(Tommaso Merlo) – La guerra in Ucraina finirebbe all’istante se l’Europa ammettesse la sconfitta e scaricasse Zelensky in quanto ostacolo ad un accordo di pace. Ed invece gli illuminati statisti del vecchio continente ancora lo gasano e straparlano di sanzioni chiedendo una tregua che permetterebbe alle truppe ucraine di ricompattarsi e rifornirsi. Putin sarà anche un mostro, ma non è certo scemo. La Russia sta combattendo una guerra di trincea che se è arrivata fino a questo punto è colpa degli europei certi di vincerla facile. Dopo anni di guerra e di trattative boicottate, Putin giustamente non si fida e non vuole perdere il momento favorevole per la conquista degli ultimi brandelli di oblast rimasti. Putin non sta combattendo contro l’Ucraina, ma contro tutta la Nato che voleva piazzare le sue basi a pochi chilometri da Mosca. Gli stessi paesi Nato che una volta scoppiato il conflitto non hanno avuto le palle per combatterlo di persona e si sono limitati a dare montagne di soldi ed armi alla combriccola di Zelensky. Una ingente guerra per procura in cui i russi hanno subito pesanti perdite e si sono sudati ogni metro quadrato. Ora, se la Nato stesse vincendo avrebbe diritto di dettare le condizioni, ma siccome è Putin a prevalere, non si capisce il perché dovrebbe calarsi le braghe e dare retta ai guerrafondai e russofobi statisti europei interessati solo a salvarsi la faccia e quindi la carriera. E con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, Putin ha ancora meno motivi di cedere. Gli Stati Uniti sono gli unici ad avere una potenza militare superiore a quella russa, ma nemmeno Biden voleva uno scontro diretto per paura di una escalation nucleare mentre Trump vuole addirittura la pace e minaccia ogni cinque minuti di lavarsene le mani. Roba che se lo facesse davvero e la smettesse di fornire armi a Kiev, a Zelensky non rimarrebbe che la resa e l’esilio. Putin sarà anche un mostro, ma non è scemo e sa che le condizioni in guerra le dettano i vincitori e non si capisce a che titolo Zelensky ed i suoi sponsor pretendano chissà cosa. Oggi Putin ha due opzioni, insistere militarmente finché una volta crollata Kiev potrà imporre le sue condizioni da padrone di casa, oppure accettare un accordo di pace ma solo se i suoi nemici gli garantiranno i suoi obiettivi strategici. E cioè un Ucraina fuori dalla Nato neutrale ed innocua, la Crimea e per gli oblast conquistati ci potrebbero essere margini di negoziazione che vanno dall’annessione russa a qualche statuto speciale anche se di certo non saranno mai più ucraini come prima. Per ottenere la pace, a Trump basterebbe fare due telefonate, una a Zelensky per augurargli buona fortuna ed una agli illuminati statisti europei per suggerirgli di smetterla di fare i bambini dell’asilo ed assumersi la responsabilità politica della disfatta. Ma Trump potrebbe fermare anche lo sterminio a Gaza con un colpo di telefono. Aveva questo potere Biden e lo ha anche lui. Prendere la cornetta ed informare quel criminale furioso di Netanyahu che gli Stati Uniti non gli forniranno più neanche una pallottola e neanche un dollaro se non la smette con la vomitevole mattanza e non si leva dai piedi. Ma questo vorrebbe dire che Israele rimarrebbe da solo a vedersela con un mondo arabo inferocito e con un karma di oltre settant’anni di abusi e violenze. Roba che scomparirebbe dalle mappe nel giro di qualche settimana e roba che Trump farebbe la fine di un palestinese. Con la lobby sionista che controlla Washington che gli rivolterebbe contro l’intero sistema politico americano e pezzi consistenti del suo stesso movimento estremista MAGA farcito da invasati religiosi di vario stampo. Vedremo se riuscirà a fermare almeno lo sterminio per fame, ma i fatti dicono già che Biden e Trump passeranno alla storia come i principali complici dell’olocausto del secolo e noi colonie europee con loro. Gaza è la tomba dell’ipocrisia occidentale, di decenni a spacciarsi come civiltà moralmente superiore perché radicata nel rispetto di diritti umani che abbiamo sempre calpestato noi per primi fino a sommergerli di cumuli di macerie a Gaza. Ma il vomitevole sterminio nella Striscia è anche la dimostrazione che le nostre democrazie soffrono di un male gravissimo che si chiama lobbismo, con potentati economici e politici che s’impongono sulla volontà popolare. La lobby della guerra trova sempre qualche pretesto ed una volta scatenata è inarrestabile. Gli unici che voglio la pace sono i cittadini che però contano sempre meno. Non solo Gaza, anche l’Occidente va ricostruito dalle fondamenta. Altro che colpi di telefono, servono democrazie vere che permettano ai popoli occidentali di ritrovare il loro ruolo democratico e con esso la strada del buon senso e della pace.