(Tommaso Merlo) – L’adulto della situazione è l’Iran e il mondo si chiede come reagirà dopo i bombardamenti criminali del duo Trump-Netanyahu. Alla fine sta emergendo che le superbombe hanno solo scalfito le basi nucleari iraniane costruite dentro le montagne e che erano state pure svuotate e spostate per tempo. Un altro mezzo flop. I trionfalismi di Trump sono il solito mix di scempiaggini narcisistiche e veline della lobby sionista che ormai si ritrova anche in bagno. Sono riusciti a rompere il tabù dell’attacco diretto all’Iran che provavano fin dai tempi di Biden, ma non è andata come speravano, anzi. A seguito della loro illegale aggressione, il popolo iraniano si è ricompattato attorno al regime degli Ayatollah altro che sfaldarsi, un popolo intero che sta facendo il dito medio agli appelli di Netanyahu ed è pronto a combattere. Ma non solo, il mondo intero è passato dalla parte dell’Iran perché nonostante una propaganda mainstream da anni novanta, l’Iran in questi mesi di turbolenze ha dimostrato prudenza e senso di responsabilità rispetto a quegli scalmanati arroganti degli israeliani. E mentre l’Iran rispetta il diritto internazionale, a Tel Aviv si credono superiori anche a quello. Sono decenni che lo calpestano e godono di totale impunità solo perché protetti politicamente dagli Occidentali. Un paradosso, l’Iran rispetta le regole e viene aggredito da chi non lo fa. Ormai siamo oltre la soglia del ridicolo. Nel frattempo i missili iraniani stanno riducendo Israele come Gaza, radendo al suolo non solo centri militari considerati fino a ieri inespugnabili, ma anche infrastrutture economiche come i porti, come se l’Iran avesse un piano preciso per costringere gli israeliani alla resa. Ma anche nel bombardare, l’Iran si sta dimostrando molto migliore di Israele perché non prende di mira i civili e non fa stragi di innocenti, ma agisce nel solco delle regole della guerra. Davvero un ribaltamento della propaganda con cui ci lavano il cervello da decenni e che i media mainstream ancora spargono al vento. Peggio per il loro, il mondo nel frattempo va avanti ed attende la reazione iraniana. Attaccare le basi americane nella regione sarebbe un errore adesso, sarebbe fare un favore a Netanyahu il cui vero ed unico scopo è piazzare a Teheran qualche governo infarcito di spie e fantocci in modo da rimanere egemone nella regione. Abboccando alla provocazione americana, l’Iran perderebbe questo momento favorevole e aprirebbero scenari imprevedibili. Molto più intelligente portare a termine la loro storica missione di liberare il popolo palestinese, costringendo Israele a mollare la sanguinaria presa su Gaza e potenzialmente porre fine al regime di Netanyahu. Se l’Iran infatti è nella lista nera del sionismo da decenni, non è per chissà quali ragioni ideologiche e nemmeno per la bomba nucleare che non ha e non han mai voluto almeno fino ad oggi, ma semplicemente perché l’Iran è schierato apertamente coi palestinesi e contro lo stato ebraico. E se nessuno ha finora osato attaccare l’Iran è solo perché potente ed ostico, altrimenti sarebbe già stato raso al suolo come tutti gli altri nemici del sionismo. Ma se davvero l’Iran costringesse Netanyahu a rinchiudersi in un bunker con una pastiglietta in mano, la lobby sionista si infilerebbe tra le lenzuola di Trump e lo prende a frustate finché non dà l’ordine ai marines di marciare verso Teheran. Gli Stati Uniti hanno la potenza militare per sconfiggere l’Iran ma tra tutti i nemici immaginari che hanno combattuto negli ultimi decenni, si troverebbero davanti il più arduo. E Trump dovrebbe giustificare ad un paese già lacerato ed esasperato file di bare che tornano avvolte nelle bandiere a stelle e strisce per colpa delle solite armi di distrazione di massa. Senza contare possibili gravi ripercussioni con Cina e Russia. L’invasione americana non è quindi scontata, e quindi molto più intelligente per l’Iran ignorare le provocazioni e continuare a martellare Israele fino a costringerli a cedere e a trattare ma da sconfitti. Un evento storico impensabile fino a pochi giorni fa. Non resta che attendere, con gli iraniani che manifestano per strada il loro orgoglio, mentre gli israeliani passano le loro giornate terrorizzati nei bunker a rimuginare. E chissà che non sia la volta buona che capiscano anche loro il vicolo cieco in cui gli ha trascinati quel terrorista di Netanyahu e che è venuto il momento storico per abbandonare i deliri sionisti e riprendere la strada della democrazia che consenta al popolo palestinese il sacrosanto diritto alla libertà e all’autodeterminazione.