
(di Michele Serra – repubblica.it) – Le proteste veneziane contro le nozze imperiali di Jeff Bezos, che per festeggiare con gli amici ha noleggiato mezza città, saranno magari velleitarie, o ingenue, o troppo “no tutto” e quello che volete. Ma appena si sentono parlare i “sì Bezos”, per primo il presidente Zaia, le ragioni dei “no Bezos” riacquistano subito quota e spessore a fronte della modestia di quanto si sente ripetere a macchinetta da quanti aspettano il riccone “a braccia aperte”.
Le opinioni dei sì Bezos sono una sola: questo signore porta un sacco di soldi, e sui soldi non si sputa. Chi usa questo argomento è convinto che sia definitivo, una specie di arma finale che ammazza sul nascere la discussione. Se uno ha abbastanza soldi per comperarsi il mondo, perché non deve poterlo fare?
L’argomento, in realtà, è così angusto, così piccino da suscitare automaticamente una serie quasi infinita di repliche. Davvero il mondo è tutto in vendita? Venezia è ancora una città, compresi i cittadini, o un fondale cinematografico a disposizione di chi paga di più?
Esiste ancora un interesse pubblico, e se esiste che senso ha misurarlo solo come somma degli interessi privati? I soldi sono tutti uguali, tutti da onorare e applaudire, da quelli guadagnati lavorando a quelli che si moltiplicano da soli? Come siamo arrivati a questa concezione teocratica del quattrino, indiscutibile come era Dio nel Medioevo? E lo spirito critico è in vendita anche lui, oppure è ancora lecito appendere il cartello “not for sale” senza passare per i soliti rompicoglioni?
Infine: un calcolo attendibile della ricaduta positiva del passaggio di Bezos a Venezia qualcuno ha provato a farlo, o si dà per scontato che bastano gli spiccioli che cadono dalle tasche degli sposi e degli ospiti per fare felice il popolo in cerca di mance?
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Tempo due giorni e poi si tolgono tutti dai coğlioni…
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Lo sappiamo bene che i problemi non sono questi ora come ora, ma quanto stanno facendo sarà uno sdoganamento per poter in futuro andare oltre e oltre, non è la ricchezza in sé che è raccapricciante ma l’ostentazione di essa! Chi ha denaro, ha potere, ha arroganza, ha pretese! E non si fermano mai! È proprio il concetto che è sbagliato! Uno può arricchirsi ma bisogna vedere come, uno può godere dei suoi patrimoni ma non gettando in faccia e specialmente in questo periodo storico così complicato, il proprio deposito di miliardi cresciuto a dismisura, sfruttando il prossimo, eludendo ed evadendo le tasse tra l’altro! C’è gente che rovista nella spazzatura e muore di fame, oh sì da quando il mondo è mondo funziona così ma bisognerebbe cercare di cambiare in meglio e non in peggio ed è ciò che stiamo, stanno facendo!
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La dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi,
Venezia la vende ai turisti,
che cercano in mezzo alla gente, l’Europa o l’Oriente,
Che vedono alzarsi alla sera, il fumo o la rabbia, di Porto Marghera.
(F.Guccini, Venezia)
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