(Tommaso Merlo) – Viviamo una fase di apatia civica. Non votare è la principale forma di protesta anche se per cambiare serve un’alternativa politica. La strategia dei vecchi partiti è rimanere ad oltranza sulla scena nella speranza che cambi il vento e i cittadini siano costretti a rivotarli. Ma il cambiamento politico è una cosa seria e nasce solo da basso. In teoria i partiti politici dovrebbero evolvere insieme alla società in modo da tenere il passo del cambiamento e rappresentarlo. Ed invece i partiti si fanno vivi giusto sotto elezioni per promettere miracoli e una volta calato il sipario tirano a campare godendosi l’alta società e nascondendo i loro fallimenti e tradimenti dietro ad una propaganda ormai permanente e camuffata da informazione. Vecchi partiti sostenuti da lobby e media mainstream che formano un blocco che si spaccia come la politica seria e l’unica possibile e monopolizza la scena contrastando ogni vera alternativa. Un blocco con sfumature grige e rosa per accontentare tutti i gusti ma che quando conquista il potere produce una politica sostanzialmente identica anche nella sua totale inconsistenza. E questo sia perché viviamo in un’era di pensiero unico neoliberista e bellicista, sia perché il vero potere non solo è stato sottratto ai cittadini ma anche ai politici ed è finito nelle mani di potentati economici senza volto e baracconi tecnocratici internazionali. Una crisi politica a cui si aggiunge quella democratica. Una grave crisi di rappresentanza. Il problema non sono i cittadini che non votano, ma i partiti che non li rappresentano e addirittura li tradiscono. I cittadini votano e poi i governi trovano sempre delle scuse o per non far nulla e tirare a campare oppure per fare addirittura il contrario di quello che promettono per accontentare chi comanda davvero ed assicurandosi così carriere dorate ed infinite. Il cambiamento politico è una cosa seria e molto difficile, richiede uno slancio potente per imporsi sulle forze conservatrici e sulla complessità tecnica e burocratica. Richiede uno slancio ideale che trae la sua forza dalle istanze e dalle sofferenze popolari, uno slancio del tutto disinteressato e con perfino un pizzico d’incoscienza per riuscire a buttare il cuore oltre i mille ostacoli. Altrimenti si arena tutto nella palude dei palazzi tra chiacchiere nauseabonde e conformismo viscerale. Ed è questo il punto debole della democrazia. Il solco profondo che si crea tra realtà e politica, tra cittadini e classi dirigenti, tra istanze popolari e decisioni governative. Ed è inutile illudersi che il sistema si riformi da solo, il cambiamento politico vero nasce solo e sempre dal basso. I sistemi sono conservatori prima di tutto di se stessi e al massino si adeguano se costretti. Un tempo spettava ai vecchi partiti selezionare ideali e classi dirigenti con l’ambizione di cambiare il mondo. Oggi galleggiano tra una campagna elettorale e l’altra nell’indifferenza e nel disprezzo generale premiando mediocrità, conformismo e scalatori sociali che non hanno certo nessuna voglia di cambiare un sistema magari marcio ma che gli ha aperto le porte dell’alta società. La buona notizia è che l’egemonia del vecchio sistema partitocratico è di cartapesta. Grazie all’emancipazione sociale e ai media alternativi, il potere oggi è democraticamente e pacificamente scalabile e anche senza bisogno di ingenti mezzi e strutture. Come successo in Italia e come sta succedendo altrove. Qualsiasi progetto anti establishment innovativo ed intelligente oggi può potenzialmente raccogliere milioni di voti e conquistare il potere o perlomeno condizionarlo fortemente. La grande maggioranza dei cittadini in tutto l’Occidente non aspetta altro che qualche opportunità per tornare a credere e partecipare ad un progetto credibile di cambiamento radicale. Di recente hanno sfondato movimenti retrogradi di estrema destra, mentre dall’altra parte si vede poco o nulla coi vecchi carrozzoni partitocratici che si rifanno il trucco nella speranza di assorbire loro quelle istanze. La solita strategia di rimanere ad oltranza sulla scena con l’auspicio che cambi il vento e i cittadini siano costretti a rivotarli. Ma il cambiamento vero è una cosa seria e difficile e nasce sempre e solo dal basso. L’unica speranza è che rinascano nuovi movimenti frutto dell’oggi e che abbiano l’ambizione di fondo di ristabilire una vera democrazia in cui comandano solo ed esclusivamente i cittadini.