Zelensky ha provato ad avvelenare le trattative, sfidando Putin a venire in Turchia. Se i negoziati riprenderanno, si ridiscuteranno i punti patteggiati tre anni fa, ma in condizioni assai peggiori per Kiev

(di Barbara Spinelli – ilfattoquotidiano.it) – Ancora non è chiaro se i negoziati fra Kiev e Mosca riprenderanno, a Istanbul, dopo un primo accordo sullo scambio di 1000 prigionieri di guerra –il più ampio dal 2022.
È invece chiaro che qualora riprendessero, ricominceranno lì dove a fine aprile 2022 erano falliti: furono interrotti non tanto a causa del massacro russo a Bucha, venuto alla luce senza che le trattative si bloccassero, ma perché Washington e Londra imposero a Zelensky la continuazione di una guerra che sembrava promettere immani sconfitte russe.
Le cose non andarono così: nel settembre 2022 le truppe russe annettono quattro province lungo il Mare di Azov e il Mar Nero e continuano ad avanzare nel Sud e Sudovest ucraino. È probabile che vogliano assicurarsi altre città ritenute cruciali prima di negoziare, come analizzato dallo studioso Alessandro Orsini. Zelensky essendo perdente ha fretta, dunque insiste sull’incontro diretto col Presidente russo. Putin non ha fretta.
Se le trattative riprenderanno, si dovranno ridiscutere punti patteggiati tre anni fa, ma in condizioni ben peggiori per Kiev. Allora ci si accordò sulla neutralità militare ucraina ma non si parlò di territori (se si esclude la Crimea annessa da Mosca nel 2014, che gli occidentali considerano sacrificabile di fatto se non di diritto). Oggi di territori si deve parlare, dopo l’annessione delle quattro province. Quanto alla Crimea, Trump (ma non l’UE) ha detto che riconoscerà il suo accorpamento alla Russia.
Zelensky ha provato ad avvelenare sul nascere le trattative con un gesto disperato e teatrale. Ha sfidato Putin a venire in Turchia per un faccia a faccia: se non fosse venuto, il suo rifiuto della pace sarebbe stato palese. A meno che non sia sprovvisto di comprendonio, il presidente ucraino dovrebbe tuttavia sapere che un negoziato faticoso non comincia dalla fine, e per forza deve esser preparato dai tecnici prima d’esser firmato dai capi di Stato. E doveva sapere che Mosca vuole garanzie scritte sul non ingresso di Kiev nella Nato, visto che ha iniziato la guerra proprio per questo, e che le promesse fatte a Gorbaciov nel 1990-91 furono violate perché non scritte. Tale garanzia può esser fornita non da una tregua, ma da complessivi accordi di pace.
Zelensky dovrebbe anche sapere che il Cremlino si presta di rado a vertici improvvisati e teatrali, soprattutto quando i belligeranti hanno una fiducia reciproca ridotta a zero. L’incontro fra i due Presidenti sarebbe andato a vuoto, e questo era presumibilmente l’obiettivo di Kiev e forse anche degli alleati a lui vicini: i cosiddetti Volenterosi di Germania, Francia, Regno Unito, Polonia.
La trattativa russo-ucraina è difficilissima – per quanto riguarda sia le province del Sud sia le garanzie di sicurezza chieste da Kiev– ed è sperabile che ricominci. È positivo che a negoziare per i russi ci sia lo stesso negoziatore dell’accordo quasi concluso nel ’22, Vladimir Medinsky. Che i mediatori Usa vigilino sulle due parti e che Trump non abbandoni la partita come minacciato, anche se la sua imprevedibilità e faciloneria sono temibili. Pur avendo favorito le trattative tecniche, il Presidente non nasconde infatti la sua convinzione profonda, unita all’impazienza: “Non succederà nulla fin quando Putin e io non ci incontreremo”. Ma non si può del tutto escludere che qualcosa nasca anche a Istanbul, nonostante le sospensioni. La guerra in Vietnam finì dopo trattative lunghissime e più volte interrotte: dopo i tentativi di Lyndon Johnson, sabotati dal rivale repubblicano Nixon, Kissinger negoziò in nome di Nixon per quattro anni con il nordvietnamita Le Duc Tho, fra il 1969 e il 1973, con alti e bassi e senza che la guerra americana cessasse di incattivirsi.
Quanto ai Volenterosi europei, che avevano annunciato ennesime pesanti sanzioni nel caso Mosca non avesse accettato entro il 12 maggio la tregua di 30 giorni proposta da Zelensky, lo smacco è impressionante. I quattro leader si sono fatti fotografare il 10 maggio a Kiev giusto per confermare, ancora una volta, di essere incapaci sia di lanciare ultimatum verosimili, sia di fare diplomazia (niente sanzioni il 12 maggio, anche se tuttora ventilate da UE e anche Usa). Si può capire che il presidente del Consiglio Meloni stia alla larga, per ora, dai vertici dei Quattro Ignavi d’Europa.
Capire come può nascere una trattativa su pace e guerra è impresa impossibile per chi s’ostina a rifugiarsi nell’ignoranza dei popoli coinvolti e della loro storia: è il difetto di tutte le guerre giuste, di esportazione della democrazia o delle religioni. L’ignoranza è epidemica in gran parte delle cancellerie europee, oltre che nella stampa mainstream e nei dibattiti televisivi italiani. Ignoranza di quanto accaduto nel dopoguerra fredda, caratterizzato da presunzione vittoriosa dell’Occidente e unipolarismo Usa. Ignoranza dei motivi per cui il conflitto in Ucraina è cominciato: l’allargamento Nato fino alle porte di Mosca, come esplicitamente ammesso nel settembre 2023 da Stoltenberg, allora segretario generale della Nato. Ignoranza negazionista, infine, delle ragioni per cui le trattative Mosca-Kiev di tre anni fa naufragarono.
D’un tratto, il 12 maggio scorso, un servizio del Tg La7 apriva finalmente la finestra su due nodi decisivi: le trattative del ’22 furono affossate da Londra e Washington, che volevano continuare la guerra; nessun negoziato è possibile fin quando restano soldati ucraini nella regione russa del Kursk. Il servizio, firmato dall’ottimo Adalberto Baldini, è stato smentito la sera successiva dal direttore del Tg. Sono due bufale, ripete il giornalista Paolo Mieli, che usa presentarsi come storico. Bufale le promesse di non allargamento Nato fatte a Gorbaciov e violate fin dalla presidenza Obama. Bufala l’accordo del marzo-aprile 2022, già zoppicante ma silurato da Londra e Biden.
“Spetta agli storici chiarire”, obietta Mieli, senza intuire che fin da subito occorre affrontare i due nodi, perché sia possibile non tanto una tregua che fermi temporaneamente le carneficine, quanto un accordo di lungo periodo che soddisfi i legittimi bisogni di sicurezza di ambedue i belligeranti. È avvilente che i due nodi siano misconosciuti non solo dai media, ma anche dai governi europei. Il 10 maggio, il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha confermato in un’intervista alla Neue Osnabrücker Zeitung (giornale accusato di putinismo) che il “cammino dell’Ucraina verso l’adesione alla Nato è irreversibile”. Il ministro finge di non capire perché c’è guerra in Ucraina.
Wadephul sembra rispecchiare l’opinione di Merz, deciso a schierare “l’armata convenzionale più forte d’Europa” e a raggiungere il 5% delle spese militari chieste da Trump (non ancora dalla Nato). Sarà Berlino a riarmarsi più di tutti gli Europei contro Mosca – assieme a Varsavia – avendo le risorse e squilibrando l’UE. Se davvero si vuole avere uno sguardo storico, e tener conto che Napoleone e Hitler non avevano l’atomica, non si può immaginare scenario più mortifero per l’Europa intera.
ottima Spinelli!
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Mi dispiace per i Rammstein e i Null Positiv ma se i russi si inkazzano e atomizzano la ghermania non si potrà dire che i crucchi non se la saranno cercata.
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Su bucha non ci sono state delle vere indagini internazionale che accertassero cosa fosse successo. Il racconto è quello ufficiale di Kiev che non ha mai chiesto una verifica dei fatti per condannare i russi
https://youtu.be/z_ICcKwUIHk?si=AJ3AUvpL4LNQb3ui
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scusate per la sintassi e la stesura del testo, il blog mi riconosce ma poi quando invio il commento mi dice che devo registrarmi.
Così mi cancella il testo alla fine l’ho scritto in un’altra applicazione, devo rimettere i miei dati e poi incollare il testo.
Il tutto svolto con il cellulare, questa volta è stata molto più elaborata
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Purtroppo i concetti,i proponimenti, le congiure e le falsità relative a questo conflitto sono ormai roba trita e ritrita .Dispiace pensarlo e dirlo ma se non si lascia andare avanti la situazione con tutta la tragedia incommensurabile fino alla inevitabile debacle di una delle parti, non si porrà fine a questa storia .
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La credibilità della sign.ra Spinelli su Nato, Russia eccetera, è, come risaputo, equivalente allo zero. Per quanto mi riguarda me ne fotto di pensarla come gente di cui non me ne frega una mazza, che non leggo e che probabilmente non voterei mai, ma la verità sulle trattative fallite a Istanbul nel 2022 non è quella dei propagandisti russi, ovvero che furono fatte fallire perché l’occidente pensava di vincere la guerra contro Mosca, o per il fantomatico arrivo a Kiev del ciuffo biondo di Boris Johnson. Questa è roba buona per il prossimo “spettacolo teatrale” di MT. La verità sta nelle CARTE UFFICIALI. Ovvero in quello che pretendeva la Federazione Russa per far finire la guerra. Carte somiglianti al famoso appello di Totò Riina per far finire la guerra della Mafia contro lo Stato Italiano. Punto.
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e.c. appello = papello
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Sarà , ma per essere più credibile nella tua affermazione dovresti come minimo allegare il link con le CARTE UFFICIALI
Poi ci sarebbe da discutere DI CHI SONO LE CARTE UFFICIALI
Se sono state redatte da entrambe le parti coinvolte allora si potrebbero definire ufficiali a tutti gli effetti.
Se invece fossero redatte da una sola delle parti sarebbero ufficialmente carta igienica.
Ricordati che la prima vittima della guerra è la verità
Difficilmente troverai commenti da parte mia su questo tema, proprio perché ho sempre presente, a differenza di Orsini e di molti altri, il detto sopra citato.
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Ne trovi a bizzeffe di articoli nel web. La pietra miliare è l’articolo di Samuel Charap e Sergey Radchenko su Foreign Affairs. Tutto come al solito è più intricato del raccontino putiniano ripreso dai pappagalli italiani.
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Ma vatti a nascondere Loguasto, sei così patetico:
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E quale sarebbe la TUA versione dei fatti che portarono improvvisamente all’abbandono dei negoziati e dell’accordo principale (no Nato per l’Ucraina) che stava per essere firmato da Zelensky se non fosse intervenuto Johnson, su mandato di Biden, a bloccarlo?? O hai gia letto le fantomatiche e impenetrabili CARTE UFFICIALI finora segrete?? Siccome la afferma MT e Lucio Caracciolo, per te la spiegazione non è attendibile, naturalmente per pregiudizio. Ci sono ben tre dichiarazioni/interviste degli stessi componenti della delegazione ucraina ad avvalorarla. Sarà un’invenzione degli stessi MT e Caracciolo, e di chissà quant’altri onesti giornalisti che invece espongono i fatti reali e documentati??
Mentre le tue sono delle mere valutazioni impressionistiche frutto di fantasia… pregiudiziale.
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Dalla Rivista Wired ( legittimamente antiPutin).
La cronologia dei tentativi di pace falliti
“Il percorso diplomatico dall’inizio del conflitto è costellato di fallimenti. I primi colloqui al confine bielorusso, avviati il 28 febbraio 2022 a pochi giorni dall’invasione, si conclusero con vaghe promesse di “corridoi umanitari” mai pienamente realizzati. Seguirono tre ulteriori round negoziali in Bielorussia, tutti inconcludenti. Il 10 marzo 2022, i ministri degli Esteri Lavrov e Kuleba si incontrarono ad Antalya, in Turchia, nel primo faccia a faccia di alto livello, che si concluse senza alcun progresso tangibile oltre a una generica disponibilità a proseguire il dialogo. La prima fase di Istanbul, tra fine marzo e inizio aprile 2022, rappresentò il momento di maggiore ottimismo. Le delegazioni produssero una bozza di accordo in 15 punti che prevedeva la neutralità dell’Ucraina in cambio di garanzie di sicurezza internazionali. Tuttavia le trattative naufragarono dopo la scoperta dei massacri di Bucha, che irrigidì la posizione ucraina, mentre la Russia ritirava le proprie truppe da Kyiv per concentrarsi sul Donbass.”
Come puoi leggere, Loquasto, LE DELEGAZIONI PRODUSSERO UNA BOZZA DI ACCORDO IN 15 PUNTI.
Quindi quell’ipotetico Accordo (suppongo le “tue” CARTE UFFICIALI) era frutto di una mediazione tra le 2 parti. Cosa pretendeva la Federazione Russa….era nell’Accordo. Ovviamente c’era anche cosa pretendeva l’Ucraina. Ma i carri armati erano alle porte di Kiev. In posizione di forza. E dopo quell’ipotetico accordo si ritirarono. Poi sai che il mainstream antiRusso ritiene che si ritirarono perché gli Ucraini gli diedero delle “scoppole” tremende. Fai tu.
Che Boris Johnson sia andato a Kiev a sabotare questi “accordi”, rivedibili e non definitivi, è un fatto raccontato da uno dei principali consiglieri di Zelensky. Che il suo sabotaggio ( e quello USA) siano stati determinanti può essere discutibile. Che abbiano inciso, NON È DISCUTIBILE.
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Nemmeno i testimoni dalla parte opposta sembra che valgano per i Loguasto e i JD.
Sono così per contratto, non può essere che siano così dementi.
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Scusate ma l’idea di una tregua proprio ci fa schifo? Verrebbero risparmiate un sacco di vite, sapete?
Capisco che non sarà risolutiva, che ci sarà sempre il rischio che venga infranta. Ma nel frattempo morirebbero meno persone.
Io sinceramente il pacifismo che non spinge per la tregua, al costo di portare avanti trattative lunghissime che comportano tantissimi morti, proprio non lo capisco.
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