Familismo. Adinolfi candidata con i due rampolli assistenti

(di Antonello Caporale – ilfattoquotidiano.it) – Super, super, super Salerno. La storia di Paola Adinolfi, docente di Organizzazione aziendale e in pista per divenire rettrice dell’università dell’hippocratica civitas, è fuori dall’ordinario. Sorridente, volitiva, e particolarmente fantuttona, riesce a intrecciare la ricerca accademica con un originale dinamismo politico in una perfetta e finora armoniosa proiezione familiare. La prima e bella (e straordinaria) notizia è che nel suo dipartimento sono impegnati come ricercatori Roberto De Luca, figlio di Vincenzo, presidente della Campania, e Italo Cirielli, figlio di Edmondo, viceministro agli Esteri e voglioso di sedere sulla poltrona che oggi – guarda tu come va il mondo – è di De Luca. Coperte – almeno in teoria – le ali con due fuoriclasse, la questione per la Adinolfi si è presto spostata al centro. Al centro del centro la signora Paola trova nientemeno che il consorte, Francesco Fasolino, studioso del Diritto romano, professore ordinario della materia con una passionaccia per la politica.

È la famiglia, il senso comune della consorteria, la capacità di stare al passo con i tempi, che in una città di provincia significa sapere come muoversi e quando farlo, a concentrare e riassumere la sfida che la Adinolfi porta, come donna, quindi oggettivamente portavoce del potere rosa, contro il sempiterno potere maschile. Adinolfi, che in precedenza è stata anche assessora al bilancio del Comune di Salerno con il sindaco Enzo Napoli, successore devoto a Vincenzo De Luca, sa come far quadrare i conti elettorali. Per stanare il maschilismo che nell’università è punto cardinale in ogni orizzonte di lavoro, ha scelto la formula omeopatica. Attraverso il sostegno dei maschi alfa del territorio dichiara aperta la contesa rosa e, se tutto andrà nel verso giusto, il traguardo dovrebbe farsi più vicino. Sono maschi ed esprimono un certo potere coloro che appaiono suoi supporter e maschile è l’intelaiatura politica e la prospettiva coniugata.

Come dicevamo, la professoressa Adinolfi trova nell’ambito familiare una exit strategy notevole: suo marito oltre all’accademia ha radicato tempo addietro il suo profilo pubblico in un delicato incarico a supporto delle funzioni politiche: è stato direttore generale della Provincia di Salerno proprio al tempo in cui la presiedeva Edmondo Cirielli, il de cuius. Cirielli ha poi fatto strada, e con discreto successo, nelle file di Fratelli d’Italia acquisendo posizioni di vantaggio competitivo sugli altri maggiorenti di centrodestra. Avendo adesso il figlio Italo impegnato nella ricerca accademica sotto il severo e scrupoloso giudizio della Adinolfi (ricercatore ma anche consigliere comunale di Cava dei Tirreni), il viceministro avrà un occhio (se possibile anche due) nella tornata elettorale del campus di Fisciano, il centro che ospita gli studenti a una manciata di chilometri sia da Salerno che da Avellino, le città che sono serbatoio principale dell’ateneo. Il duo Cirielli-De Luca, interessato a dare alla Regione Campania il meglio del meglio possibile (nel caso candidando essi stessi a presidente) si ritrovano, in virtù del distinto ma comune destino familiare, a essere vicini in questa tesa tornata elettorale.

Perché a Salerno la consultazione elettorale per il rinnovo della carica più alta nell’università stava per essere affidata al clic di Internet, essendo stato valutato l’esercizio democratico del voto in presenza (un fatto che da Platone in poi non era conosciuto) particolarmente “dispendioso” in termini economici. Bisognava approntare ben tre seggi elettorali e di questi tempi, con il buio della spesa vincolata per gli affari urgentissimi, il direttore generale dell’università, Attilio Riggio, comunicava alla decana dell’ateneo (la docente più anziana a cui è delegata la convocazione delle elezioni) che il processo elettorale sarebbe stato troppo oneroso. La decana Genny Tortora, respingendo la curiosa osservazione, ha comunicato alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini che a Salerno si voterà secondo tradizione.

Chi riesce a conquistare la carica di rettore, ha pur sempre un bonus da giocare. In Regione un consigliere regionale della Lega, Aurelio Tommasetti, è l’ex magnifico. Un altro ex, Raimondo Pasquino, voleva fare il sindaco di Napoli. Poi ha perso, mannaggia.