La responsabile della segreteria di FdI: “Le critiche di Rosy Bindi? Venga a Caivano a vedere

Arianna Meloni

(repubblica.it) – “Uno dei primi provvedimenti del governo è stato difendere il carcere ostativo. Abbiamo difeso il 41 bis mentre qualcuno della sinistra preferiva andare a trovare i mafiosi in carcere”. A Caivano per un’iniziativa di Fratelli d’Italia, la responsabile della segreteria e dei tesseramenti Arianna Meloni, sorella della premier, si lancia in un duro attacco all’opposizione. Con lo stesso argomento che fece esplodere il caso Donzelli-Delmastro.

“Abbiamo difeso il 41bis – sottolinea Arianna Meloni – perché un mafioso che non collabora con la giustizia non può avere gli stessi diritti di un altro detenuto. Questa intuizione ha portato molti mafiosi a collaborare e così si sono inflitti grandi colpi alla mafia e alla criminalità organizzata”.

La responsabile della segreteria di FdI replica anche a Rosy Bindi, che ospite della trasmissione di Lilli Gruber su La7, ha detto che nel governo “prendono provvedimenti contrari a quelli che oggi potrebbero combattere la mafia”.

“Alle Rosy Bindi di turno – va all’affondo Arianna Meloni – voglio dire di fare meno salotto e di venire qui a Caivano a vedere ciò che ha fatto il governo Meloni“.

La replica del Pd

A stretto giro replicano i parlamentari Pd – Debora Serracchiani, Silvio Lai, Andrea Orlando e Walter Verini – che furono i destinatari dell’accusa di “far visita ai mafiosi” già nel caso DonzelliDelmastro: “Arianna Meloni – scrivono in una nota congiunta – per improntitudine, tendenza a mistificare la realtà è davvero una goccia d’acqua della sorella. Per attitudine a manganellare gli avversari – aggiungono – somiglia invece ai Delmastro e ai Donzelli, rivelatori di segreti che mettono a rischio sicurezza e indagini”.

Piantedosi: “Scioglimento comuni? Valutiamo alternative”

All’evento di Caivano ha parlato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Sullo scioglimento dei Comuni per infiltrazione camorristica, stiamo riflettendo se sia sempre questa la soluzione giusta da adottare. Stiamo ragionando in prospettiva sulla possibilità di creare un terzo genere tra scioglimento e non scioglimento, utilizzando ovviamente le prefetture, magari mediante formule di affiancamento ai sindaci”.