
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Ormai è un format. Trump invita alla Casa Bianca un leader straniero che gli sta sulle scatole e lo bullizza davanti a tutti. Dopo Zelensky e il canadese Carney, è toccato a Ramaphosa, il presidente sudafricano, che nella speranza di ammansirlo si era fatto accompagnare da due golfisti bianchi, conoscendo la passione di Trump per il golf e per i bianchi. Tutto inutile.
A un cenno del padrone di casa, le luci della Sala Ovale si sono abbassate ed è partito un video di immagini taroccate che accusava il governo sudafricano di aver ammazzato decine di afrikaner. Come Zelensky, anche Ramaphosa ha replicato con un certo aplomb, persino con ironia, quasi se lo aspettasse. Forse esiste una sala-prove, alla Casa Bianca, dove i leader da bullizzare vengono preparati all’incontro da qualche invasato sparring partner che li travolge di improperi.
L’ospitalità spinosa di Trump fa a pugni con le teorie degli psicologi, i quali vedono nella comunicazione «in presenza» l’antidoto a quella «social», che irrigidisce le posizioni e riduce l’empatia. Lui è riuscito a trasportare gli umori delle chat nelle visite di Stato. Il suo schema è questo: «Con i forti faccio affari e dai deboli mi faccio baciare il cu… Tutti gli altri li maltratto».
Il mondo scorre col fiato sospeso la lista dei prossimi leader che oseranno andarlo a trovare. La più a rischio è la premier danese, con cui finora ha solo litigato al telefono. Farebbe meglio a farsi venire un raffreddore diplomatico prima che Trump la degradi in diretta a vicegovernatrice della Groenlandia.
forse Granellini dovrebbe informarci di quanti contadini bianchi sono stati uccisi in sud Africa dai suprematisti neri, forse dovrebbe denunciare come il governo sud africano abbia legiferato per espropriare la terra ai bianchi senza indennizzo e delle persecuzioni a cui sono sottoposti,ma non lo farà. Ammettere che esiste un suprematismo nero stona con la narrazione fatta in questi ultimi 30 anni dalla pseudo sinistra. Quindi tocca al cattivo Trump fare qualcosa,denunciare le decine di migliaia di morti vittime del razzismo nero. Bambini fatti a pezzi col machete,ma essendo bianchi e gli assassini neri legittimati dal governo,meglio parlare d’altro.
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Ridicolo e ignorante suprematismo frustrato.
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Ed ecco la conferma di ciò che ho scritto….
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Appunto: la conferma d’avere scritto corbellerie. Ma, contento tu: del resto bisogna sfogarsi, quando si ha movimenti all’intestino. E tu l’hai fatto. Adesso puoi rilassarti.
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Hai dei ricordi un po’ annebbiati.
L’esproprio forzato delle terre semza indennizzo per i coloni bianchi è avvenuto nello Zimbabwe.
Nella Repubblica sudafricana, con la fine dell’apartheid il governo guidato da Mandela avviò un programma su base volontaria per la cessione delle terre da parte dei coloni bianchi, che si le avevano espropriate senza indennizzo ai neri, proprio a questi ultimi (willing buyer, willing seller si chiamava il programma)
I progressi di questo programma sono stati lenti ed insoddisfacenti e (fortuna della repubblica sudafricana) le terre sono ancora in mano ai bianchi.
Nel 2018 il governo ha proposto una modifica costituzionale per permettere l’esproprio senza indennizzo; ma la proposta non è mai stata portata avanti concretamente.
A differenza dello Zimbabwe, dove i neri si presero la terra e non sapendola coltivare, non avendo sviluppato una rete commerciale portarono l’economia locale al collasso, in Sudafrica l’agricoltura costituisce una fonte importante di entrate di valuta pregiata,
Quanto al razzismo all’incontrario è tutto vero; avendo lavorato in diversi paesi africani lo posso confermare.
Non in tutte le parti si manifesta allo stesso modo, ma c’è un pò ovunque.
Sarà un razzismo di reazione? Tu mi disprezzi in quanto nero e allora io ti disprezzo in quanto bianco?
Tu mi hai colonizzato e allora adesso che sono “libero” te la faccio pagare?
Difficile dirlo e quando lo subisci non stai molto a riflettere sui motivi, ma un fatto è certo, c’è.
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Beh, il sogno all’incontrario di Paolo Rossi era vero al dunque: sogno bianchi sudafricani che lavorano in miniera benissimo, e neri che giocano a golf, malissimo.
L’efficienza delle forze armate sudafricane, un tempo leggendaria, è stata talmente abbattuta che qualche anno fa pare che vi fossero solo 3 caccia Gripen efficienti.
Gli elicotteri AW 109 quasi tutti a terra per mancanza di manutenzione.
Le nuove fregate sudafricane ferme in porto.
Cose che capitano quando metti la gente sbagliata nel posto giusto.
Almeno i bianchi una cosa buona l’hanno fatta, sia pure in ritardo: hanno salvato i rinoceronti bianchi che loro stessi avevano quasi sterminato.
Spesso gli attacchi alle aziende sudafricane bianche sono stati fatti per uccidere i rinoceronti, perché da circa 15 anni imperversa in Sudafrica la malavita di bracconieri a caccia dei corni che quei cornuti idioti degli arricchiti sino-cinesi considerano così tanto.
Nel 2014 si arrivò a circa 1.200 rinoceronti bracconati su 20.000. Un pò per volta le cose sono migliorate, ma non ancora così tanto da essere fuori pericolo.
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Suprematismo bianco
le persone che definiamo bianche secondo la concezione occidentale (di origine europea) un secolo fa erano circa 650milioni su una popolazione mondiale di 2miliardi di persone (30-35%).
Oggi, calcolo molto approssimativo e discutibile, sono circa 900 milioni ma su una popolazione mondiale di 8,1 miliardi, scendiamo quindi a circa l’11%.
Possiamo stimare che nel 2100 saranno circa il 6-7% e così via fino a ridursi al lumicino.
Detto questo, è bene quindi costruire una società senza conflitti con diritti per tutti, soprattutto per le minoranze.
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Risposta a salviati .se dici che scrivo corbellwrie devi dimostrarlo. Ma sono certo che non ti sei presa/o la briga di informarti se in Sudafrica stia avvenendo una discriminazione verso i bianchi. Ma tranquilla per il mio intestino,leggerti funziona come i migliori lassativi.
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“silviatico”
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per chi non vuole proprio vedere, questo trailer presenta un libro che tratta questo argomento https://youtu.be/Ev2PoaW7jVs
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Se un regime è antitetico all’arte, che è libertà, o alla cultura che è avanzamento etico, a maggior ragione avversa la satira che annienta una delle sue armi peggiori: la paura.
Un regime si muove su tre coordinate: trionfalismo, cooptazione e minaccia.
La satira lo ridicolizza, sfugge alla sua presa con le ali, e annichilisce la paura trasformandola in sberleffo.
L’uomo che ride del potere è imprendibile. E in una civiltà dell’immagine e dell’apparire può fare più male una battuta ironica ma dissacrante di un crollo di borsa.
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L’uomo che ride ha guadagnato una sfera di integra libertà dove le grinfie del potere non lo ghermiscono. Il potere può censurarlo, radiarlo, punirlo ma non può impedire che l’uomo libero rida di lui. E in quella risata il potere va in frantumi, perde rispettabilità, gli calano le braghe. Un omino che ride del potere può frantumargli le balle mostrando quello che in realtà è: un fantoccio mostruoso fatto di niente.
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