(di Marco Palombi – ilfattoquotidiano.it) – L’ormai 82enneFrancesco Gaetano Caltagirone è un personaggio centrale nella storia della Repubblica, come la sua famiglia: basti a provarlo che cinquant’anni fa il suo cognome compariva persino nel Memoriale di Aldo Moro, quello scritto nella prigione delle Br, a proposito di una nomina in Italcasse (il riferimento era al suo cugino e socio Gaetano). Il nostro, come che sia, non è più il palazzinaro degli anni Settanta: s’è fatto nel frattempo finanziere, quasi banchiere e ovviamente editore. Tanta e lunga esperienza del mondo, non disgiunta da una passionaccia per i riferimenti storici a caso, ne fanno oggi anche un prezioso intellettuale. È in questa veste che Caltagirone è stato invitato al Festival dell’economia di Trento a sciogliere il dilemma “cambiamento o conservazione?”. Lui, lo diciamo subito per gli ansiosi, è per il primo: “L’Occidente ha imboccato la strada che porta verso il declino: serve un cambiamento” (le citazioni sono tratte dal Sole 24 Ore e dal suo Messaggero). E il cambiamento del Calta-intellettuale non è affatto generico: “Va rivisto quel meccanismo straordinario che è la democrazia”, le serve una bella “manutenzione” (qui torna fuori il cementiere) per assicurare ai cittadini “la libertà”, vale a dire “il bene supremo, l’unico per cui vale la pena dare la vita” e che “però è una conquista non un dono né un diritto”. E come si fa? “Per rimanere liberi, dobbiamo essere efficienti e per esserlo serve una capacità di decisione più rapida”. Lei dice? Eh sì, chi governa “deve avere i poteri, ma senza lacci e lacciuoli che ne frenino l’operato”. Altro che premierato, una bella dittatura, però a tempo: “Il mandato deve essere breve e il candidato non rieleggibile”. È qui il momento in cui lo storico, per così dire, fa velo allo scienziato politico: “I romani avevano un mandato di un anno e disponevano di ampissimi poteri: è stato l’impero più longevo”. I dittatori devono ruotare, un po’ per uno, così non accumulano troppo potere: a quello ci pensano i palazzinari-finanzieri-quasi banchieri-editori, i quali, com’è noto, non ruotano o, se proprio costretti, lo fanno in famiglia.

(ma certo dottore, interessante, ci sentiamo presto eh… chiamiamo noi…)