
(di Michele Serra – repubblica.it) – Uccidere il capo della teocrazia iraniana metterebbe fine alla guerra, dice Netanyahu (che a sua volta parla ogni giorno di più come un capo teocratico: ma questo è un altro discorso). L’idea, già messa in pratica con Saddam, è primitiva ma suggestiva: se davvero bastasse uccidere il capo dei nemici per vincere una guerra, ci sarebbe da farci seriamente un pensiero, perché in termini di costi umani, e di costi in generale, un solo missile che coglie un solo bersaglio è meglio di mille missili che inceneriscono le città.
Il problema è che — al netto del cosiddetto diritto internazionale, che non credo contempli l’uccisione del capo di un altro Paese tra le pratiche legittime — non funziona così. Nemmeno un po’. Così come a Gaza e in decine, centinaia di conflitti precedenti, la guerra non è mai un colpo di bisturi. È un macello schifoso e ingiustificabile, nel quale muoiono a centinaia, a migliaia, persone che non c’entrano nulla: né con Khamenei, né con Netanyahu. Sempre considerate “effetti collaterali” dei regolamenti di conti tra i boss, un tempo carne da cannone e oggi carne da drone e da macerie, gente che magari sta cucinando, guardando la tivù, mettendo a letto i figli, e viene cancellata dalla faccia della terra perché un tizio molto potente vuole accoppare un altro tizio molto potente (mi scuso per la semplificazione, ma grosso modo è esattamente così che funziona).
Siamo considerati tutti, l’umanità intera, effetti collaterali, ed è proprio questo che rende moralmente disgustosa la guerra moderna. Non sono gli Orazi e i Curiazi a battersi, non sono solamente i guerrieri a morire. Sono soprattutto i civili, bambini compresi. Sarebbe molto più morale, oltre che più efficace, organizzare un duello alla pistola, o all’arma bianca, tra i capi in disputa.
Non ho sentito parlare di guerra e orrore provocata da essa per circa venti mesi del conflitto a Gaza ne durante gli otto anni della guerra civile in Donbass,mentre le sue attenzioni erano tutte per il criminale Putin . Poi , un bel giorno , dopo cinquantamila vittime civili di ogni genere ed età, insieme a tutti il coro ha cominciato a piangere le solite lacrime di coccodrillo. E chi li ferma più! Ma , adesso si è creata una strana situazione : Netanyahu, finalmente riconosciuto come persona non proprio buona e brava, tutto ad un tratto,deve essere riabilitato come dalla parte della ragione anche se aggressore dell’ Iran perché questo paese notoriamente figlio di satana vorrebbe fornirsi di bombe nucleari per distruggere il mondo del bene di Netanyahu cioè il nostro .E allora Michelino ci fa la morale tra finto pacifico e occidentale intellettuale semiliberale.
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