
(ANSA) – Il sindacato mondiale dei calciatori (FifPro) ha chiesto l’istituzione di 12 misure di sicurezza per tutelare la salute dei giocatori, tra cui una pausa di otto settimane tra una stagione e l’altra, sulla base di una relazione di 70 esperti che evidenzia il carico di lavoro. “La FIFPRO chiede l’immediata attuazione di misure di sicurezza basate sulla necessità di proteggere i calciatori”, si legge in una nota del sindacato che giunge a ridosso del Mondiale per Club (14 giugno-13 luglio) negli Stati Uniti.
Lo studio, condotto da 70 specialisti che lavorano per club e nazionali, ha individuato “dodici standard di sicurezza consensuali”, che “non sono oggetto di dibattito o negoziazione”. Tra essi la garanzia che i professionisti beneficino di una pausa di otto settimane tra le stagioni: quattro di vacanza – due delle quali senza impegni, con i media o altro -, seguite da quattro di recupero.
Questa estate, tra la fine del Mondiale per Club e la ripresa dei campionati nazionali in Europa ad agosto, i conti non torneranno. Il sindacato propone di istituire altre misure di sicurezza, come una pausa obbligatoria di una settimana a metà stagione, l’imposizione di un giorno di riposo settimanale minimo e garanzie specifiche sul carico di lavoro dei giocatori under 18.
“Questo studio presenta standard di sicurezza basati sulle opinioni indipendenti e ponderate di esperti medici che lavorano nel calcio professionistico, consapevoli della pressione mentale e fisica a cui sono sottoposti i giocatori”, spiega il Professor Vincent Gouttebarge, direttore medico della FifPro. “Se siamo tutti d’accordo che la salute viene prima di tutto, dobbiamo implementare queste misure di protezione”, aggiunge il medico, citato nel comunicato.
La FifPro ritiene che “sebbene esistano alcune misure di sicurezza nei contratti collettivi nazionali, il calcio internazionale non dispone di quadri normativi o standardizzati”. “Così come i lavoratori edili necessitano di dispositivi di sicurezza e i piloti di linea hanno periodi di riposo obbligatori, i calciatori professionisti necessitano di standard globali per proteggersi dalle esigenze fisiche e dai rischi di infortunio inerenti alla loro professione”, ritiene inoltre la FifPro.
Oltre a questi dodici punti, “la grande maggioranza degli esperti (dal 60 al 74%) è favorevole a tutele aggiuntive”, come la limitazione del numero di partite per stagione e una programmazione più flessibile, aggiunge il sindacato.
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Bisognerebbe chiedere ai calciatori se preferirebbero quel lavoro oppure il proprio anche se col rischio di infarto e follia. Mentre il povero pakistano non ha scelta, i milionari palleggiatori si. Il pubblico degli stadi è, spesso, a livello gladiatorio. Ai componenti delle squadre – proprietà, dirigenti, allenatori, tecnici, giocatori va bene così. Pertanto, non riesco a provare compassionevoli sentimenti per quegli atleti.
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A parte il lavoro ma quello che si respirano?
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Quindi solo perché guadagnano tanti soldi possono anche essere sfruttati come un limone e poi buttati via se si ‘bruciano’ anticipatamente.
Ma l’umanità dove l’hai persa, Paolodiamante?
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https://www.agi.it/sport/news/2024-10-17/forbes-ronaldo-calciatore-piu-pagato-al-mondo-28308697/
Con quello che guadagnano certi giocatori dovrebbero entrare in campo alle 8 di mattina e correre fino alle 10 di sera, tutti i giorni, domeniche comprese naturalmente 😏
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Ogni lavoro ha rischi psicosomatici derivanti da stress, fatica eccessiva esposizione mediatica. Tutto questo ha però un prezzo. Non ho contezza ma non mi pare di avere letto che i milionari (centinaia di…) calciatori frequentino cliniche per deformazioni psichiche fisiche né durante né dopo l’attività. Che sappia frequentano e si fanno accompagnare da bellissime donne che esibiscono come trofei e per aumentare la loro popolarità. Attenzione non si contesta questo grande circo miliardario (di euro) e sono, mi si trova d’accordo, anche sulle ferie, riposi e attenzioni varie.
Dico piuttosto fermiamoci tutti: un ragazzo ventenne che si porta a casa 20/30/ 40 e oltre milioni di euro in un anno non produce nessun effetto sulla sua psiche? E anche in quella di tanti coetanei che vivono al contrario? Allora forse sarebbe il caso di fermarsi. Di trattare il calcio come un qualsiasi altro sport. Hai un talento? Ti deve essere riconosciuto. Ma devono valere per il calcio le regole che si applicano alle persone che nascono con altri talenti ma non diventano milionari né a venti né a otta anni. Mandiamoli in ferie ma trattiamoli da essere umani quali sono. E non da eroi universali e guadagni che non basterebbero cento vite per spendere quanto guadagnato. Onestamente ma anche ingiustamente. Grazie per l’ospitalità e chiedo scusa non tanto ai calciatori ma a tutti i talenti di cui la terra è fortunatamente piena e che dai loro posti di lavoro, dai laboratori di ricerca, dagli ospedali, dalle case di assistenza agli anziani e disabili ecc. ecc. dedicano la loro vita per rendere questo mondo migliore.
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