In questi mesi di bombe, spie, cercapersone esplosi a chilometri di distanza, radar, scienziati ammazzati in Iran, scudo anti-missile, jet sui siti nucleari di Teheran, l’unico “buco” è stato quello

(di Pino Corrias – ilfattoquotidiano.it) – Dunque Israele sa tutto, vede tutto, colpisce dove, come e quando vuole. Ha infiltrati e bombarda a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Siria, nello Yemen. Naturalmente in Iran, dove i suoi commando e le sue spie hanno violato tutti i segreti utili per decapitare i vertici dell’esercito e dei pasdaran nella prima ora degli attacchi, assassinare i capi degli 007 e gli scienziati nucleari, colpendoli direttamente nei loro appartamenti ultra segreti, ultra protetti.
La sola cosa di cui Israele non sapeva nulla di nulla è stato l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Possibile? Tutto sapeva (prima e dopo) tranne quello che sarebbe accaduto il giorno destinato ad aprire le porte dell’inferno per i 1200 israeliani uccisi e per i 251 rapiti, tutti destinati a essere sepolti vivi nei tunnel di Gaza, in attesa di una trattativa estenuante che li ha decimati in questi 20 mesi, destinando la gran parte di loro a una morte lenta e dolorosa. Nulla di nulla sapeva della spettacolare e atroce azione dei guerriglieri di Hamas che in una manciata di ore di quel 7 ottobre 2023 hanno accelerato nel sangue la storia dell’intero Medio Oriente, consentendo al governo di Netanyahu di incoronare il suo sogno politico-militare di egemonia combattente su Gaza, sui Territori, il Libano, lo Yemen, la Siria, l’Iran. E insieme di avviare il più grande massacro di palestinesi della storia recente, di ridurre l’intera Striscia di Gaza a un ammasso di macerie, di stringerla d’assedio e ora schiacciarla con l’arma della fame, della sete, delle malattie, dopo 60 mila morti sbriciolati dai bombardamenti, almeno il doppio dei feriti, dei mutilati, dei dispersi. Una guerra di sterminio con le spalle coperte dal silenzio assenso di quasi tutti i governi occidentali, intransigenti con Putin, morbidissimi con gli attacchi armati di Gerusalemme che, mentre oggi bombarda Teheran, punta all’occupazione definitiva della Cisgiordania e alla soluzione finale per i palestinesi con il completo sgombero di Gaza. Possibile che controllando ogni metro quadrato, ogni centimetro di Gaza, compresa l’energia elettrica, l’acqua potabile, i telefoni e i collegamenti Internet della Striscia, i servizi di sicurezza di Israele non sapessero nulla un anno, un mese, un istante prima dell’attacco del 7 ottobre? Da anni Israele ha i satelliti che inquadrano Gaza dal confine Sud con l’Egitto al confine Nord con il Libano. Ha i droni che la sorvolano 24 ore su 24, registrando ogni movimento sospetto. Ha telecamere lungo tutti i 56 chilometri di confine. E navi spia davanti alla costa. Dispone delle tecnologie del riconoscimento facciale e quello dell’intelligenza artificiale che controlla gli spostamenti dei sospetti, fino a predire l’imminenza di un pericolo. Senza contare le centinaia di infiltrati, agenti doppi, spie, informatori, che vivono da sempre dentro la Striscia, mischiati ai residenti. Che sfruttano la concorrenza talvolta spietata tra i differenti gruppi della resistenza palestinese in lotta tra loro per l’egemonia politica dopo il declino di Al Fatah e la sconfitta politica dell’Autorità palestinese di Abu Mazen, a suo tempo fomentata e festeggiata da Netanyahu. Non basta. Israele ha il controllo dell’intera area geopolitica grazie alla ferrea alleanza con gli apparati militari americani, britannici, occidentali, che insieme dispongono della sorveglianza pressoché totale sui Paesi Arabi, i pozzi di petrolio, le strutture militari, in grado di registrare milioni di spostamenti di uomini e donne, milioni di telefonate, milioni di conversazioni intercettate, analizzate, archiviate nei dossier dell’Intelligence. Eppure nessuno dei mille occhi elettronici si era accorto che da almeno un anno Hamas preparava l’assalto del 7 ottobre con addestramenti continui, centinaia di miliziani pronti all’azione, pick-up modificati e blindati, ruspe per sfondare le barriere di filo spinato. Motociclette per i commando. Addirittura guerriglieri che si erano allenati per mesi a volare con il parapendio per piombare all’improvviso sugli inermi israeliani che abitavano nei kibbutz. Trovando sguarniti molti chilometri di confine che sono stati violati in almeno 119 punti da almeno 7 mila combattenti, secondo le ricostruzioni fatte nei mesi successivi dalle stesse autorità israeliane. Ma se un minuto prima il Mossad non sapeva nulla, abbiamo scoperto che un minuto dopo il massacro sapeva già tutto. Gli ufficiali dell’Idf, l’esercito israeliano, conoscevano i 400 chilometri di tunnel scavati da Hamas, perfezionati con il cemento armato che pure veniva controllato da Israele, pagato con i soldi che dalle banche del Qatar affluivano nelle casse di Hamas, anche quelle sotto il controllo di molti servizi segreti, Mossad compreso. Abbiamo scoperto che le unità israeliane, penetrate dentro la Striscia con migliaia di unità, carri armati, artiglieria, conoscevano gli indirizzi dei leader di Hamas, uccisi uno a uno, conoscevano i luoghi di comando e controllo, distrutti uno a uno, conoscevano i depositi di armi, missili, esplosivo. Gli erano sfuggiti i 7 mila uomini entrati in Israele per uccidere, ma erano in grado di selezionare e uccidere più di 200 giornalisti, fotografi, freelance, che hanno provato a raccontare lo sterminio in questi 20 mesi di bombardamenti. Conoscevano i Pronto soccorso e gli ospedali da distruggere. I medici da uccidere. Le ambulanze da distruggere. Insieme con le biblioteche, le università, gli impianti per rendere potabile l’acqua salata e i generatori per l’energia elettrica. Lo scorso settembre il Mossad ha fatto esplodere centinaia di walkie-talkie e cercapersone tra le mani dei militanti di Hezbollah in Libano e in Siria, uccidendone almeno una trentina, rivelando un’operazione che preparava dal 2022. La scorsa settimana un alto ufficiale israeliano, commentando la blitzkrieg preventiva contro Teheran, ha detto: “Quello che abbiamo fatto a Hezbollah in dieci giorni, lo abbiamo fatto all’Iran in dieci minuti”. E dunque? Il governo di Israele sa tutto quello che succede ovunque, compreso in Iran, nei siti nucleari tra le montagne e ancora di più tra i palazzi del potere sciita di Teheran, distante 1897 chilometri da Tel Aviv. Ma ignorava, fino al fatidico 7 ottobre, l’enorme assalto che si stava preparando a Gaza City, 77 chilometri in linea d’aria dalla Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Possibile? Plausibile?
“LA SCUSA”…grande film USA in prima visione da non perdere.
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No, non è affatto credibile. Però anche quelli di Hamas su sarebbero dovuti meravigliare di ciò. Forse vi era una sorta di comune interesse ad arrivare a una resa dei conti secondo il principio ” tanto peggio tanto meglio ”
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Lo so, mi si dirà complottista. Ma io sono sicurissimo che il 7 ottobre si sia trattato di una di quelle operazioni in stile”stragi di stato” che in Italia si conoscono alla perfezione.
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Il complottismo c’è quando la tesi proposta è irragionevole.
Ad esempio, dubitare dello sbarco sulla Luna, nonostante le agenzie spaziali di Russia, Cina e India non lo abbiano mai messo in dubbio, e sarebbe facile per loro mostrare al mondo le prove di una eventuale super inganno che sputtanerebbe gli USA, non è affatto ragionevole.
Invece ipotizzare che qualcuno ai vertici di uno Stato abbia chiuso un occhio, o tutti e due, per poi avere l’opinione pubblica favorevole ad azioni di guerra, è ragionevole come ipotesi.
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concordo in toto ,conoscendo Israele dal 73 è assolutamente impossibile sfuggire al controllo di ogni cittadino israeliano ( sono tutti agenti e militari a cui no sfugge nulla )
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Il buon Pino Corrias mette in fila tutti gli argomenti per cui tutti quelli non obnubilati dalla propaganda sionista almeno in parte hanno già capito dall’ 8 ottobre.
Dimentica solo di menzionare la similitudine con altri eventi – casus belli, stranamente tutti capitatati (o dichiarati) a danno degli angloamericani a partire dall’affondamento della corazzata Maine nel porto dell’Avana, l’affondamento del Lusitania, Pearl Harbour, l’ “incidente” nel golfo del Tonchino e sicuramente ne dimentico altri.
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Ennesimo tentativo di deresponsabilizzare Hamas per i suoi crimini, tramite una narrazione che strizza l’occhio al complottismo più becero, per nascondere la totale mancanza di prove di quanto suggerito.
Ma la verità è che tutto ciò non può cambiare una realtà che molti rifiutano per partito preso: anche se fosse provato (e non lo è) che gli israeliani sapevano tutto del 7 ottobre ma l’hanno lasciato succedere ugualmente, questo non smuoverebbe di un millimetro le evidentissime responsabilità di Hamas.
Se si lascia il portafogli in bella vista, questo non rende meno ladro chi lo ruba.
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non abbandonarci alla TENTAZIONE, ma liberaci dal male…
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Quello potrà (forse) valere per i cristiani, e nemmeno tutti.
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Non mi pare di avere negato le responsabilità di Hamas nel lasciarsi irretire e strumentalizzare. Al contrario ho citato un’etica dubbia di apparati statali, per cui si è arrivati penalmente e politicamente a definire le stragi di stato. Dunque se si vuol continuare a giocare a mordersi la coda, è certo che si rimarrà sempre cucciolotti a guaire: e però hamas…!
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Gentile, non mi riferivo certo a te, ma all’autore dell’articolo, Pino Corrias.
Inoltre, il senso del mio intervento non è certo quello che mi attribuisci (“e allora Hamas”), ma un più modesto “ad ognuno le sue responsabilità: ad Hamas quella del 7 ottobre (oggetto dell’articolo, che rimarrebbe chiara anche se gli israeliani ammettessero di averlo lasciato succedere), e a Netanyahu quella dell’orrore successivo”
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X JD:
Ovviamente è complottismo chiedersi come mai quella mattina i palestinesi non sono stati minimamente contrastati da nessuno e si sono introdotti dentro basi israeliane dove i soldati anzichè essere svegli, dormivano beati nelle loro brande.
Nessun elicottero, nessun drone, nessun aereo in aria.
Sono capaci di mantenere la superiorità aerea in Iran ma non la sorveglianza a Gaza.
Ma per te è complottismo non provato.
Incapace di dire una parola che 1 contro i tuoi amici sionisti, ucraini e americani, salvo sputare cacca in ogni occasione possibile contro i loro oppositori.
Poi lamentati se ti considero un sionista e un propagandista a senso unico.
Quello sei.
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Esatto: ventilare ipotesi senza la minima ombra di prova non è nient’altro che complottismo a buon mercato (ma c’è chi lo chiama cibo).
E tutto ciò non ha nulla che vedere con l’essere “sionisti” o meno, qualunque significato tu attribuisca a quel termine.
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Quindi sapresti dare una spiegazione al fatto che il confine più sorvegliato del mondo per oltre 1 ora è stato preso d’assalto senza che nessuno si facesse vivo manco per chiedergli se avessero bisogno di una mano. Tu parli agli altri di complottismi e di assenze di prove. Quindi secondo te è criminale Hamas perché ha fatto l’attacco ma non è criminale chi potendo impedirlo, non lo ha fatto. Come ai tempi di P. Harbour e dell’11/9. Molto comodo. Del resto i cretini sono così. Ripetono le versioni di comodo che fanno passare meno guai al sistema e scaricano la colpa tutta sui cattivi della situazione.
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@ Mentecatto: l’onere della prova spetta sempre all’accusa.
Se e quando salteranno fuori delle prove di ciò che dici, non temere che sarò pronto a valutarle e, nel caso, ad assegnare anche ad Israele la parte di responsabilità che le spetta.
Ma fino a quel momento, queste illazioni rimarranno ciò che sono sempre state finora: del becero complottismo a buon mercato, che esercita sempre un fascino irresistibile sulle menti dei citrulli.
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Non c’é nessun ‘onere’ per l’accusa.
Sono le IDF che devono spiegare la TOTALE MANCANZA DI PROTEZIONE DEL CONFINE che normalmente è assicurata 27/7 e 365-366 giorni all’anno.
Nel migliore dei casi è una GRAVISSIMA NEGLIGENZA.
Senza precedenti e senza seguiti.
Nel peggiore è COLLUSIONE CON IL NEMICO, come è successo in Siria dicembre scorso.
Ma forse ancora peggiore è stata la volontà di scatenare una catastrofe per avere mano libera contro i palestinesi, lasciando a ruota libera un nemico dichiarato come Hamas, libero addirittura di fare esercitazioni aeree sopra una striscia di terreno più piccola del Lago di Garda.
E tu pensi di parlare di complottismo perché ci si chiede come mai nessuno abbia A- scoperto B- impedito e C- risposto con la massima rapidità all’attacco di Hamas.
Sei proprio una CARICATURA di un essere umano senziente.
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