
(Dott. Paolo Caruso) – Mentre a Roma si dibatte del massacro palestinese, Gaza la “Sagunto” della Palestina viene espugnata con efferatezza da parte dell’ esercito del governo Netanyahu. Uno sterminio è in corso da seicento giorni, e in parlamento invece di agire concretamente ci si perde in inutili discussioni. Il governo italiano balbetta e non prende alcun provvedimento di peso che possa incidere sulle sorti di questo genocidio, quale il blocco degli armamenti a Israele, il ritiro dell’ ambasciatore e l’ essere promotore di una conferenza Ue sulla Palestina. Solo quisquilie, mezze verità e qualche sorriso del Ministro Tajani, poi solo parole, parole, soltanto parole…. Un dibattito acceso addirittura infiamma la politica sulle manifestazioni pro Palestina. Assenti i partiti di governo, l’ opposizione si presenta divisa, con una manifestazione a Milano il 6 giugno organizzata dal duo “Gianni e Pinotto” della politica italiana, il Matteo di Rignano sull’Arno e il compare dei Parioli, e con un corteo il giorno successivo a Roma in cui sfileranno PD, 5 Stelle e AVS. Intanto il governo Netanyahu continua la sua pulizia etnica bombardando oscenamente donne e bambini accampati a Gaza. Vuole distruggere Hamas peggiorando la posizione degli ostaggi, e sparando nel mucchio dimentica che “Chi semina vento raccoglie tempesta”. Allora quale futuro prepara al suo popolo Benjamin Netanyahu? Egli stesso è il primo nemico del suo popolo. Non è antisemitismo il rifiuto del suo comportamento crudele e insensibile ai poveri cui vieta anche il minimo cibo per la sopravvivenza. Cinquecento camion di derrate alimentari sono bloccati alle frontiere, inibiti di entrare a Gaza. È questa purtroppo la notizia che, se è vera, non può non apparire volontà di genocidio da parte della dirigenza di Israele. Bibì Netanyahu si ricordi di Auschwitz e dei sei milioni di ebrei morti, e non ripeta sugli altri quanto ha subito in una storia di cui l’umanità non può andare fiera. Di contro l’ Europa e l’ Italia non si voltino dall’altra parte della storia come avvenuto in passato ma alle chiacchiere facciano seguire azioni decise e concrete che portino alla tregua e al ripristino dei diritti umanitari a Gaza, in attesa al più presto di una conferenza internazionale che ponga fine alla guerra in questi martoriati territori.
Tanti discorsi, chiacchiere, distinguo fatti seduti comodamente negli studi televisivi. Li farei discettare sotto le bombe a Gaza.
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Oggi a Torino, un giovane pompiere è intervenuto per rimuovere un oggetto che pericolava dall’alto di un monumento equestre. L’oggetto era una bandiera della Palestina e prima di riportarla a terra l’ha sventolata liberamente nel centro dell’ex capitale italiana. Il suo gesto risorgimentale è stato monumentale. In Italia la realtà non è come la raccontano; chi non isola lo stato di Israele, dovrà essere chiamato a rispondere per complicità in crimini orrendi.
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Ma non è mica vero che la maggioranza cincischia.
Questi ba.star.di hanno trovato il tempo per approvare il DL sicurezza, non lo sapevate???
Gaza aspetti pure!
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