Anche gli studenti stranieri già presenti dovranno trovare una nuova collocazione perché il campus non è sicuro

(di Michele Serra – repubblica.it) – Non è una fake, come parrebbe per forma e sostanza. È la drammatica realtà dell’America di Trump: la ministra della sicurezza Kristi Noem (quella che ha sparato al suo cane perché “inefficiente”, quella che si mette in posa davanti ai migranti stipati come pollame in un gabbione) ha confermato che l’università di Harvard non potrà più avere studenti stranieri – neppure quelli attualmente iscritti – perché è “un campus non sicuro”. Gli studenti non americani che già studiano a Harvard (quasi seimila) dovranno trovare “una nuova collocazione” o saranno espulsi. Perché? Per “sradicare il male dell’antiamericanismo”. Una notizia del genere si autocommenta.
È una specie di sunto perfetto della teoria e della prassi maccartista, dunque nazionalista e allofoba in senso paranoico, oggi al potere in America. Ma vale ricordare che il senatore McCarthy era solamente il presidente di una commissione parlamentare. Trump è il presidente degli Stati Uniti, Noem un suo ministro di punta. L’atto politico è quello di “purgare” una delle più prestigiose università del mondo, dopo avergli già tagliato i fondi. Poiché niente al mondo è più cosmopolita e più transnazionale del mondo dell’università e della ricerca, il veto agli studenti stranieri è l’atto più violento che l’amministrazione Trump potesse adottare contro Harvard, cioè contro una delle massime istituzioni americane.
È presto per sapere le reazioni negli Stati Uniti, ma è da escludere che questo atto di violenza culturale e politica rimanga senza conseguenze. La notizia apre i principali siti di tutto l’Occidente. Speriamo ci rimanga a lungo.
Piccolo errore serraglio- antiamericanismo noooo… chiarisca che è solo antisemitismo !
Perchè in America comandano gli ebrei!
Mandando via gli studenti stranieri , si mandano via i pro-palestinesi!
Il costo comunque annuale è sugli 80.000 $…grande democrazia dove tutti possono studiare?
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Ma sopratutto, ci sarebbe da dire che Harvard, Princeton e Yale sono le università più rinomate per il reclutamento di agenti CIA. Strano, vero?
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ALLUCINANTE.
E annunciato da quella craba maledetta, giustamente.
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CONSERVAZIONE/EVOLUZIONE- Viviana Vivarelli
Perché in Italia come negli USA l’attacco alle università?
Bertrand Russell diceva che le persone intelligenti sono innovative e aperte ai cambiamenti mentre i meno intelligenti sono conservatori e retrivi.
Noi non valutiamo e agiamo solo con la razionalità ma anche con una parte del nostro psichismo che è inconscia e fortemente conservativa. Questa parte può tenerci fermi nella nostra evoluzione e in natura tutto ciò che non evolve peggiora o muore. Stasi equivale a regresso e dunque a morte. Evolvere è il contrario di involvere. Tutto ciò che nell’umano evolve si salva. Tutto ciò che involve muore e produce morte.
In natura tutta ci sono due impulsi fondamentali: uno è a conservare ciò che è, l’altro a innovare cercando nuove e migliori forme del vivere, volgendo la mente e la volontà a ciò che potrà essere. Sbagliavano i vecchi pedagogisti a dire che l’educazione doveva portare l’individuo a un adattamento sociale. Noi non vogliamo essere “adattati” a questo tipo di società, vogliamo creare una società diversa.
Allo stesso modo i sistemi politici meno intelligenti sono maggiormente conservativi di ciò che è vecchio mentre i sistemi politici o ideologici innovativi sono aperti all’evoluzione e al cambiamento.
I regimi dittatoriali cercano di restaurare un passato anche se questo si è già dimostrato rovinoso, ripetendo vecchi slogan e vecchie modalità che in passato sono già risultate funzionali e attengono a quanto di vecchio permane nella mentalità dei cittadini, mentre le menti più agili sono capaci di creatività e innovazione e possono non essere capite proprio perché rompono schemi mentali precostituiti, sono out sider.
Essere disposti a cambiare è da persone intelligenti. Avere un atteggiamento di apertura al nuovo ci mette in condizioni migliori per continuare a crescere.
Purtroppo anche nei cittadini si ripete il gioco della conservazione/evoluzione. Lo si è visto chiaramente con il M5S, in cui ci sono stati alcuni che hanno compreso immediatamente la grande inovazione di una politica decisionista che partiva dal basso e poteva rovesciare la piramide del potere, mentre altri sono rimasti attaccati allo schema dell’ubbidienza fanatica al capo che è la più antidemocratica e primitiva dipendenza che ci possa immaginare: il bambino che continua a venerare il padre e dunque non crescerà mai nella propria autonomia. Keynes diceva che «la cosa più difficile del mondo non è che le persone accettino nuove idee, ma che dimentichino quelle vecchie». E l’idea della fedeltà indiscussa al capo, leader, padre della Patria, divinità assoluta, idealizzata che non si può criticare o mettere in discussione appartiene a una mentalità immatura e bambinesca che distrugge in ciò stesso ogni fondamento di democrazia, che è innanzitutto responsabilità e libertà personale.
Quanto i vecchi slogan arcaici e distruttivi abbiano fatto male al mondo ma siano radicati nell’immaginario popolare lo prova il motto “Dio, Patria e Famiglia”, ripetuto indifferentemente da Putin come da Trump, Netanyhau come Meloni, perché alimenta quella parte di noi, immatura, irrazionale e conservativa che si tramanda da generazione in generazione e ha prodotto i macelli che sappiamo.
Chi sta fermo e non innova o peggio ancora chi cerca di restaurare il passato non può che peggiorare la propria vita e quella di tutti gli altri.
Purtroppo per imparare bisogna voler imparare. Per migliorare bisogna voler cambiare. Per questo indurre un popolo all’apatia, all’inerzia, all’incultura, all’abitudine passiva al peggio fa il gioco dei neoconservatori e manda alla rovina le Nazioni.
Il peggior delitto che possa commettere un regime conservatore è di addormentare le coscienze e far regredire la creatività e la cultura così da indurre gli uomini a forme di vita statiche, ripetitive e automatizzate. Per questo una delle armi di ogni dittatura sarà l’attacco agli intellettuali e ai centri vivi di cultura come le università. Cultura è apertura alle diversità. Il pensiero aperto è l’opposto del pensiero convergente. Il possibilismo è l’opposto del totalitarismo
Uno dei fattori che generano stasi e dunque recessione è l’ostilità alle diversità. Così è ovvio che il Trump che attacca le diversità sessuali o etniche e vuole espellere i migranti dal Paese o gli studenti stranieri dalle scuole, attacchi le università sia come fonti di pensiero alternativo che come centri di accoglienza di diversità culturali.
Dittatura è conservazione, conformismo, pensiero unico, monocrazia, restaurazione del passato, immobilismo, formalismo.
Il fatto che nei Paesi dove questo processo disgregatore della libertà avviene ci sia una reazione quasi solo da parte della Magistratura dipende da quanto la Magistratura è riuscita a mantenersi libera come terzo potere, un potere giudicante che non può formulare le leggi ma che, nell’applicarle dovrebbe rispettare dei valori civili e sociali che sono superiori alle leggi stesse a cui gli stessi legislatori sono soggetti.
L’informazione dovrebbe essere il quarto potere atto a frenare i tentativi di immobilismo e recessione del potere ma purtroppo su questo non possiamo più contare per quanto riguarda i media officiali ormai embedded, mentre forti speranze persistono nel pensiero più fluido e vario dei social, per cui la lotta delle dittatura diventa inevitabilmente tentativo di censura sempre più ampia sull’espressione relativamente libera del pensiero non intruppato in
forme fisse e che si libera nelle manifestazioni di piazza, negli atti singoli di protesta creativa, nei post dei social, nel gruppi spontanei del’asociazionismo dal basso.
Aveva ragione Casaleggio a pensare che il web non era solo uno strumento di facilitazione della comunicazione ma il medium poteva diventare il messaggio, cioè la fonte di pensiero nuovo. Molte forme di lotta pochi decenni fa non erano nemmeno pensabili. Forse l’Intelligenza Artificiale ce me aprirà delle altre. Io continuo a sperare.
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