Trump annuncia nuovi dazi al 50% sull’Ue, le Borse europee crollano e intanto i sovranisti spariscono nel silenzio.

(di Giulio Cavalli – lanotiziagiornale.it) – Ieri Donald Trump ha tuonato da Truth Social: dazi del 50% contro l’Unione Europea a partire dal primo giugno. Ed è bastata quella minaccia, sgrammaticata e brutale, per fare crollare le Borse europee: Milano ha perso il 3%, Parigi il 2,7%, Francoforte il 2,5%. Una scossa tellurica economica scatenata da un uomo che tratta le relazioni internazionali come un rodeo personale, incurante dei danni collaterali.
Nel silenzio spettrale dell’Europa, due assenze pesano più di tutte: quella di Matteo Salvini, che di solito commenta anche la variazione del vento, e quella di Giorgia Meloni, che riesce a esultare per uno zero virgola in più di PIL ma non dice nulla quando crolla tutto. Eppure parliamo del loro amico, del loro modello, del Trump che ha ispirato slogan, campagne e selfie. Ieri non c’erano. Non pervenuti. Il capitano Salvini, che ogni giorno predica sovranismo tra una diretta e una direzione, ha improvvisamente perso la voce. Lui che riesce a far arrivare puntuali solo le sventure dei suoi alleati.
Meloni, che da mesi si vanta di essere la donna forte d’Europa, ha perso l’occasione di dirci qualcosa su una crisi che colpisce in pieno il cuore del continente. L’Europa? Sta precipitando sotto i colpi di un presidente americano che gioca alla guerra commerciale mentre rilegge i suoi tweet. L’Italia? Assente ingiustificata.
E poi ci sono Israele, Orbán, l’autocrate amico di tutti i sovranisti: una linea di credito politica che si sta trasformando in voragine. Quando si tratta di giustificare chi bombarda ospedali, chi spezza trattati, chi infrange regole comuni, il silenzio torna a essere la più comoda forma di complicità. Perché sono temi che fanno paura. Perché per la destra italiana, oggi al governo, Trump e compagnia non sono alleati: sono criptonite.
Intanto, a pagare saranno i lavoratori, le imprese, le famiglie. Mentre Apple brucia 100 miliardi e i listini affondano, le destre europee si trincerano dietro la propaganda. Salvini, Meloni e i loro amici sono esperti nel lanciare allarmi immaginari. Ma davanti al disastro reale, scompaiono.
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ABBIAMO BISOGNO DI UNA UTOPIA- Viviana Vivarelli.
Non possiamo pensare a un mondo nuovo che sia privo del senso del sacro. La vita umana è sacra. La libertà pure. Ci sono valori che devono essere ripristinati o avremo una degenerazione dell’umanità.
E abbiamo bisogno di un’utopia, per sapere dove andare. Ma le condizioni di possibilità di un’utopia del mondo sono:
-l’agorà globale (non possiamo pensare di restare in eterno un io o un insieme di tribù o saremo votati al fallimento. Il sovranismo dunque non ha più senso come non hanno più senso le tribù partitiche),
-il superamento di un’economia di pura sopravvivenza (se alcuni miliardi di persone penseranno solo a non morire di fame, non resterà loro tempo per evolvere),
-l’uscita da un sistema di accumulazione per l’accumulazione (e dunque il rifiuto dell’attuale ideologia neoliberista e un cambiamento di stile di vita da parte di chi sta meglio),
-la partecipazione del potere di ognuno all’autorealizzazione della vita di tutti (ma ciò richiede un profondo rivolgimento etico del concetto di politica in alto come in basso)
-e infine la scoperta del senso del sacro sia in modi immanenti al mondo che in modi trascendenti il mondo (se non si rende alla vita e all’essere la sua sacralità non usciremo da una concezione di puro materialismo che sfocia nel potere o nello sfruttamento).
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Partiamo da un dato di fatto.
L’articolo 3 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea attribuisce all’UE competenza esclusiva in materia di politica commerciale. In altre parole, i singoli Stati membri ,Italia compresa, non possono negoziare né decidere autonomamente dazi o accordi commerciali con Paesi terzi.
È quindi evidente che né Giorgia Meloni, né Matteo Salvini, né chiunque altro ricoprisse il loro ruolo potrebbe intervenire concretamente in un contesto come quello attuale. Al massimo, possono commentare, ma non incidere sulle trattative in corso.
Se è giusto criticare chi si attribuisce meriti per risultati ottenuti in ambiti che non rientrano nelle proprie competenze, dovrebbe essere altrettanto corretto nel non attribuire colpe per situazioni che sfuggono alla loro sfera di azione.
A casa mia si chiama onestà intellettuale. Ma si sa: l’onestà intellettuale non paga.
Quanto al crollo delle Borse europee, è vero: ieri abbiamo assistito a forti ribassi innescati dalle dichiarazioni minacciose di Donald Trump. Ma un singolo movimento di mercato non costituisce un trend: la finanza vive di aspettative e di reazioni, e va valutata nel medio-lungo periodo.
Intanto, sono in corso trattative tra l’Unione Europea e l’amministrazione statunitense, anche se il clima è tutt’altro che disteso. Uno dei nodi principali riguarda la sovraccapacità produttiva di acciaio e alluminio, due settori ritenuti strategici da entrambe le sponde dell’Atlantico, specie in un contesto geopolitico fragile.
Tuttavia, trovare un’intesa sarà tutt’altro che semplice. Una soluzione sostenibile richiederebbe il coinvolgimento di un attore fondamentale ma, per ora, assente: la Cina, che da sola produce il 60% sia dell’acciaio, sia dell’alluminio mondiale.
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Se il trattato fosse davvero così ‘esclusivo’ allora non esisterebbero nemmeno i ministeri dell’economia.
A questo punto potremmo anche abolire i governi e tutto potrebbe essere deciso tramite SMS segreti dalla Von der Lacchen.
Art. 3 Trattato sull’Unione europea — Europedirect (assemblea.emr.it)
1. L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli.
2. L’Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l’asilo, l’immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest’ultima.
3. L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.
L’Unione combatte l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore.
Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri.
Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo.
4. L’Unione istituisce un’unione economica e monetaria la cui moneta è l’euro.
5. Nelle relazioni con il resto del mondo l’Unione afferma e promuove i suoi valori e interessi, contribuendo alla protezione dei suoi cittadini. Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all’eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite.
6. L’Unione persegue i suoi obiettivi con i mezzi appropriati, in ragione delle competenze che le sono attribuite nei trattati.
Dove si parla di ESCLUSIVITA’? Come si concretizza? Se Italia e Franza sono in competizione per fornire cacciabombarieri all’India lo decide l’UE chi può vincere? L’India alla Franza, il Qatar all’Italia, l’Arabia all’UK?
Non mi risulta.
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“Se il trattato fosse davvero così ‘esclusivo’ allora non esisterebbero nemmeno i ministeri dell’economia.“
No; l’articolo 3 del TRATTATO DI FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA che adesso ti allego assegna all’Unione competenza esclusiva riguardo la politica commerciale; non la politica economica nel suo complesso.
La politica fiscale, l’emissione di titoli di stato per finanziare il debito pubblico, i provvedimenti economici per promuovere attività produttive o di welfare, la ripartizione delle risorse tra i vari ministeri (sanità istruzione, difesa ecc ecc.) sono di competenza degli stati nazionali.
“Se Italia e Franza sono in competizione per fornire cacciabombarieri all’India lo decide l’UE chi può vincere? L’India alla Franza, il Qatar all’Italia, l’Arabia all’UK?“
Poniamo il caso, per semplicità, di una fornitura di aerei da guerra in cui Francia e Italia sono in competizione.
A) L’india può decidere in piena autonomia a chi affidare la commessa.
B) L’art 346 del TFUE stabilisce che
Le disposizioni dei trattati non ostano a che uno Stato membro adotti le misure che ritiene necessarie alla tutela degli interessi essenziali della propria sicurezza, e che si riferiscano alla produzione o al commercio di armi, munizioni e materiale bellico; tali misure non devono alterare le condizioni di concorrenza nel mercato interno per quanto riguarda i prodotti non destinati a fini specificamente militari.
Nel caso di forniture belliche, essendoci in gioco l’interesse nazionale, l’art 3 NON si applica; vale solo per i beni “civili”
Qui il documento corretto dove puoi trovare le risposte.
eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:12012E/TXT
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competenza esclusiva in materia di politica commerciale dei paesi UE.
Suggestion for user smsparviero:
Is very better to manage single disputes than to try a dialogue with swinging between the dust and the floor
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