologica dei caratteri umani attraverso l’IA. L’atteggiamento mentale da adottare per premunirsi da sfaceli senza ritorno è vecchio come il mondo: guardare la luna e non il dito! Meditate, meditate gente!
PS. La Danimarca, ne era convinto Shakespeare e noi con lui, era ed è (ancora) il simbolo fantastico del MALE.
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