
(Giancarlo Selmi) – Prima di cominciare a scrivere il post, per rispondere già a quanti mi scriveranno che sono invidioso (non mancano mai), ammetto che il post è stato causato da invidia. E sono tante le cose che possono essere invidiate a Italo Bocchino.
Essere definito “vergogna dell’umanità” da una autorevole giornalista come Rula Jebreal, non è forse degno d’invidia? Chi non avrebbe voluto essere al suo posto, sere fa, per sentirsi definire propagandista, bugiardo e lobbista di merda? Essere accusato di essere ubriaco o pazzo? Oppure essere massacrato da Travaglio in un’altra occasione che resterà negli annali della televisione? Ma cose per le quali essere invidiosi di Bocchino ce ne sono tante
La bellissima rotondità degli occhi, per esempio, che gli dona uno sguardo fisso e penetrante. Un poco inquietante per la verità, una cosa in mezzo fra Freddy Krueger e la Bambola assassina. Però autorevolissimo. Ovviamente è importante non farlo vedere ai bambini, qualora non si volessero avere traumi indesiderati. Poi il colore dei capelli. Scelto con cura (c’è sicuramente del lavoro dietro. Forse un armocromista?) e che lo fa sembrare un fichetto di una sessantina d’anni con i capelli tinti. Meraviglioso.
E poi ci sono i dati. Su quello, l’autodefinitosi “giornalista militante”, qualunque cosa volesse dire, dà il meglio di sé. Fra fake e dati decontestualizzati, occhi fissi rotondi e vis esplosiva, riempie lo schermo di minacciose perifrasi. Sui dati diventa una primadonna capace di scatenare guerre cruente. Ovviamente le sue fake vinceranno sempre perché i dati, quelli veri, elencati dagli altri, diventano automaticamente falsi. E non perché lo siano, semplicemente perché lo dice lui. Adorabile. E come non invidiare la sua onnipresenza televisiva. Chissà quanto guadagna. Un vero e proprio Stakanov. Salta da uno studio all’altro come non avesse un domani. Dalle prime ore del pomeriggio a notte inoltrata. Ripetendo sempre le stesse cazzate, che diventano un mantra infinito.
Ha una straordinaria abilità nello sparare minchiate. E un’altra, non meno straordinaria, nel difenderle. Uno si chiede, quando lo vede: ma è veramente convinto delle minchiate che dice? E si sa, una cosa che le minchiate le racconti uno con gli occhi normali e i capelli indenni da coloranti. Altra cosa che le proclami un “giornalista militante” con gli occhi inquietanti e i capelli fotogenici. Il risultato è garantito, credeteci. Ebbene sì: lo invidio.
La caratteristica principale di questi burattini è che se cambia idea il capo, cambiano idea anche loro. Non hanno un pensiero originale e autonomo.
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Mi fanno più schifo i conduttori che lo invitano, solo per alzare lo share; e’ così che questi vomitevoli personaggi raggiungono una notorietà immeritata.
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Certo, alcuni personaggi sarebbero gia’ spariti o addirittura mai esistiti, se non fossero stati regolarmente convocati per fomentare un wrestling politico inutile e fine a se’ stesso, ma foriero di ascolti e polemiche sui media il giorno seguente. Il piu’ potente mezzo di contrasto e’ il “click” sul telecomando che salta quel canale. Niente ascolti,uguale morte per asfissia…
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invitarlo è giusto, diversamente sarebbe un monologo di chi la pensa in modo opposto. Dice min@hiate ininterrottamente ma lo pagano per questo e lui dell’etica e della trasparenza se ne sbatte! Il problema non è bocchino, ma milioni e milioni di italiani che ripetono come pappagalli per le strade le min@hiate che la meloni ordina. Il problema è il suffragio universale, ma l’alternativa sarebbe peggiore! La soluzione è una sola: una legge sul conflitto di interesse e un impegno maggiore di chi sente il dovere morale di creare un sistema più giusto!
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E pensare che questo “prostituto” è stato il braccio destro di quel (vituperato da Gioggia) Gianfranco Fini fautore della svolta anti fascismo “male assoluto” di Alleanza Nazionale. Ora si è prontamente riciclato, da puttanone qual è, al verbo retrogado dell’ammiratrice del sempre celebrato Almirante direttore de “La difesa della razza” ai tempi del DVCE, e mai, non dico condannato, ma almeno criticato dalla sedicente post-fascista al governo. Che per seguire il mentore ciuffone-biondo-che-fa-impazzire-il-mondo asseconda i voleri sterminatori di bimbi palestinesi dell’orco israeliano. Chissà se anche per farsi perdonare la febbrile ricerca di ebrei per consegnarli al nazista, da parte di bande armate della repubblica di Salò dei suoi antenati politici, peraltro mai deplorati e condannati esplicitamente: “Erano altri tempi!…” ama ripetere, rifiutando gli anatemi.
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Burattino senza Fini 😄
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“Crapa bocchino sigillo nero”!!! Che più nero non si può!!😁😁😁
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🤣😆
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Mi ricordo sempre quella foto in bianco e nero inquietante dove un Bocchino dodicenne, in versione piccolo balilla, compariva a fianco di Almirante. Era praticamente identico a com’è adesso, solo, ovviamente, in versione miniatura, senza rughe e senza capelli tinti
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Bokkino detto Italo ha anche una pagina su Nonciclopedia (che ve lo dico afffà).
Pare che sia giudicato superficiale da Valeria Golino e sia invece molto amico di Claudio Fava.
Detto questo.
L’uomo in questione è spregevole come pochi, chiedere alla ex moglie (in rete trovate l’intervista).
«Italo mi tradiva senza rispetto La Carfagna? Tre anni di dolore» – Corriere della Sera
I «fatti», come li chiama lei, sono le notizie apparse sui giornali quest’estate. Protagonista il suo ex marito, il vicepresidente fli Italo Bocchino, in compagnia di amiche bionde o brune. Fino al paparazzato gossip: quel weekend a Ravello del «nemico» politico del premier con Sabina Began, nota come «l’Ape regina» di Silvio Berlusconi, e animatrice delle feste di Arcore. Ne è nato un caso dai tratti imbarazzanti. Che ha spinto Gabriella Buontempo, 45 anni, figlia di un’importante famiglia di socialisti napoletani, a decidere a fatica di parlare. Per un solo motivo: «Ho due bambine, e non posso permettere che pensino che questo è il modello femminile di riferimento. Devo tutelare la dignità di Antonia ed Eugenia».
Che cosa l’ha infastidita, quest’estate?
«Gli lascio le bambine, che vogliono stare con lui, padre splendido. E lui che fa? Si porta una signora bionda nella nostra casa di Panarea o sulla barca. Assurdo».
Poi c’è stato l’«affaire» Began. Bocchino ha parlato di «una trappola», di una «macchina del fango».
«Non credo. Credo invece sia tutto vero, come dice lei. Vero che lui le ha chiesto il numero di telefono, vero che l’ha invitata, vero che sono andati a Ravello con l’auto blu…».
Un’imprudenza.
«A volte gli uomini fanno cose… irragionevoli. Queste di Italo mi sembrano robe da psicoanalisi. Soffre della dinamica dell’abbandono. Per lui è inconcepibile che io abbia chiuso la nostra storia. E poi soffre di cretinismo da separazione: colpisce anche gli uomini più intelligenti».
La polemica tra il suo ex marito e la Began è stata feroce.
«Italo ha peccato di grande ingenuità. Ma lei si è dimostrata una ricattatrice. Mi fa tristezza che gli uomini, non solo mio marito, si lascino irretire da oche del genere».
E quest’estate?
«Ma no, quest’estate mi sono infuriata solo per le mie figlie. Non parlerei di dolore. Quello c’è stato quando ho scoperto che mi tradiva con Mara Carfagna. Quante bugie mi diceva. Ma il problema non è lei. Il problema è lui. Perché lei, poverina, è quello che è. Infatti dal 15 marzo è scomparsa. Non sa che dire: le scriveva tutto Italo. Non sa parlare in italiano. Usare soggetto verbo e predicato».
Cosa gli piaceva della Carfagna?
«Intanto è piaciuta a tanti… Ha una bella presenza. Ci sono persone con cui trascorri una sera, fai quello che devi fare… Italo la usava come un giocattolo. Me lo diceva lui: guarda cosa le faccio dire. Mi ha mandato decine di lettere in cui mi dichiarava che per lui, lei non contava nulla. Ci siamo scontrati tutti i giorni, per tre anni. Ho resistito. Ma poi quando alle Regionali lui le ha portato tutti quei voti, e lei ha dichiarato di essere un soggetto politico, beh, l’ho trovato mostruoso, proprio come donna. Mi sono incazzata, pur non essendo mai stata femminista. Tra l’altro Italo ha continuato a tradirmi non solo con la Carfagna ma anche con altre che non mi dicono per carità cristiana. Anche se io ho intuito».
Il vostro matrimonio, nel ’95, fece scalpore. Lui 27enne di destra, pupillo di Tatarella. Lei 28enne socialista, già appassionata di cinema. Che rapporto è stato?
«Fu un colpo di fulmine. Siamo andati a vivere insieme dopo due settimane. Ma se lei mi chiede se con me è stato rispettoso… Ho subìto ripetuti tradimenti, ai quali ho sempre cercato di reagire pensando alla famiglia. È stata una sofferenza lunghissima. Poi mi sono arresa all’evidenza».
E questo soggetto che cade misteriosamente sempre in piedi, recentemetne si è risposato con la sua chirurga estetica. Rendiamoci conto come tante donne se li cerchino proprio i farabutti eh.
Ad ogni modo Bokkino mi è sempre sembrato la versione fascionazi di Enrico Papi:
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Dagospia ti fa un baffo, Sparvie’…
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Perché è bene sapere che Bokkino non solo è una faccia da schiaffi, ma è proprio un essere spregevole. Alle volte il ridicolo nasconde l’inferno.
La sua attuale moglie lo trovò a sorpresa in camera sua mentre ascoltava musica classica (questa fu la sua dichiarazione d’amore). Invece di denunciarlo per stalking. Evidentemente le mogli N.2 pensano sempre di essere meglio delle N.1.
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