Domenica 18 maggio oltre 100.000 persone hanno percorso le strade dell’Aia per chiedere la fine del sostegno del Governo dei Paesi Bassi a Israele. Vestiti di rosso, i manifestanti hanno formato una simbolica “linea rossa” lunga 5 km. La manifestazione secondo gli organizzatori è stata la più grande nei Paesi Bassi degli ultimi vent’anni. Si è svolta pacificamente e ha coinvolto persone di tutte le età.

Il corteo ha attraversato il centro città, ed è passato davanti al Palazzo della Pace, sede della Corte Internazionale di Giustizia (CIG), dove è in corso il procedimento avviato dal Sudafrica contro Israele per genocidio. La CIG ha già emesso misure provvisorie, ordinando a Israele di prevenire atti di genocidio e garantire l’accesso agli aiuti umanitari a Gaza. Ma le richieste sono cadute nel vuoto.

Come altri Stati Europei, anche i Paesi Bassi intrattengono rapporti commerciali e diplomatici con Israele. Il leader di estrema destra Geert Wilders è fortemente filo-israeliano, guida il Partito per la Libertà, di estrema destra, che detiene il numero maggiore di seggi in Parlamento. Nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri Caspar Veldkamp, del partito VVD di centrodestra, che sostiene la coalizione di Governo ma è in minoranza, ha chiesto all’Unione Europea di rivedere un accordo commerciale con Israele, spiegando che il blocco degli aiuti umanitari viola il diritto internazionale. Ma Wilders ha reagito duramente, parlando di «un affronto alla linea politica del governo».