(Stefano Rossi) – Sabato 15 giugno scorso, chi ha visto “In Onda”, la trasmissione con Marianna Aprile e Luca Telese, avrà notato un particolare che dice tutto di come, molti giornalisti, usano il guanto di velluto su Paolo Mieli, anche quando dice castronerie.

Dice Paolo Mieli: “Dei sette avversari di Israele sono gente che manda missili su Israele non è che Israele apre fronti per conto suo”.

In poche parole, per Mieli, Israele non attacca mai per prima.

Al 17 minuto dei video, e 30 secondi, dopo questa fake, Arianna Aprile viene inquadrata mentre gli traballa la testa con fare mooolto titubante per quello che ha sentito (https://www.la7.it/in-onda/rivedila7/in-onda-16-06-2025-600649).

Luca Telese, abbassa lo sguardo come a non voler replicare e, palesemente in difficoltà per non irritare troppo l’ospite, ha il coraggio di controbattere: “Non è che la popolazione civile del Libano non mandava missili…”.

Poi non si capisce bene cosa stiano dicendo e, Mieli, continua lo sproloquio: “All’inizio c’è un razzo in arrivo  da fuori  mai un razzo in partenza. Mai una guerra o un conflitto è stato aperto con quelli che riconoscono Israele…”.

In buona sostanza, per Paolo Mieli, Israele viene sempre attaccata con i razzi e solo per legittima difesa iniziano i bombardamenti israeliani.

Quello che emerge, al di là delle fesserie, è la totale sottomissione di Arianna Aprile che, pur contraria a quanto ascoltato (la sua postura non mente) è rimasta zitta, e il silenzio di  Giovanna Botteri.

Ma perché continuano a chiamare uno come Paolo Mieli se poi non hanno il coraggio di riprenderlo quando racconta bugie su Israele?